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Radicali lucani: lettera aperta a Vito De Filippo

Presidente De Filippo, apprendo da un lancio di agenzia dell’invito a visitare la Basilicata, che lei ha inteso rivolgere alla Commissione parlamentare antimafia. Se ho ben interpreto il suo pensiero, suppongo che questa mossa nasca dal desiderio di ricevere una patente di verginità, o meglio una certificazione di purezza.

A mio avviso, Presidente, se davvero volessimo rendere un servizio alla nostra comunità, più che l’antimafia, dovremmo invitare i senatori Salvi e Villone, e la segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, per intavolare tutti insieme una bella discussione sui costi dell’antidemocrazia e dell’antipolitica. Sulla materia, nella giornata di ieri, si è ottimamente espresso il deputato della Rosa nel Pugno Sergio D’Elia, il quale, nell’annunciare il voto di fiducia al Governo Prodi, ha tra l’altro affermato: “il governo troverà depositate proposte di legge che noi radicali abbiamo preparato sulla riduzione drastica dei costi impropri e indiretti della politica, sulle comunità montane e sui cosiddetti “rimborsi elettorali”. Perché se il finanziamento pubblico ai partiti, tramite l’espediente dei rimborsi elettorali, costa all’erario 200 milioni di euro all’anno, l’ammontare dei costi indiretti della politica arriva ai quattro miliardi di euro, un quarto di una legge finanziaria ordinaria.”

Già, i costi indiretti della politica. Proprio il tema che abbiamo cercato invano di porre al centro della discussione politica regionale, anche in queste ore, interrogandoci altresì sulla inopportunità di una permanenza prolungata dei magistrati presso una sede giudiziaria.

Presidente, se anziché parlare di antimafia riuscissimo a discutere di enti inutili, di incarichi e di auto blu, faremmo un gran bene a noi stessi e alla nostra comunità. Non di antimafia dobbiamo discutere, ma della necessità di abolire Province e Comunità montane, e magari anche qualche Asl.

Arrivo ad affermare, Presidente, che potremmo addirittura diventare una sorta di laboratorio politico: la prima regione italiana che affronta temi decisamente tabù per il sempre più “corrotto” e “corruttore” sistema oligarchico-partitocratico che governa questo Paese. Non di antimafia si deve discutere, ma di riforme. Possiamo fare un regalo a noi stessi e al Paese, trasformando questo momento difficile in una grande occasione di dibattito e di confronto. Possiamo creare un laboratorio politico che discuta dei costi insostenibili di un sistema che, in Basilicata e nella nostra Italia, finisce inevitabilmente per negare democrazia, libertà, giustizia.

Non di antimafia dobbiamo discutere, ma di una classe politica che sempre più viene percepita dai cittadini come un esercito di occupazione: lanzichenecchi dediti alla spoliazione del territorio. Senza riforme di sistema, riforme strutturali, la politica sarà sempre più un modo come un altro per sbarcare il lunario, acquisire inaccettabili privilegi e rivendicare impunità.

Presidente, apra gli  occhi! Oggi le nostre istituzioni sembrano essere diventate dei pied à terre di questo o quel capobastone, e ogni comune, ogni contrada, ogni Asl, comunità montana o ente regionale o sub-regionale, sembra essere divenuto un protettorato in cui spadroneggiano il capo o i capetti locali, luoghi in cui il senso delle istituzioni si è ormai perso da tempo. Siamo immersi in un sistema medioevale, in cui ogni barone ha la sua piccola sfera di influenza e di potere. Questa non è democrazia, ma, appunto, un sistema oligarchico-partiticratico, soggetto ad un deterioramento costante. La stessa lotta politica tra maggioranza e opposizione, e all’interno delle maggioranze o delle opposizioni, è lotta tra bande, tra cosche perdenti e vincenti. E ci si fraziona per poi ricomporsi, in un eterno gioco, in cui a perdere è la nobiltà della politica; in cui il significato stesso della parola democrazia sbiadisce.

Filippo Ceccarelli, oggi, scrive su Repubblica: “E così oggi dalla polis e dagli interessi collettivi si passa alla casa e al ‘tengo famiglia’.” Ed è questo il dramma, Presidente. Ed è questo il tema da affrontare, cercando di comprendere quali antidoti possiamo mettere in campo per frenare questa discesa agli inferi della politica regionale e nazionale.

Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani, Consigliere Associazione Coscioni, Coordinatore regionale Rnp e Direzione nazionale Rnp