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C’è, in questa regione, un ambientalismo di regime e parastatalizzato

Il fatto che non ci sia stata per l’affaire costa ionica una sollevazione stile Scanzano, fa riflettere. L’iniziativa di alcune potenti organizzazioni ambientaliste è stata condotta all’insegna del “tatto”, in sordina, quasi ci fosse un certo timore reverenziale. Ma questo può succedere, quando devi conciliare la ragione sociale con l’esigenza di continuare a prendere i “trenta denari” provenienti da finanziamenti pubblici di varia natura.

Subito dopo la presentazione dell’interrogazione Turco-Cappato, cercai sponde che mi furono regolarmente negate. Peggio! Ebbi l’impressione che il nostro interessamento fosse avvertito quasi con fastidio da alcune vestali dell’ambientalismo made in Basilicata. Legittimo allora supporre che molto spesso si badi più alle posizioni, che non alla concretezza della lotta, laddove il giuoco delle parti non può prevedere l’entrata in scena di soggetti determinati a fare sul serio. Fatto sta che da certe potenti organizzazioni dedite alla tutela dell’ambiente, ci saremmo aspettati altra forza, e una determinazione che di tutta evidenza è mancata.

La lotta per noi è altra cosa, e riteniamo che la nostra storia politica lo dimostri, ma forse, proprio per questo, siamo stati percepiti come un pericolo e non come una risorsa. Ahimè, dopo tanti anni, sono giunto alla conclusione che certo ambientalismo sia solo una delle tante facce del regime, da tirar fuori alla bisogna. E solo così che riesco a spiegarmi la mancata mobilitazione di organizzazioni, che, diversamente da noialtri, hanno mezzi finanziari e, in teoria, risorse umane considerevoli.

E questo per non dire di certi partiti ambientalisti e non, che pur occupando postazioni importanti nella mappa del potere lucano, nella migliore delle ipotesi si sono limitati ad assumere una delle tante posizioni del Kamasutra partitocratrico. Sono e resto convinto che se ci fosse stata una vera determinazione alla lotta, i lavori sulla fascia ionica lucana non sarebbero nemmeno iniziati. Ahimè, molti ambientalisti con il “bollino Blu” devono rendere conto ai loro referenti politici regionali, ed è per questo che hanno preferito la “posizione” alla lotta.

Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani, Consigliere Associazione Coscioni, Coordinatore regionale Rnp e Direzione nazionale Rnp