[Articolo di Carmela Grisolia]
Il vice-Sindaco Irianni, in vista dell’estate, ha ideato un programma che porterà una ventata di freschezza a Castelluccio. Un progetto atto a far conoscere ai compaesani l’altra faccia dei popoli slavi e a dare ai mal pensanti un’ occasione per apprezzare e conoscere le nobili tradizioni di queste popolazioni che sono sempre più simili ai moderni occidentali.
L’ampliamento delle vedute paesane, degli schemi e delle tradizioni di popoli lontani è al centro di questo progetto, la crescita culturale e la possibilità per molti giovani castelluccesi di visitare realtà lontane dal nostro comune modo di pensare ed intendere la vita fa ben sperare il nostro assessore. Questo scambio culturale vuole essere per Castelluccio un momento di crescita e arricchimento culturale oltre che una bella e grossa occasione per far conoscere le nostre tradizione e la nostra cultura all’estero, sperando di accrescere anche il turismo d’elite senza per questo limitarlo ai confini nazionali. Scambio culturale non vuole essere sinonimo di lascia passare per l’Italia, vuole essere una reale opportunità di scambio, interrelazione e confronto con il resto del mondo.
Infatti i ragazzi che raggiungeranno Castelluccio questa estate sono tutte persone che appartengono alla classe medio-alta con nessun disagio economico, il loro unico obiettivo è quello di accrescere il proprio bagaglio culturale. Il confine tra l’Italia e l’estero è sempre più sottile, ma i popoli dell’Est, da anni faticano e lottano contro il radicato modo di pensare che li vuole tutti poveri, delinquenti e implicati in affari loschi. Slavi, ucraini , polacchi e rumeni non sono solo un popolo di badanti e delinquenti, ma persone per bene che amano le loro terre e hanno voglia di crescere e migliorarsi arrivando, e forse anche superando, gli standard dell’opulenza occidentale. Questa estate, a Castelluccio Inferiore andrà in scena un vero e proprio “Festival delle tradizioni Slave” con usi e costumi tipici e l’opportunità, per gli indigeni, di imparare e conoscere anche la loro lingua. Senza tralasciare il fatto che tutto ciò per una piccola realtà come Castelluccio, potrebbe essere fonte di guadagno per le strutture alberghiere e l’impianto turistico in generale. Una iniziativa senza precedenti a Castelluccio, ma sentiamo cosa ha illuminato il cammino della Dottoressa Irianni Soccorsa che per ragioni di cuore, conosce e ama i Paesi dell’Est.
Assessore,da che cosa nasce l’idea di un gemellaggio con i paesi dell’Est?
Nasce dal fatto che i Paesi dell’Est non sono ancora conosciuti da noi, o meglio, conosciamo solo determinati aspetti di queste popolazioni, ma non la loro storia e cultura. Lo scopo di questa collaborazione, che noi vorremmo a livello amministrativo, è di aprire la realtà culturale non conosciuta dei popoli, in questo caso, slavi. Aprire questa realtà a chi vuole conoscerla e farla conoscere. Come? Contattando sul posto le persone che la rappresentano che fanno parte di quel tessuto culturale locale. E’ chiaro non sono tutti ricchi, ci sono anche persone modeste che però hanno cultura e che per vari motivi, per scelte personali o per patriottismo, non sono andati via dal Paese e hanno creato cose belle ed interessanti sul posto che noi non conosciamo. Perchè? Perché naturalmente in Italia è più facile che arrivi la persona povera che viene da una realtà economicamente disagiata, che di certo non porta il bagaglio culturale poiché a una persona affamata interessa saziarsi, non le interessa avere scambi culturali. Noi vogliamo far conoscere l’altro aspetto della medaglia: la gente normale, la gente di ogni giorno, la classe media. L’italiano medio a confronto con uno slavo, russo, bielo-russo medio. Facendo cadere lo stereotipo del rumeno o ucraino operaio, badante o peggio delinquente o prostituta. Questa realtà esiste, ma è la netta minoranza, non rappresenta la totalità di quei Paesi. Qui vogliamo ospitare quella gente che vengono da persone per bene proprio perché possono dare quella parte della cultura ricca e benestante che noi ancora non conosciamo. Qual è il fine ultimo? Incrementare lo sviluppo e il flusso di gente straniera o culturalmente diversa nel nostro territorio per arricchirlo. In zona ci sono i turisti, come nel caso di Maratea, ma vengono per puro turismo, vanno al mare e provano la cucina locale. Invece, il nostro obiettivo è quello di creare uno sviluppo culturale che non finisce lì. Se si riuscisse a realizzare una rete associata anche con i “paesi della Valle” potremmo far venire più persone ed organizzare un calendario più ampio. A tal proposito,verranno organizzati dei convegni per capire le esigenze dei cittadini del posto, perché non c’è mai stato un gemellaggio a Castelluccio, ma solo semplici scambi culturali. In questo caso l’intenzione è di far conoscere la cultura propria del posto a gente culturalmente diversa. Per dar vita a tale iniziativa, abbiamo pensato di stabilire dei contatti tra la nostra comunità e un paese dell’est Europa. Abbiamo contattato “l’ associazione dei bambini della gioventù vsesvit (universo)di Kiev (Ucraina)” e abbiamo stipulato un accordo tra la nostra amministrazione e questa organizzazione per un incontro, uno scambio tra i giovani di Kiev e quelli di Castelluccio. Come è stato pensato questo incontro e come si svilupperà? Se si riesce ad andare avanti con la programmazione e a renderla esecutiva, si farebbe venire un gruppo di ragazzi con un calendario ben organizzato sui giri da fare, i paesi da visitare tra luglio e agosto. Se ci sarà la disponibilità delle famiglie saranno dislocati nelle famiglie altrimenti verranno accolti nelle strutture alberghiere. Giorno per giorno ci sarà un itinerario da definire per un totale di 10-15 giorni al massimo. L’associazione vsesvit di Kiev, in particolare, è in contatto con un gruppo folcloristico di 15-16enni che ci permette di inserire nello scambio anche il folklore. Probabilmente per ovviare a una serie di questioni burocratiche su autorizzazioni e quanto altro, ospiteremo giovani maggiorenni. Naturalmente, per realizzare tale progetto dobbiamo contattare i vertici della Regione e valutare se ci sono bandi idonei o dei fondi predisposti. A seconda della disponibilità dei fondi ci orienteremo in un modo o in un altro. Lo scambio prevede un incontro culturale, uno scambio di idee di culture del nostro Paese e il Paese scelto. Un’integrazione nelle famiglie, imparando gli aspetti fondamentali della cultura storica dei Paesi e la conoscenza linguistica.
Per poter crescere e svilupparsi bisogna aprirsi e confrontarsi con gli altri, senza aver paura di chi appare diverso da noi, ma riuscendo a trarre il meglio da ognuno. In questo modo potremmo un giorno essere realmente cittadini del mondo.