[Articolo di Mattia Tufariello]

Venerdì 23 febbraio la sala del Centro sociale era colma di gente, e le autorità al tavolo, i consiglieri comunali con in testa il capogruppo Antonio Miranda, hanno potuto liberamente esprimere le loro  idee, mirate e fortemente critiche. Si è parlato dell’ ASTEA, società che gestisce la raccolta dei rifiuti, la tutela del verde pubblico, il gas e gli immobili, della Lavello Gas, della corsetteria e infine delle opere urbanistiche.

Si sono alternati i consiglieri Annale, De Corato, Di Vittorio e  Torciano, introdotti dall’ intervento di Antonio Miranda, che ha suscitato il pubblico a partecipare alla nuova forza politica per la prossima gestione della città. Il sindaco e la sua amministrazione, a detta dei consiglieri, non hanno avviato niente, lui  quantomeno inadatto, anche perché, come sostenuto anche in diversi manifesti precedentemente affissi in paese, la sua presenza nel territorio dovrebbe essere costante, cosa che Di Noia, milanese d’ adozione e d’ affari, non può garantire. Affari, certo, ma anche malaffare, per i DS. Si è parlato della (mala) gestione dell’ ASTEA e della Lavello Gas, la cui guida il Sindaco avrebbe accentrato nelle sue mani; addirittura di pagine strappate nei libri contabili delle suddette società, di Magistratura contabile. In poche parole, è emerso dalle parole dei consiglieri un’ inesistenza gestionale che si ripercuote sulla popolazione. Lavello Gas, ASTEA, ma anche la corsetteria, le aree urbane periferiche di Lavello.

Molte volte però la politica è un cerchio centripeto che mastica e fagocita risorse, e che non risponde adeguatamente alle reali esigenze della popolazione, come uno specchio che risucchia. Un esempio: il rione Casale, a Lavello, è soggetto al dissesto idro-geologico; è un fatto, certo, altrimenti non esisterebbe il Casalenuovo, ma usare la menzogna per coprire incapacità gestionali non è giusto, chiunque lo faccia. Via Solferino è stata soggetta a frane, e la politica risponde con il dissesto idro-geologico; un cittadino invece, ha fatto notare che prima che iniziassero i lavori per la rete del gas, la strada era in buone condizioni, e che l’ interruzione dei lavori ha fatto sì che l’ acqua penetrasse in profondità, creando un dissesto, che potremmo chiamare amministrativo, più che geologico. Un esempio, ma è la realtà quotidiana, che non riguarda solo le strade di un discreto centro lucano,ma è totale.

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