In cent’anni di storia dell’emigrazione italiana si stima che gli espatriati siano stati circa 29 milioni, mentre i rimpatriati circa 13 milioni. Attualmente si stima che siano circa 4 milioni i cittadini italiani che vivono in vari Stati del pianeta e addirittura 60 milioni gli oriundi: molti di essi appartengono a livelli sociali elevati: sono circa 400 i parlamentari di origine italiana sparsi nel mondo.
Nella storia delle migrazioni mondiali, l’Italia ha un ruolo da protagonista poiché oggi è divenuta una meta agognata da tanti immigrati extracomunitari; sono infatti già diversi milioni gli stranieri che vivono nel nostro Paese e che intendono rimanervi. Tuttavia un’altra vicenda, lunga cento anni, tanto rassomiglia al dramma vissuto dagli immigrati extra-comunitari contemporanei: l’emigrazione italiana dal 1860 al 1960, che dimostra come la storia si ripeta, anche se mai allo stesso modo.
È a partire dal 1870 che il fenomeno emigratorio inizia ad assumere proporzioni notevoli: sono circa 170.000 le persone che nel decennio 1871-1880 lasciano il nostro Paese per andare all’estero. I dati sono approssimativi tanto che già nel 1868 il problema della quantificazione dell’emigrazione emerse a livello istituzionale. Dalle prime inchieste parlamentari si seppe, ad esempio, che nel periodo 1850-1855 negli Usa emigrarono 2.995 italiani e ben 1.240 nel solo 1858.
Dal 1869 al 1900 le cifre diventano più precise (il margine di incertezza è dato dai clandestini): nel 1869 gli emigranti furono 119.806; nel 1900 furono 352.782 di cui 199.000 temporanei: destinati a ritornare ben presto in patria; il che significa che in 32 anni emigrarono 6 milioni di persone. A questo esercito di emigranti, di proporzioni davvero imponenti se si considera che la popolazione italiana ammontava nel 1871 a 27 milioni di abitanti e nel 1901 a 33 milioni, si aggiunsero nel periodo 1901-1906 altre tre milioni e mezzo di unità, superando le 700.000 unità nel biennio 1905-1906. Dal 1901 al 1913 gli emigranti furono 8 milioni, più della metà dei quali diretti oltre Oceano. Durante la Prima Guerra Mondiale si registrò una contrazione del numero di italiani che lasciarono la loro terra e gli emigranti furono 842.000. Dal 1919 al 1927 altri 2.876.000 italiani andarono all’estero in cerca di lavoro. In totale secondo i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica, dal 1876 al 1930 il numero degli emigranti raggiunse la cifra record di 17 milioni e 702.000 unità, dei quali oltre 9 milioni diretti oltreoceano.
Gli anni del fascismo e del secondo dopoguerra. Durante gli anni Trenta il Fascismo riuscì a comprimere la voglia di emigrazione degli italiani, incanalandola verso altri tipi di avventure e conquiste. Agli italiani, poveri ed affamati, non venne più concesso il permesso di espatriare, poiché essi dovevano divenire i paladini del nuovo nascente impero fascista. Dal 1921 al 1930 gli espatriati furono 255.064 e i rimpatriati 137.314. Dal 1931 al 1940 gli espatriati calarono a 70.285 e i rimpatriati a 58.986. Nel dopoguerra, dal 1946 al 1950 si tornò ad un numero cospicuo di espatriati, 225.544, ed un numero minore di rimpatriati, 78.001, rientrò nel nostro Paese.
Gli emigrati italiani degli anni Cinquanta e Sessanta non furono più solo contadini ma anche operai licenziati dall’industria italiana. In quegli anni rientrarono nel proprio paese quegli emigrati italiani che erano partiti anni prima, o i loro figli che avevano conservato le tradizioni dei padri. Si verificarono anche i primi flussi immigratori da parte degli stranieri, e ciò consentì al saldo migratorio italiano di essere per la prima volta, dopo tanti anni, positivo.
Nell’immediato dopoguerra la stragrande maggioranza delle persone emigravano in altri paesi europei, oppure nel continente americano. A partire dagli anni Cinquanta l’emigrazione nostrana si diresse soprattutto verso gli Stati dell’Europa Centrale (Germania, Francia e Belgio): ciò fu dovuto essenzialmente alla decisione dell’Italia di aderire al Trattato istitutivo della CEE (Comunità Economica Europea) nel 1957.
Gli anni recenti e la situazione odierna. Attualmente sono residenti all’estero circa 3 milioni di nostri connazionali stanziati soprattutto nelle aree dell’Europa centrale (circa 1.864.579, ovvero il 60,1% di connazionali emigrati), negli Usa e negli Stati latinoamericani (circa 1.069.282, ovvero il 34,4% di connazionali emigrati). La maggior parte dei nostri connazionali all’estero ha più di 40 anni e ben il 20% supera i 65 anni di età.
La maggior parte dei rimpatriati proviene dalla Germania (28,2%): ciò si spiega con la mancanza di ostacoli burocratici. Inoltre, dopo la crisi economica che ha colpito le economie del Sud America vi è stato un boom di richieste di rimpatri da parte degli italiani che vivevano in quei paesi (Argentina 3,6% di rimpatri, Venezuela 1,4% di rimpatri).

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148)

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it