La base fa parte di un disegno di allargamento e militarizzazione della penisola delle forze USA. Da Londra a Napoli sarà spostato il comando generale delle forze navali, Taranto (diventata base “Nato”) rischia di ospitare i sommergibili nucleari Usa che andranno via da La Maddalena. In non chiari contesti di natura militare sarebbe stato inserito il deposito di scorie nucleari di Scanzano Jonico. Permettere simili insediamenti militari significa negare all’Italia (in termini geografici e storici) un ruolo di mediazione e di pace tra l’Europa e il Medioriente.
La recente finanziaria ha aumentato le spese militari e quelle della ricerca militare, ha altresì imposto ai cittadini ulteriori tasse come il ticket sulle prestazioni sanitarie una tantum/prestazione di 10 euro. In pratica i cittadini pagano sulla propria pelle (è il caso di dirlo) e sulla propria salute gli euro che serviranno per mantenere basi militari, acquistare bombe e sperimentare nuove armi magari sulle ignare popolazioni che non hanno mai firmato nessuna dichiarazione di guerra. Non vogliamo essere complici di disegni di morte e di distruzione dell’umanità. Il Sud e l’Italia devono essere un ponte di pace verso il Medioriente e non una base di attacco che può portare solo morte e distruzione. Non serve nascondersi dietro le sigle di partito o il referendum perchè Dal Molin non può essere considerato un problema locale, ma riguarda la libertà di un popolo e il futuro di intere generazioni. Dal Molin deve diventare università per i popoli, dove i ragazzi di Vicenza, quelli Irakeni, Sudanesi, Americani imparino a dialogare, per costruire un mondo diverso senza guerre. Oggi a Vicenza si respira un’aria nuova , è ossigeno di democrazia e di pace, linfa vitale per la sopravvivenza dell’umanità.