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Monica Guerritore nei panni di Giovanna D’Arco

[Articolo di Maria Fasano]

Terza stagione di repliche per “Giovanna D’Arco”  monologo in prosa di Monica Guerritore in scena al Teatro Stabile di Potenza il 13 e il 14 febbraio. Da “Madame Bovary” a “Carmen” (portata in scena proprio nel teatro potentino) a “La signora delle camelie”- quadri del disagio dell’assenza e del vuoto interiore- l’attrice romana veste, ora, i panni dell’eroina francese.

Il testo, scritto diretto e interpretato dalla stessa Guerritore, contempla i riferimenti al “De immenso” opera di Giordano Bruno e i versi della poetessa Maria Luisa Spaziani. Sulla scena il palo del rogo e due corde. Monica Guerritore calca il palco uscendo da una quinta, camminando verso una passerella, diretta al pubblico con quella sua grande maestria, con una capigliatura bionda, corta e scarmigliata. Inizia a raccontare di lei, Giovanna, che a 13 anni, come Maria, viene illuminata dalla voce di Dio che la incita a salvare la Francia. Così calza l’armatura e  il 14 marzo del 1429 si presenta al re in veste di inviata di Dio con la missione di salvare la Francia iniziando a liberare, in soli otto giorni, Orleans.

Il monologo della talentuosa attrice romana, subisce un crescendo di toni enfatizzati dalla singolarità della messinscena: la musica di sottofondo spazia dall’adagio di archi di Barber ai “Carmina Burana” di Orff, da Tom Waits a Freddy Mercuri che firma il tema della ferita inferta a Giovanna D’arco da una balestra. Alle spalle della Guerritore vengono proiettate immagini di cronaca attuale riguardanti l’operato di tanti coraggiosi dalla cui voce si eleva l’anelito di libertà: il ragazzo di Tienanmen, Martin Luther King, i ragazzi della Locride.

Voci fuori campo, che interpretano i giudici dell’Inquisizione, provocano l’eroina in scena attraverso la lettura originale degli Atti del Processo accusandola di ”(…) essere superstiziosa, scismatica, eretica e membro marcio che infetta i membri sani della società”. Sulla passerella su cui il monologo della Guerritore si infervora, la protagonista si arrende al triste destino di pagare con la vita il suo Credo religioso.

Al termine della sua performance Monica Guerritore ha ringraziato il caloroso pubblico presente in sala attribuendo il merito delle parole del copione “A chi ha un cuore grande perché ha coraggio come Giovanna D’Arco, oggi come allora”. Ha evidenziato come la tessitura del suo copione abbia attinto da Nietzche, Brecht e dagli Atti del Processo di Giovanna d’Arco resi pubblici grazie a Papa Woiytila. Dileguandosi tra le quinte, ha congedato i presenti con il sottofondo musicale “Show musts go on” di Freddy Mercury.