La Cisl Basilicata esprime soddisfazione per l’approvazione della legge regionale sulla cittadinanza sociale. Una legge che, secondo il segretario generale Nino Falotico, “è il frutto della costante e reale concertazione che il dipartimento ha esercitato con le parti sociali e rappresenta una conquista del sindacato, che ha contribuito alla sua stesura, e dei lavoratori. La realizzazione della nuova rete integrata dei servizi sociali crea le condizioni per elevare il profilo del welfare regionale nella sua globalità e rafforza le basi per una migliore qualità della vita, specie dei più deboli”.
“In particolare – continua Falotico – la Cisl ritiene una conquista storica l’istituzione del fondo per i cittadini non autosufficienti, una scelta di alto valore civile e solidaristico che testimonia
l’attenzione della società lucana alle politiche di inclusione e coesione sociale, rivendicata con tante lotte da Cgil, Cisl e Uil e dalle rispettive federazioni dei pensionati. Grazie a questa legge – ricorda il capo della Cisl lucana – la Basilicata si colloca tra le quattro-cinque regioni dotate di analoghe norme che consentiranno di alleviare l’estremo disagio di circa 24 mila non autosufficienti lucani. Un numero che secondo uno studio della Cisl nei prossimi quindici anni è destinato a lievitare a quota 35 mila”. Soddisfazione, dunque, ma senza cedere ai facili trionfalismi: “Si tratta solo di un importante primo passo per alleviare le difficoltà dei non
autosufficienti, accompagnato da una posta del bilancio regionale 2007 di 1 milione di euro quale risorsa di sponda per attrarre un altro milione del governo centrale, ma ribadiamo che queste risorse sono ancora insufficienti, pertanto dovranno essere implementati ulteriori
fondi nelle prossime finanziarie”.
“Consideriamo questa legge – prosegue Falotico – in sintonia con lo spirito dell’Agenda sociale europea, che individua le priorità delle azioni di modernizzazione dei sistemi di protezione sociale quali vettori dei valori di solidarietà, ma anche quali fattori produttivi e
occupazionali a pieno titolo. L’incrocio-integrazione delle misure socio-assistenziali con quelle sanitarie costituisce la base della nuova frontiera del welfare regionale, della quale bisogna continuare a tenere conto in una visione di insieme con la riforma del sistema sanitario, che è a sua volta chiamata a una forte razionalizzazione del sistema e della spesa”.
“In sede di applicazione della legge – conclude Falotico – si apre adesso un momento di concertazione che dovrà affrontare e definire da subito alcune questioni tra le quali la razionalizzazione territoriale del sistema socio-sanitario e l’adozione del regolamento unico per la emanazione dei bandi relativi ai servizi socio-assistenziali, questo per evitare applicazioni disomogenee da parte delle Asl a detrimento del rispetto dei contratti e della tutela dei lavoratori”.