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La Riforma del Welfare in Basilicata

Tra i principi ispiratori il coordinamento delle politiche sociali con le politiche della salute, dell’ambiente, della formazione e della scuola, il sostegno alla condizione ed all’occupazione femminile, la conciliazione lavoro-famiglia, la valorizzazione sociale della differenza di genere e la valorizzazione della vita familiare e del contesto di stabili relazioni affettive. Gli aiuti si concretizzeranno in sussidi monetari di integrazione del reddito e programmi di intervento strettamente collegati al perseguimento dell’integrazione sociale e dell’autonomia economica delle persone destinatarie e dei relativi nuclei familiari. Le prestazioni saranno rivolte a tutte le persone residenti o domiciliate nel territorio regionale, compresi i cittadini lucani emigrati, nonché i minori di qualsiasi nazionalità, le donne straniere in stato di gravidanza e, nel rispetto delle norme dello Stato e degli accordi internazionali, gli stranieri, gli apolidi e i profughi temporaneamente presenti in Basilicata, che vivono situazioni contingenti di difficoltà. Priorità d’intervento per le persone in stato di povertà o con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie esigenze, per quelle con particolari difficoltà di inserimento nella vita sociale, e per le persone bisognose di interventi assistenziali a seguito di provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Al Difensore civico della Regione le funzioni di Garante dei diritti di accesso e dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. I Comuni sono titolari della programmazione, dell’attuazione degli interventi sociali e di concerto con le Aziende Sanitarie Locali, degli interventi socio-sanitari. Alle Province il compito di contribuire alla costruzione ed al potenziamento della rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale. Alla Regione viene assegnata la funzione di programmazione, indirizzo e coordinamento della rete.

RIFORMA DEL WELFARE REGIONALE, COMMENTO PRESIDENTE DE FILIPPO E ASSESSORE COLANGELO

“La legge che istituisce la ‘rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale’  è una grande riforma che qualifica il modello sociale di sviluppo della nostra regione e che assicura ai cittadini lucani nuovi servizi e nuovi diritti”. Lo ha affermato il Presidente della Regione, Vito De Filippo, il quale ha richiamato il valore di “una scelta di sistema, che mira a costruire in Basilicata un welfare comunitario, fondato sull’integrazione tra il sanitario ed il sociale e sul concorso di una pluralità di attori istituzionali e sociali. Di fatto avvia il processo di riordino della sanità lucana e della stessa riforma delle istituzioni territoriali intermedie”. Il Presidente De Filippo ha ricordato il grande impegno della Regione sul fronte delle politiche sociali, “un impegno che non trova eguali nel panorama delle altre Regioni meridionali, come è confermato dall’attivazione del programma per il sostegno alla povertà e per la lotta all’esclusione sociale e dalla recente istituzione del fondo regionale integrativo a favore delle persone non autosufficienti”.

L’assessore regionale alla Salute, Rocco Colangelo, ha sottolineato a sua volta: “A parte la rilevanza intrinseca delle problematiche disciplinate dalla legge, è importante rilevare come l’elaborazione della legge sia stata il frutto di uno straordinario sforzo collettivo di confronto e di collaborazione, che ha visti protagoniste attive tutte le formazioni sociali, le organizzazioni sindacali, le tante espressioni dell’associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale. La Basilicata ha ben compreso che il welfare è un pezzo fondamentale tanto della democrazia quanto dell’economia regionale e che il rilancio dello sviluppo della regione non può che partire dalla qualità delle condizioni e delle relazioni di vita dei cittadini”. L’assessore Colangelo ha voluto ringraziare le forze politiche regionali che, soprattutto all’interno della commissione permanente, hanno saputo sottrarsi alla logica immobilizzante degli schieramenti contrapposti seriamente contribuito alla definizione di “un provvedimento di forte impatto innovativo, che, al di là di alcune forzature polemiche, ha raccolto in Consiglio regionale un apprezzamento più ampio della stessa maggioranza consiliare”.