Appena un voto oltre la metà dei consiglieri. Sedici voti che hanno consentito l’approvazione da parte del centro sinistra del provvedimento, un partito di maggioranza Rifondazione Comunista, ha votato come la minoranza. Il consigliere di Italia dei Valori ha preferito non partecipare al voto. Ha fatto molto clamore, e non poteva essere diversamente, il voto contrario di Emilia Simonetti ma ancora più clamore faranno le dichiarazioni rilasciate dall’esponente rifondarola che hanno motivato questo clamoroso sgambetto alla giunta De Filippo. Numerosi segnali erano stati lanciati dalla stessa Simonetti e dalla segreteria regionale del PRC. Segnali che De Filippo ha voluto trascurare o minimizzare ed è stato costretto a prendere un pugno nello stomaco. Anzi due. Perchè dopo la finanziaria l’esponente di PRC ha replicato votando con l’opposizione anche sabato 27 gennaio in occasione dell’approvazione del bilancio.

Quello che sembrava un malessere leggero si è trasformato in un malattia seria. Bisogna vedere come si vuol intervenire. Chirurgicamente, eliminando alla radice la causa del malessere, una botta di bisturi, si taglia quell’appendice che da fastidio al resto del “corpo”, qualche giorno di convalescenza, una buona cura per guarire e tutto si risolve. Si può tentare di intervenire con qualche medicina tradizionale, assegnando magari al PRC un posto in giunta…ma al posto di chi? Il “primario” avrà le sue belle gatte da pelare per tentare una guarigione che appare problematica. A parte le questioni poste da Rifondazione Comunista il quadro politico regionale è in continuo fermento, non so se è possibile parlare di evoluzione, forse è più appropriato il termine “involuzione”.

La questione della nascita del Partito Democratico non è una cosa che molti militanti della Margherita e la sinistra dei DS vedono con lo stesso ottimismo dei vertici dei due partiti che egemonizzano da anni la scena politica in Basilicata. I mugugni sono sempre più consistenti, qualcuno non si limita a mugugnare. Sopratutto nella Margherita si è tornati alle “correnti” di democristiana memoria e coloro che non vedono di buon occhio la nascita del PD, statene certi, non rimarranno a braccia conserte. L’Italia dei Valori, per bocca del suo consigliere regionale, Autilio, non perde occasione di criticare, in modo anche feroce, alcuni atti della Giunta Regionale. Il più delle volte si ha l’impressione che il partito del Ministro Di Pietro sia passato all’opposizione. Sembra si siano dati una calmata quelli dell’UDEUR le cui estemporanee uscite di qualche esponente avevano fatto temere addirittura l’uscita dalla maggioranza. Il segretario Potenza forse è riuscito a quietare i ribelli. Non meno turbolenta è la situazione nelle file dell’opposizione dove si registra la nascita ufficiale del nuovo movimento creato da Follini. Il consiglio regionale ha un nuovo gruppo consiliare, l’Italia di Mezzo, per l’appunto, di cui fanno parte Antonio Di Sanza (ex FI) e Antonio Flovilla (ex UDC).
Un piccolo inciso, i trenta consiglieri che compongono il parlamentino lucano sono divisi in ben dodici gruppi consiliari con tanto di staff a spese dei contribuenti.

Proprio il nuovo soggetto politico, in occasione delle votazioni per la finanziaria, considerato il voto contrario del PRC e presupponendo, magari, una fuoruscita dei comunisti dalla maggioranza, ha lanciato ammiccanti segnali a De Filippo, candidandosi, in modo non proprio velato, ad entrare in maggioranza per rafforzare, sarebbe l’intento, il centro della coalizione.
Certo sarebbe davvero clamoroso questa transumanza, sopratutto dopo aver letto le tante bordate che i due neo “italiani di mezzo” hanno lanciato, dai banchi dell’opposizione, all’indirizzo della Giunta. Ma non dobbiamo scandalizzarci di nulla. La politica è tutto e il contrario di tutto. Ma i lucani non sono interessati al teatrino della politica. I lucani aspettano che i tanti problemi che sono da anni, irrisolti, nell’agenda della politica vengano finalmente affrontati e, magari, risolti.

I lucani sono stanchi delle parole, troppo spesso vuote, si vuol toccare con mano un cambiamento che preannunciato da tempo quasi nessuno riesce a toccare con mano. Alla gente frega poco o nulla del giudizio positivo di Moodys, non capisce che fine fanno quel mare di soldi che proviene dalle royalties (la Basilicata è una regione che dovrebbe campare di rendita con i proventi di petrolio, acqua, energia eolica e dintorni). Il lucano accorto, quello che non si fida di ciò che legge sui giornali o che ascolta al TGR, si accorge, sulla propria pelle, che le tante auspicate infrastrutture non ci sono e ne si vedono all’orizzonte. Si continua a viaggiare su strade poco degne di questo nome, quel che resta del sistema ferroviario funziona a pene di segugio, la larga banda da noi si può identificare con qualche complesso musicale.

A sentire invece il Presidente De Filippo in occasione della conferenza stampa di fine anno sembra che si viva in un paradiso terrestre o che stiamo lì lì per toccarlo. Non si riesce a fermare l’emorragia migratoria, si continuano a tenere in piedi carrozzoni politici utili solamente a piazzare politici trombati, parenti o amici, non si riesce a porre un argine alla continua perdita di servizi, vivere in un piccolo centro dell’interno sta diventando un incubo.
Si ha la netta impressione che la classe politica non sia in grado di percepire la realtà sociale in cui è sprofondata la nostra regione. Ci sarà qualcuno capace di dare loro un pizzicotto per riportarli a questa durra e amara realtà?

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