La rassegna è promossa dalla Comunità Montana Alto Agri in collaborazione con le Scuole Medie Inferiori del territorio. E’ curata dai giornalisti Mimmo Mastrangelo e Domenico Ciancio. Sotto una breve presentazione della rassegna e del film in programma del cinecronista Mimmo Mastrangelo.
Il cinema che si immerge dentro le tematiche della pace. Ma per toccare, affrontare, incontrare con le immagini contenuti e valori di una cultura del dialogo e del rispetto bisogna per forza di cose orientare lo sguardo verso mondi e paesi dove la pace non c’è e i diritti sono una negazione. Su questa premessa che si articola la prima edizione del ciclo di film “Cinema e pace”, organizzato dalla Comunità Montana Alto Agri in collaborazione con le Scuole Medie Inferiori del Comprensorio. La rassegna nello specifico vuole essere un osservatorio sul conflitto tra Israele e Palestina e sulle tensioni che affliggono tutte le nazioni dell’area. E siccome nel corso del 2007 i programmi dell’ Unesco e l’ Unicef dedicano una particolare attenzione ai bambini palestinesi, anche la rassegna apre una finestra sulla difficile condizione in cui versa la Palestina, svela degli spaccati di vita difficile di quel paese attraverso documenti e ritratti dove i protagonisti, le voci narranti sono sempre quelle di bambini e adolescenti.
Ma va puntualizzato che pur privilegiando una breve carrellata di opere dei registi palestinesi Najwa Najjar, Liana Badr, Mai Masri, il contenitore non vuol affermarsi in una propaganda contro Israele. “Cinema e pace” è solo pensato per far conoscere un dramma evitando faziosità, strumentalizzazioni ideologiche o politiche, per cristallizzare tra gli spettatori a cui si rivolge dinamiche per una cittadinanza attiva, per un senso civico improntato, innanzitutto, sul rispetto della diversità. “Cinema e pace” vuol far suo (questa è l’unica presunzione) un monito dell’ex Cardinale di Milano, Carlo Maria Martini, il quale ci avverte che “non ci sarà pace nel mondo finché non regnerà in quella terra piena pace”. Ma “Cinema e pace” vuole anche essere una zoommata sulle altre difficili e preoccupanti realtà circostanti i territori della Palestina e lo Stato Israele, per questo si spiega la proiezione (ore 10.30 Scuola Media di Moliterno) di “Zendegi-Dar-Meh” di Bahman Ghobadi, cortometraggio di meno di mezz’ora che ci porta in un villaggio delle montagne dell’Iran dove un ragazzo di tredici anni, orfano di madre e padre, per mantenere i tre fratelli più piccoli è costretto lasciare la scuola ed andare a lavorare nelle compagnie dedite al trasporto su cavalli di carichi pesanti.
Una storia vera con personaggi autentici (anche se il regista in alcune scene ha voluto imporre il taglio del mockumentary, tecnica che unisce la fiction alla realtà) che si risolve sullo schermo nella rappresentazione di un’infanzia strappata, di una sofferenza e di un sacrificio che stride con i babbo natale, le befane e tutte le feste di compleanno con cui vengono pasciuti i bambini delle nostre realtà. Si guarda con rabbia e un senso di impotenza la storia di Zendegi e dei suoi tre fratellini (uno è menomato) e viene facile pensare che anche il Padreterno di fronte al loro dramma si è distratto, ha voltato lo sguardo dall’altra parte. Anche a lui manca una risposta, una scossa di pietà per donarla a Zendegi e ai suoi sfortunati fratellini.