Nel 2005 sono state destinatarie di un provvedimento di allontanamento dal territorio italiano 119.923 persone, di esse quelle effettivamente rimpatriate costituiscono il 45,3%.
Analizzando le nazionalità in base al rapporto tra i destinatari del provvedimento di allontanamento e quelli effettivamente rimpatriati, si evince che per gli stranieri appartenenti ad alcune nazionalità il rimpatrio si realizza più frequentemente rispetto ad altri: iracheni 82,5%, afgani 76%, albanesi 74,2% e bulgari 70,3%.
Nel Nord la misura di allontanamento adottata con più frequenza è il respingimento alla frontiera pari al 43,9% dei provvedimenti totali. Al Centro rilevante è l’attività di successiva repressione dell’illegalità del soggiorno e le espulsioni incidono per il 45,5% sul totale dei vari provvedimenti di allontanamento. Anche al Sud prevalgono le espulsioni che rappresentano il 42,2% del totale dei provvedimenti. Nelle Isole, i cui dati sono forniti esclusivamente dalla Sicilia, prevalgono i respingimenti disposti dai questori che sono pari al 55,5% del totale dei provvedimenti. È interessante notare che nella stessa area geografica la percentuale dei respinti alle frontiere dalla polizia risulta molto ridotta (4,4%). La polizia di frontiera, infatti, pur intercettando i numerosi tentativi d’ingresso illegale attraverso gli sbarchi, che secondo i dati del Ministero dell’Interno nel 2005 sono stati 22.939 sulle coste italiane, non dispone il respingimento. Questa misura, dovuta all’ingresso illegale attraverso le frontiere marittime, in Sicilia può essere attuata solo dopo il trattenimento nei C.P.T. e all’identificazione delle persone coinvolte e di quelle che vogliono presentare domanda di asilo.
I C.P.T. in Italia.
In Italia sono presenti e attivi C.P.T a: Torino, Milano, Modena, Bologna, Roma, San Foca di Melendugno (Lecce), Restinco (Brindisi), Lamezia Terme, Caltanissetta, Agrigento, Trapani, Borgo Mezzanone (Foggia), Otranto, Crotone e Lampedusa.
Nei C.P.T. situati nel territorio italiano sono transitati 16.163 persone nel 2005. Il maggior numero di trattenuti si è registrato nel centro di Roma, quello a Ponte Galeria, con 3.681 unità pari al 22,8% del totale, seguito da quello di Lampedusa, 15,3% e da quello di Torino, 11,5% del totale.
Secondo il Rapporto dei Medici senza Frontiere e quello di Amnesty International alcuni C.P.T. presentano infrastrutture inadeguate: gravi carenze strutturali, alloggi provvisori e inadeguati per il soggiorno prolungato, sovraffollamento nei luoghi preposti al soggiorno, limitato o mancante lo spazio per attività ricreative.
Si evidenziano notevoli differenze tra i diritti di cui godrebbero gli stranieri all’interno dei centri e le denunce per un’inadeguata assistenza medica o consulenza legale, sulle condizioni all’interno dei centri e sulle difficoltà o sui ritardi ad accedere all’interno del centro.
Sono state riscontrate carenze anche a livello di mediazione culturale e assistenza psicologica adeguata. Molti medici all’interno dei centri ammettono la somministrazione di dosi massicce di psicofarmaci senza consultare i Dipartimenti di Salute Mentale dell’Asl di riferimento. Una percentuale non trascurabile dei trattenuti nei centri usa abitualmente farmaci psicotropi. Numerosi casi di autolesionismo sono stati riscontranti in quasi tutti i centri, ma i pazienti che si sono procurati delle lesioni personali non sono stati seguiti da psichiatri o psicologi.
Raramente nei centri sono presenti protocolli e procedure nel caso di patologie infettive a diffusione umanitaria.
Secondo Medici senza Frontiere che hanno redatto il Rapporto, il sistema dei C.P.T. «non può essere considerato un sistema funzionante» e al suo interno non è previsto il rispetto dei diritti e della dignità umana. È considerato un sistema fallimentare in tutte e tre le fasi del trattenimento (all’ingresso dei centri, durante la permanenza e al momento dell’uscita) e ha dimostrato di non essere in grado di «espletare il proprio ruolo e raggiungere il proprio scopo».
“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148 )