Lo scorso 26 ottobre la Comunità Europea ha emesso una sentenza che obbliga il nostro Paese a rendere esecutiva la normativa di quattordici anni prima. In seguito al verdetto bene ha fatto l’Associazione Italiana Biblioteche a rilanciare la raccolta di firme “Non pago di leggere” in modo da coinvolgere un largo movimento d’opinione per raggiungere l’obiettivo di revisione della direttiva 92/100. Applicare una “tariffa sui libri a prestito” significa, innanzitutto, aggirare il Manifesto dell’Unesco per le Biblioteche Pubbliche il quale – tra l’altro – prescrive che “la partecipazione costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un’ istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza al pensiero, alla cultura e all’informazione”. Il “libro col ticket” danneggia, inoltre, l’immagine e le ricadute positive delle stesse biblioteche (specie dei centri più piccoli) le quali si vedranno restringere l’affluenza giornaliera. A chi ha pensato che tale esborso sia una scelta giusta, è sfuggito che si tratta di una rimessa classista che penalizza quelle persone, quelle famiglie, quei ceti economicamente più deboli che non hanno la possibilità di comprare i libri pur amando la lettura. Bruxelles ha poi trascurato che fino ad oggi la rete delle biblioteche, coi prestiti, non ha fatto altro che incentivare la lettura e gli stessi interessi degli editori. Pertanto, con questo documento si intende sollecitare il nostro Governo e le altre Istituzioni a prendere in considerazione il principio di separazione delle remunerazioni degli autori dal prestito compiuto in biblioteca in modo tale che, istituendo un fondo da destinare al diritto d’autore, non vengano penalizzati i lettori che nel nostro Paese sono ancora una bassissima percentuale del totale della popolazione.
Mimmo Mastrangelo
Assessore alle Politiche per la Pace
Assessore Attività Produttive