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[ ANNO III – GENNAIO 2007 – NUMERO 01 ] LA CITTÀ MULTIETNICA

La città e l’urbanizzazione. All’inizio del Novecento erano pochissime le città con una popolazione superiore ai 10 milioni di abitanti; in un secolo, più della metà della popolazione mondiale si è urbanizzata; secondo le previsioni di Unchs Habitat nel 2015 saranno 23 le città con una popolazione superiore ai 10 milioni, e 19 di queste saranno nei paesi “sottosviluppati”.
Intorno ai nuclei urbani originari si forma anche un’area indefinita, un “non luogo urbano”, in cui sono presenti comuni minori che hanno registrato in questi ultimi anni una crescita urbana rilevante. Si può, inoltre, sottolineare che la forma metropolitana non è rappresentabile come una “città più grande”, ma come una forma di insediamento dai confini poco percepibili e non definibili.
La città multietnica. Secondo le stime del Dossier Caritas Migrantes, nel 2005, nelle aree metropolitane la presenza straniera è così ripartita: Roma (365.274), Milano (334.681), Torino (126.720), Napoli (74.574), Bologna (69.793), Genova (44.032), Bari (28.136), Firenze (84.570) e Venezia (41.667); l’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione complessiva (italiana e straniera) provinciale indica che la provincia di Roma si avvicina al 10%, Milano, Firenze, Bologna e Torino oltrepassano la soglia del 5%, Venezia e Genova si aggirano intorno al 5%, mentre Bari e Napoli registrano un’incidenza intorno al 2%.
La provincia di Roma, nonostante rimanga il polo attrattivo della Regione con l’87,2% degli stranieri, decresce a favore delle altre province del Lazio, ed è seguita dalle province di Genova (55,9%), Napoli (54,8%), Torino (53,2%), Milano (47,0%), Bari (46,7%), Firenze (34,7%), Bologna (22,3%) e Venezia (13,1%).
La variazione percentuale maggiore dal 1995 al 2005 è di Venezia (1.358,9%), seguita da Torino (503,6%), Bologna (385%), Bari (370,8%) e Milano (303,9%).
Per quanto riguarda i Comuni invece, Roma mantiene il primato a livello nazionale, mentre Milano subisce, rispetto al 2004, un incremento del 13,7%.
Nei Piani Regolatore e nei Piano Strategici di molte città non si ha ancora la consapevolezza dell’incidenza del fenomeno migratorio sull’assetto urbanistico, in altre, come Milano, Torino e Parma, se ne tiene conto.
Secondo Scenari Immobiliari si assiste ad una dinamica che spinge gli immigrati ad insediarsi nelle aree abbandonate dagli italiani (Alta Lombardia, il Vergante novarese, l’Appennino emiliano e abruzzese, e il reatino), delineando, quindi, una sorta di “gentrification al contrario” che riguarda ampie aree geografiche, invece di quartieri cittadini, e che vede come protagonisti gli stranieri.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148 )