[Articolo di Mattia Tufariello]

Nicola Cilenti era attivo come poeta negli anni della seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, e si ricordano testimonianze di lui, vincitore di premi letterari nazionali, che misero in mostra il nostro lavellese agli occhi della nazione, quella letteraria almeno. Da ricordare il primo posto aggiudicatosi con la poesia “Tott’ lu monn’”, rifacimento in dialetto dell’Infinito leopardiano. Parlare della poesia e della poetica di questo giurista d’altri tempi è un obbligo per alcuni.

A Lavello infatti, è stata dedicata il 30 dicembre dell’anno appena finito una piazza, un largo per la precisione, all’”insigne”, fratello della musa lucana, che cantava banditori cittadini e le muse dagli occhi che riflettono le stelle sotto le scure sopracciglia in un antico rituale di corteggiamento. Canta il vitello che nasce nella stalla, del seno da cui sgorga il suo latte. Canta il “cannaroute”, il ghiottone. Il dialetto vive, pregno, volgare a volte, ma sublime, sempre lucido. Si dichiara apolitico, anche, ama la vita.

Si è celebrato questo poeta a Lavello, con l’ intestazione della piazza, con due targhe commemorative realizzate dall’ artista Carmela Capozzi, e in serata con la presentazione di un volume a lui dedicato, “Pe’ sempe So’ turnato!” curato dal prof. Saverio Caprioli. Raccoglie cenni storici, biografici, e poesie, dialettali e non. Un fervente cristiano, che l’avv. Mauro Carretta, suo conoscente e fervente ammiratore, ricorda per momenti di “spirituale godimento” che il Cilenti, la sua opera regalava. Dalle sue parole, un uomo buono, vivo, per le strade di Lavello il saluto a tutti, abbracci. Lo ritraggono alcune foto a Monaco, altre a Paestum. Alta società certo. Conosciuto e festeggiato al Caffè Greco di Roma. La poesia, l’arte, in Italia guarda al passato, a maggior ragione negli anni 50, a maggior ragione a Lavello. Altre storie vissute altrove in quegli anni: vi erano film di fantascienza, in America Philip Dick, avveniristico pioniere delle frontiere informatiche in cui il mondo è globalizzato oggi. Altre storie. Ciò che ci caratterizza è la particolarità, l’Italia è piena di cantucci, angoli. La Lucania, che conta centri particolari, angoli, vite, maledizioni, a volte chiese, campane, è uno di questi.

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