[Articolo di Mattia Tufariello]

A seguito della posa in opera del ripetitore sono state inoltrate lettere e telefonate di protesta all’amministrazione comunale. Infatti, la nuova antenna è stata installata in un sito dato in uso dal Comune all’Acquedotto Lucano, nel rione Madonnina.

Per saperne di più abbiamo incontrato Nicola Abbiuso, vicepresidente del Comitato “Diritto alla Salute”. Il problema, riferisce, nasce dal fatto che queste antenne, secondo studi condotti da vari scienziati, si pensi al rapporto Stewart, inglese, e a quello Refllex, tedesco, possono essere la causa di linfomi. A Lavello, nell’area di Via Verdi, dove sono presenti due ripetitori, vi sono stati casi di morte per cancro, e anche se la scienza ufficiale, sostiene Abbiuso, non afferma con certezza che le onde di questi ripetitori provocano il cancro, ammette comunque la possibilità che ciò avvenga. Quanto basta a che si levi la voce di cittadini, forse più informati degli altri sul problema, preoccupati della Salute pubblica, che è un bene comune da tutelare, salvaguardare.

É triste notare, però, come la telefonia mobile è ultra-quotidiana, sovraesposta come fenomeno commerciale, una fascinazione tecnologica che coinvolge oramai tutti gli strati della popolazione, e che forse vi sono troppi interessi economici in gioco perché si ripensi il suo essere, il suo danno e la sua utilità.

Il problema purtroppo esiste, ma non se ne parla abbastanza, forse perché le masse hanno bisogno di essere acquietate, o peggio rese cieche, come se non dovessero sapere in che modo viene gestito il loro stile di vita: si pensi agli “scintillanti” telefoni cellulari, e ai problemi delle onde nocive, altra faccia della medaglia. Forse si tace perché la fobia, soprattutto quando è una fobia di massa, diventa nociva, e va a scuotere ciò che non vorrebbe, si noti, non ciò che dovrebbe, ma ciò che non vorrebbe essere scosso: il sistema.
Gli interessi, si diceva, sono forti, un colosso, ciò che sono le compagnie telefoniche, tra l’altro. Ma il colosso dell’umanità, della cittadinanza, la sua Salute, è  meno subdolo, meno esibizionista, meno digitale, avanzato, ma fondamentalmente irrinunciabile, non dilazionabile, non oscurabile!

Il Comitato, come sostiene Abbiuso, vuole suscitare il dialogo, far emergere un problema non da poco; vuole, inoltre, sollecitare le associazioni e l’amministrazione, affinché si trovino soluzioni veramente risolutive e pulite. Si terrà, a proposito, a metà gennaio, un incontro con gli operatori telefonici al fine di individuare aree extra-urbane atte alla localizzazione delle antenne.

Il Comitato appena nato, con un direttivo di sei persone, si riunisce, almeno adesso che vi è un’attività che esige più discussione e impegno, ogni mercoledì e sabato nei locali del Centro Sociale cittadino. La tematica trattata attualmente è quella delle antenne telefoniche, ma la prospettiva è quella di allargare l’attenzione ad altri fattori di inquinamento ambientale che mettono a repentaglio la Salute pubblica.

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