Le cure mediche possono diventare arte quando il medico coglie e scambia con il suo malato “ciò che si esprime con difficoltà”. E’ questo il messaggio che cercherà di trasmettere la mostra itinerante “Curare e Guarire. Occhio artistico ed Occhio clinico” allestita dal 16 al 22 dicembre presso l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza, promossa dall’Associazione Medicina e Persona e patrocinata dall’Azienda Ospedaliera San Carlo, dalla Regione Basilicata, dalla Provincia e dal Comune di Potenza, dall’Ordine dei Medici della stessa città. La mostra sarà inaugurata domani pomeriggio alle 17 nell’auditorium dell’ospedale.
L’itinerario documenta, in 46 pannelli, le opere relative alla produzione degli ultimi secoli di maestri quali Chagall, Matisse, Metsu, Picasso, Goya, Munch e Van Gogh. “Per fare la diagnosi ad un paziente – spiega il curatore della mostra Giorgio Bordin, direttore sanitario dell’ospedale “Piccole Figlie” di Parma – servono occhi capaci di guardare e sentire come sanno fare quelli di un artista, occhi capaci di andare oltre la realtà apparente”.
Ognuno dei pannelli ha un suo titolo-tema, illustrato da un quadro principale e relativo commento e altre opere secondarie riprodotte nello stesso pannello accanto all’opera di riferimento. L’emblema della condizione umana, nella sua limitatezza, ma anche nel suo desiderio di infinito è rappresentato dalla figura di Icaro che apre la mostra con il primo pannello, nelle tre rappresentazioni di Matisse, Brueghel, Chagall. Nella prima il rosso cuore di Icaro, nella sagoma nera del corpo, evidenzia l’anelito all’oltre e la sfida ai propri limiti, mentre Brueghel e Chagall documentano la caduta, l’uno nell’indifferenza generale, l’altro nell’accoglienza della gente semplice.
Quattro le sezioni seguenti dedicate rispettivamente a “Poveri malati e malati poveri”, “Curare e Guarire”, “Accanto ai malati”. “Prospettive insolite”. Nella prima sezione l’attenzione è focalizzata sulla malattia, sulle sue componenti di povertà, solitudine, disagio e “provocazione” al mondo dei sani a superare le barriere. Paradigmatico il quadro di Le Fresnaye nel quale la mano della malata pare tesa verso l’osservatore per coinvolgerlo nella sua condizione. La seconda sezione presenta il malato nel suo bisogno globale del corpo e dell’anima in un desiderio di salute che diventa desiderio di salvezza e di compimento di tutta la persona nella sua interezza. La sottosezione sul ‘bambino malato’ è la più commovente della mostra con opere di Picasso, Munch, Millet e altri, evidenzia il rapporto della madre con il figlio per amore, il rapporto di cura per antonomasia. La cura prescinde dall’esito, è accoglienza, condivisione del dolore, come nel quadro di Millet in cui la madre protegge la figlia malata con un abbraccio.
Nella terza sezione, la più “storica”, si documenta il tentativo di risposta al bisogno dei malati. Emblematica l’opera “Chirurgia a cuore aperto” di Neiman, nel quale il malato in una sala affollata sembra essere senza volto e senza espressione. La quarta sezione è dedicata ad artisti che hanno vissuto in prima persona l’esperienza della malattia.