[Articolo di Tatjana La Paglia]
“Le immagini che ogni giorno ti fanno vedere le fanno diventare cosa quasi normale, anche un omicidio puo’ sembrare banale il fatto e’ che ad alcuni li fa anche esaltare, violenza che da’ fuoco all’alienazione e poi alla fine invece che insegnare crea panico e indifferenza totale.
Te dico e’ l’ignoranza che crea l’intolleranza di gente cieca e senza coscienza che e’ violenta, ma non per esigenza: e’ solo oppressa dalla sua stessa esistenza. E’ l’ignoranza che crea l’intolleranza, e’ l’ignoranza che crea la violenza.”
Una canzone da canticchiare, un suono che ritma le giornate, ma soprattutto un messaggio.
“E’ l’ignoranza che crea la violenza” cantano i South Sound System ne “Le radici della violenza”, brano da cui è tratta questa immagine di inquietante attualità, carica di tutto quello che ogni giorno accendendo la televisione, sfogliando il giornale o facendo un giro su internet, siamo costretti a trovarci di fronte. Insomma piccoli e imbarazzanti scenari di “ordinaria follia”, giusto per fare un’altra citazione. Purtroppo di queste citazioni ne potremmo fare a milioni e di ogni tempo, perché è da sempre che la violenza e l’aggressività innate nell’uomo vengono fuori nei modi più svariati, nei momenti meno attesi e, se è possibile, per ragioni più o meno giustificabili. Di fatto il “fenomeno del bullismo”, come è stato recentemente etichettato questo grave problema di natura non solo giovanile ma umana, è una realtà sempre più dura e cattiva che dilaga a macchia d’olio e si insinua sempre di più nel nostro tessuto sociale. Il più forte che picchia il più debole, lo minaccia, lo insulta e infine, aiutato anche dalle nuove tecnologie, lo filma in classe, per strada, tra la gente che lo guarda compiaciuta o interdetta e ne fa un vanto con gli amici.
Ieri a Matera si è svolta nella sala giunta del Palazzo comunale, una riunione del Cpsop (Comitato Provinciale per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico) che ha affrontato alcuni dei temi legati a questo fenomeno e al disagio giovanile. “Il problema nasce innanzitutto come atteggiamento mentale – ha spiegato il sindaco Michele Porcari – ma si trasforma in forme che degenerano in veri e propri episodi criminali. In questo senso è importante il ruolo delle forze dell’ordine. Il bullismo che oggi recepiamo come allarme, è un fenomeno che ci deve preoccupare soprattutto per le conseguenze per la nostra società. Dobbiamo invertire la logica della forza – ha concluso – riappropriandoci del meccanismo delle regole per sviluppare le potenzialità dei giovani, a cominciare dall’ambito familiare”. Il ruolo educativo e non repressivo è stato sottolineato dal Questore, Carmelo Gugliotta che ha aggiunto: “Abbiamo raccolto un’istanza sommersa che proveniva dalla città, dalla scuola, dalla famiglia. La nostra politica deve essere comunque di ampio spettro tenendo in considerazione il fatto che si tratta di un fenomeno che si sta diffondendo. Dal bullismo, infatti, i passaggi obbligati conducono alla violenza, alla criminalità organizzata o allo spaccio e consumo di stupefacenti”.
La riunione del Cpsop insieme agli organi scolastici, ai presidi, ai docenti, ai rappresentanti di Polizia di Stato, ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza, indubbiamente rappresenta un passo importante verso il problema e la ricerca della risoluzione. Ma affrontare la questione con l’indice puntato verso i giovani e le realtà familiari in cui vivono, forse non è proprio avere una visione completa della situazione che stiamo vivendo. Il problema va oltre i singoli episodi denunciati e purtroppo non riguarda solo i giovanissimi, e non comprende esclusivamente gesti forti e brutali, disinteresse e apatia sono l’altra faccia della violenza.
“Te dico e’ l’ignoranza che crea l’intolleranza di gente cieca e senza coscienza che e’ violenta, ma non per esigenza: e’ solo oppressa dalla sua stessa esistenza”.