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Il primo “inghippo” lo si incontra sommando i Megawatt totali degli impianti in esercizio o in fase di realizzazione (224,45 Mw) con i Megawatt dei 9 impianti citati prima, per i quali è stato effettuato lo screening, con parere V.I.A. positivo (L.R. 47/98) ed in attesa di Autorizzazione unica ai sensi del D.lgt. 387/2003 (343,10 Mw). La potenza totale raggiunge quota di 567,55 Megawatt, ossia 67,55 Megawatt in più rispetto al tetto dei 500 Megawatt previsti nel nuovo Disegno di Legge in materia di energia. Il superamento è sicuramente un’incongruenza che la Regione dovrebbe verificare e correggere. Con questi dati e con un numero di pale pari a 475, la svendita e la deturpazione delle montagne è servita.

Inoltre, il nuovo DDL è ambiguo al comma 6, allorquando prevederebbe ulteriori deroghe per pubblico interesse, essendo chiaro che l’energia ha per finalità il “pubblico interesse”. La norma finale (art. 5), al pari, è altresì ambigua e non fa riferimento nè alle misure di salvaguardia delle aree protette nè alle stesse linee guida regionali in materia di corretto inserimento degli impianti eolici sul territorio. Inoltre il comma b dell’art. 2 esclude dal campo di applicazione gli impianti idroelettrici ad acqua fluente, quelli alimentati da biocombustibili prodotti nel territorio della regione. Una affermazione questa non supportata da un quadro analitico della potenziale offerta in termini di potenza producibile, anche in considerazione degli impatti ambientali conseguenti.

In conclusione, considero eccessiva e non coerente rispetto ad altre fonti rinnovabili, la potenza totale di 500 Megawatt prevista per la fonte eolica. Bisognerebbe, invece, puntare su un incremento considerevole per il fotovoltaico, con l’obiettivo di installare 500 Megawatt nominali di fotovoltaico nei settori industriale, artigianale e civile per i prossimi 4 anni. Per questo obiettivo si potrebbero utilizzare i proventi delle royalties del petrolio “compensando” in termini di energia pulita le quote derivanti da fonti fossili, con benefici sia in termini economici (benefici diretti per le comunità e l’apparato produttivo regionale) sia per l’ambiente (riduzione della componente di energia prodotta da fonti fossili). Questo processo virtuoso riscatterebbe la Regione dalla dipendenza dal petrolio sia in termini di produzione sia di consumo, ponendola all’avanguardia per l’incremento della fonte fotovoltaica in Italia ed in Europa.