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7 Dicembre: Sciopero generale dell’industria lucana

Oggi giornata di vigilia dedicata alla messa a punto degli ultimi particolari della complessa macchina organizzativa dello sciopero generale di otto ore che domani porterà in piazza a Potenza i lavoratori e le lavoratrici del comparto industriale lucano. Nel capoluogo sono attesi qualcosa come sessanta pullman provenienti da ogni angolo della regione (40 dal potentino e 20 dal materano). Il ritrovo sarà quello storico del rione San Rocco. Da qui alle 9 partirà il corteo che attraverserà corso Garibaldi e corso XVIII Agosto per poi confluire in piazza Matteotti (comunemente nota come piazza Sedile) davanti alla sede del Comune di Potenza dove alle 11 si terrà il comizio finale.

Sono previsti gli interventi (nell’ordine) del segretario generale
della Uil Basilicata, Michele Delicio, del segretario generale della
Cisl Basilicata, Nino Falotico, e del segretario generale della Cgil
Basilicata, Angelo Vaccaro. Gli interventi dei leader saranno
intervallati da quelli di tre rappresentanti dei lavoratori dei
settori chimico, tessile e agroalimentare. Intanto, si avvia a conclusione il fitto calendario di assemblee nei luoghi di lavoro. Oggi in programma incontri a ogni inizio turno nelle aziende metalmeccaniche Sider, Italtractor e Firema. Ultime assemblee anche nel settore agroalimentare a Rionero presso le aziende Fonti del Vulture e Cutolo.

PIATTAFORMA DELLO SCIOPERO GENERALE 10 IDEE PER LO SVILUPPO

La concertazione come metodo di governo
Passare dalla concertazione annunciata alla concertazione praticata,
sistemica e non frammentaria. Una concertazione che veda le parti
imprenditoriali rivestire un ruolo attivo e propositivo, contrariamente a quanto avvenuto fino ad oggi, spettatrici passive degli eventi che hanno determinato la storia e il destino del tessuto industriale e produttivo della Basilicata.

Politiche industriali e delle attività produttive per una regione più
“attraente”
Determinare reali condizioni di attrattività e di convenienza
localizzativa delle aree industriali lucane in una visione d’insieme
con un piano regionale per il lavoro e la formazione, accelerando
anche l’attivazione dello sportello regionale per le attività
produttive e mettendo in atto una strategia di attrazione di
investimenti nazionali ed esteri nei settori a maggiore vocazione
produttiva della regione (agro-alimentare e agro-industria) e a più
elevato contenuto tecnologico (energia, biotecnologie, tecnologie
applicate alla tutela ambientale e alla difesa del territorio).

Nuovi incentivi alle piccole e medie imprese: aiutare per innovare
Privilegiare nuovi regimi di aiuto alle piccole e medie imprese e
forme di sostegno a nuovi programmi integrati di sviluppo territoriale
di tipo distrettuale o di filiera, favorendo prioritariamente i
programmi di crescita dimensionale e di innovazione delle imprese
esistenti, anche attraverso la promozione e l’incentivazione di
programmi di ricerca applicata e di innovazione da parte delle reti di
piccole e piccolissime imprese.

Una sferzata di “energia” al sistema produttivo regionale
Varare un piano energetico-ambientale regionale che stabilisca le
condizioni di utilizzo delle risorse energetiche da destinare alla
creazione di convenienze produttive e localizzative attraverso la
riduzione dei costi energetici per il sistema delle imprese e
l’abbattimento delle tariffe ai cittadini.

Task force anti crisi, meglio prevenire che curare
Ridefinire le funzioni in capo alla task-force regionale in un’ottica
di azione interdipartimentale tra attività produttive, lavoro e
formazione, bilancio e programmazione. La task-force non deve
limitarsi alla mera gestione delle crisi aziendali ma deve svolgere la
funzione di attrazione e riqualificazione degli investimenti
industriali.

Il lavoro prima di tutto
Promuovere una legge organica che disciplini tutti gli aspetti in
materia di mercato del lavoro compresi gli ammortizzatori sociali (ad
esempio percorsi dedicati al reinserimento dei lavoratori espulsi dai
processi produttivi e all’accompagnamento di quelli prossimi alla
pensione) affinché si realizzi la piena integrazione tra servizi
formativi e servizi per l’impiego, anche attraverso una rivisitazione
dei compiti e delle attività delle due agenzie pubbliche provinciali.
Contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento, sostenendo l’emersione
delle imprese sommerse e migliorando la qualità ambientale e le
condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro. Sgravare gli strumenti
di politica del lavoro (ad esempio le borse lavoro) da improprie
finalità assistenzialistiche – rendendoli più selettivi e mirati a
obiettivi verificabili di occupabilità e stabilizzazione occupazionale
– e promuovere l’inserimento lavorativo dei giovani, delle donne,
delle persone disabili e più in generale dei soggetti a rischio di
esclusione, nonché favorire la conciliazione fra tempo di lavoro, di
vita e di cura.

Un programmazione poco “negoziata”
Rilanciare la programmazione negoziata, aggiornando gli strumenti in
una visione concertata che renda più efficace la programmazione dei
fondi strutturali comunitari, privilegiando una logica di sostegno al
sistema delle imprese. Dare impulso al distretto del mobile imbottito,
attuando il protocollo di intesa sottoscritto da Cgil-Cisl-Uil,
associazioni delle imprese, Regioni Puglia e Basilicata e governo
nazionale.

Per una nuova industrializzazione
Rilanciare la reindustrializzazione della regione tenendo conto delle
aree di criticità quali la Val Basento e il pieno utilizzo delle
risorse rivenienti dal contratto d’area del potentino per le aree
della ex 219.

Strade e binari per far “camminare” lo sviluppo
Rilanciare il settore delle costruzioni puntando in via prioritaria al
completamento delle opere pubbliche già in corso (a partire dalla
Tito-Brienza). Monitorare le opere pubbliche cantierabili e rendere
operativo il rafforzamento e il potenziamento della viabilità e del
sistema ferroviario, a partire dalle priorità già indicate da
Cgil-Cisl-Uil di Basilicata.

Senza “rete” non c’è sviluppo
Completare le reti di information & communication technology nel
territorio regionale (banda larga, cablaggio delle aree industriali,
reti wireless), promuovere la diffusione di massa del Pc e
dell’accesso a internet affinché si possano estendere le forme di
partecipazione delle persone alla cittadinanza politica e sociale.