Cento domande a Claudio Velardi
Conduce Renato Cantore

Claudio Velardi, da sempre conoscitore e frequentatore del backstage della politica, giornalista, politico, fondatore e presidente di Reti, società italiana di New Politics, nel suo interessante lavoro presenta un oculato ed incisivo excursus che parte dalle primarie dell’Unione al caso Unipol, dalla nuova legge elettorale alla strategia mediatica di Berlusconi, dai poster 6×3 all’uso dei sondaggi: l’estenuante maratona elettorale vista con gli occhi di un comunicatore. Un racconto che va dal settembre 2005 a giugno 2006. Le diverse fasi della campagna, le elezioni politiche di aprile, la scelta del nuovo presidente della Repubblica, il referendum sulla devolution, le amministrative nelle grandi città: tappa per tappa i più significativi passaggi dell’ultimo anno, decifrati attraverso le teorie e i processi della comunicazione politica. Un diario degli eventi ma anche un’analisi dei principali casi e del loro impatto sull’elettorato.

Fa piacere avere al governo un bel po’ di amici, persone che conosco da una vita. Ma devono fare qualcosa per l’Italia, e subito. Devono rischiare in proprio, cambiare il paese mettendosi in gioco. Per loro non ci sarà una prossima volta.

Dalla sconfitta annunciata di Berlusconi alla sua quasi-vittoria. Dai 4 milioni e mezzo di elettori delle primarie ai 25mila voti che consentono a Prodi di governare tra condizionamenti estremisti, riforme annunciate e rimangiate, un voto di fiducia dopo l’altro. Sullo sfondo la solita operetta italiana, con le retoriche speculari del “ce la faremo” e del “non c’è niente da fare”, l’abisso del debito pubblico e il trionfo dei compromessi, spie che ci tramano contro, giudici che danno spettacolo, intercettazioni da pochade, affari e manette: regolari tragedie che finiscono in farsa. Mentre i politici parteggiano e dividono invece di unire e governare. E dire che il 2006 doveva cambiare l’Italia: l’anno uno della Nuova Era dell’Unione di Prodi, dopo il Grande Fallimento berlusconiano. Una lunga corsa, suggellata da schiaccianti vittorie in tutte le elezioni intermedie e conclusa con le trionfali regionali della primavera 2005. Le politiche dell’aprile 2006? Una pura formalità, organigrammi già pronti, bisognava solo iniziare a lavorare. Invece ci si mette di mezzo il Grande Comunicatore, il Cavaliere mai domo, che comincia nell’autunno 2005 la sua inaspettata rincorsa, nell’incredulità generale, sorretto solo dall’incrollabile fede in se stesso. Cambia la legge elettorale, approva la devolution, si scatena in tutte le tv. E, mese dopo mese, recupera il terreno perduto. Come in un film, vediamo scorrere la sua rimonta e il parallelo affanno di Prodi in una campagna elettorale improbabile e lunghissima, fatta di sondaggi inattendibili, manifesti che insozzano le città, duelli televisivi ingessati e strampalate strategie comunicative. Gli italiani assistono, sornioni, allo spettacolo. Poi, al momento di decidere, il 9 e 10 aprile, con un voto inatteso e beffardo, consegnano al futuro un paese ingovernabile e incomprensibile. Che ama Berlusconi e manda al governo Pecoraro Scanio e Di Pietro, festeggia gli azzurri campioni del mondo e difende gli indagati di Calciopoli, sostiene le liberalizzazioni per gli altri e le corporazioni per sé. L’anno che doveva cambiare l’Italia è descritto da un uomo di sinistra che da anni si occupa di comunicazione e politica. Un diario appassionato e ironico che si conclude con due outing: l’autore confessa di aver capito molto poco del circo politico-mediatico in cui vive, e di non farcela più, da uomo di sinistra, a sostenere, dopo decenni di militanza, buone cause giocate sempre nella maniera peggiore.

Scheda del Libro

Titolo: L’anno che doveva cambiare l’Italia.
Sottotitolo: Le elezioni 2006 raccontate da un esperto della comunicazione politica
Autore: Claudio Velardi
Prezzo: € 17,00
Pagine: 232
Anno: 2006
Editore: Mondadori

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