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Abolito il tributo 660, un “pizzo” pagato per 70 anni

Ma cos’è questo famigerato balzello? Quando e perchè è stato introdotto? Si tratta di un retaggio del regime fascista e venne imposto perchè a quell’epoca cominciarono le opere di bonifica che contribuirono a rendere fertili i territori alle foci dei fiumi che finiscono nello Jonio. Quando fu pensato il tributo poteva avere una ragion d’essere in quanto era stato concepito per chiedere una partecipazione ai contadini a cui veniva reso utilizzabile il proprio terreno. Si è portata l’acqua nei campi, si è reso fertile un territorio che è diventata la “California” del Sud Italia. Ci poteva stare.

Quella tassa si è nel tempo trasformata in tributo ed i proventi sono stati accreditati al Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. Con gli anni però tutto il metapontino si è urbanizzato, sono sorti nuovi comuni come Policoro e Scanzano Jonico, sono nati  importanti insediamenti turistici. In pratica una zona a vocazione  esclusivamente agricola si è radicalmente trasformata attirando popolazione dai comuni montani. Con leggi regionali, nel 1985 e poi nel 1995, si provvide a stilare un Piano di Classifica degli immobili che venivano assoggettati al tributo 660.
Da allora che la popolazione ha cominciato a ribellarsi. Ci si chiedeva, perchè un immobile urbano dovesse pagare una specie di pizzo che serviva a finanziare un Consorzio di bonifica che eroga servizi esclusivamente al mondo agricolo? Ci sono voluti oltre 20 anni di lotte, tante petizioni per far valere un diritto sacrosanto che stato in vita in una porzione della Basilicata è esistito, nel resto d’Italia mai nessuno ha dovuto sopportare un regime di tassazione così concepito. Come se per utilizzare l’acqua si sia  dovuto pagare due volte il servizio, una scandalo!
Ventri anni sono tanti, come i soldi che hanno dovuto versare coloro che vivono nel metapontino, una vergognosa vessazione che doveva essere eliminata molto tempo prima.

Per questo appaiono del tutto fuori luogo le dichiarazioni di soddisfazione rilasciate alla stampa da tanti esponenti della maggioranza in consiglio regionale. Vogliono incassare un consenso e la gratitudine di quelle popolazioni a cui è stato restituito un sacrosanto diritto negato per un tanti anni. Quegli stessi politici devono invece scusarsi con gli abitanti dei comuni della fascia jonica lucana per averli costretti per così tanto tempo a pagare una tassa palesemente ingiusta. Invece di esultare magari si impegnassero a restituire le somme ingiustamente versate e a ripensare le funzioni dei Consorzi di bonifica dai più ritenuti enti inutili, costosi carrozzoni politici la cui efficienza viene messa in discussione da tante persone.