Le segreterie confederali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle Rsu del Consorzio agrario, condannano “il deplorevole trattamento riservato ai dipendenti del Car, cacciati nottetempo dall’atrio della Regione Basilicata (dove era in corso un presidio civile, pacifico e democratico), messo in atto da un’occulta regia dello scaricabarile che ha comandato lo sfratto dei manifestanti”, col risultato che ora “monta la protesta e si rafforza la rabbia”.
Secondo Cgil, Cisl e Uil “tutto ciò è la chiara conseguenza di una gestione della vertenza approssimativa ed insufficiente negli ultimi sei mesi durante i quali è stata mostrata incapacità ed inettitudine nel sapere costruire una proposta seria in grado di coinvolgere anche i protagonisti del mondo agricolo”.
I sindacati ribadiscono che “queste difficoltà rafforzano ulteriormente l’unità e la coesione dei lavoratori” e ringraziano “quanti hanno condiviso i motivi e gli obiettivi della lotta”.
Cgil, Cisl e Uil chiedono di “conoscere l’entità, l’identità e il respiro strategico del progetto industriale salva consorzio, anche con riferimento alla rivisitazione della Legge 410”, esprimono “l’esigenza di ridefinire la qualità delle relazioni al tavolo verde, anche attraverso la partecipazione delle organizzazioni sindacali, e di conoscere chi e per quale motivo ha suggerito lo sgombero della Regione Basilicata e la sua blindatura”.