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[ ANNO II – NOVEMBRE 2006 – NUMERO 69 ] NUOVI CANALI DI SOCIALIZZAZIONE PER I RAGAZZI: LE COMMUNITY E I BLOG

Le comunità virtuali. I navigatori, e conseguentemente coloro che frequentano in Rete i diversi tipi di comunità virtuali, sono sempre più numerosi anche in Italia e sono costituiti in misura consistente soprattutto da giovani. Internet è un contenitore di informazioni ma anche un contenitore – un luogo – di relazioni, è cioè un supporto per le relazioni interpersonali. In ambito domestico l’utilizzo principale di Internet è proprio la comunicazione interpersonale, ma anche in ambito lavorativo questa funzione è molto utilizzata. Ciò accade perché la socialità on line è alla portata di tutti in modo istantaneo ed è informale e discreta. Il tempo che gli utenti trascorrono nelle comunità risulta in media superiore rispetto a quello passato negli altri servizi; anche per questo molte società commerciali le utilizzano come strumento di fidelizzazione e come veicolo pubblicitario particolarmente appetibile.
Si stima che attualmente nel mondo i forum siano circa 180 milioni, le community 70 milioni, le chat 40 milioni, i newsgroup 5,3 milioni. In Italia si stimano invece 2,7 milioni di forum, 1,7 milioni di chat, 800.000 community e 28.000 newsgroup (Centro documentazione dell’Eurispes).
Quando il mondo imprenditoriale ha intuito il potenziale delle community, per la loro capacità di coinvolgere e fidelizzare gli utenti, ha dato vita ai portali comunitari, che permettono a tutti di costruire nuovi spazi di aggregazione on line mettendo a disposizione degli utenti chat e forum gratuiti. Per le società che si occupano di vendite o servizi al consumatore una comunità in grado di rafforzare il senso di appartenenza dell’utente è un prezioso strumento di fidelizzazione, di cui i responsabili del marketing tengono sempre più spesso debito conto. Le comunità di interesse accrescono il numero e la frequenza degli accessi ad un sito commerciale e producono anche un ritorno positivo dal punto di vista del business.
Alcune comunità on line hanno progetti precisi e nascono per raggiungere obiettivi definiti, altre si sviluppano senza alcuna finalità o con chiaro scopo di intrattenimento. In molti casi, e in particolare nelle comunità di apprendimento, dal confronto fra i membri derivano una conoscenza ed una comprensione più profonde dei temi in questione. Le comunità virtuali sono gruppi, in cui le norme comuni e l’identità sociale sono perennemente in mutamento. In una comunità on line può esserci una struttura formale e gerarchizzata, ma anche una struttura decisamente informale e poco o per nulla organizzata. Alcune community nascono in modo estremamente spontaneo e così perdurano, senza regole precise. Ciascuna segue nel tempo la sua evoluzione: alcune si allargano coinvolgendo nuovi utenti, altre rimangono in modo stabile in gruppo ristretto. In ogni caso, le comunità virtuali hanno generalmente la caratteristica di non essere gruppi chiusi, ma aperti all’ingresso di nuovi elementi capaci di accendere nuovo interesse ed introdurre nuovi temi e prospettive. L’universo delle comunità virtuali è quindi sconfinato e spesso indisciplinato. Ogni giorno ne nascono e muoiono molte. Nel tempo si evolvono trasformandosi anche radicalmente: a seconda del numero delle persone che le frequentano, della capacità dei singoli utenti di animare in modo positivo o negativo le discussioni, dell’attualità e della capacità del tema trattato di suscitare interesse e confronto. I motivi principali per cui si entra in una comunità virtuale possono essere così sintetizzati: interesse per un argomento; desiderio di confronto con gli altri; necessità di comunicare; curiosità; desiderio di veder realizzato il proprio ego; fuga dalla realtà. L’idea che le comunità virtuali siano più efficaci di ogni altro mezzo per catalizzare interessi e persone sulla Rete affonda le radici in teorie sociologiche come quella della gerarchia dei bisogni di Maslow, applicabile anche ai gruppi virtuali.
Le diverse tipologie di comunità virtuali. È possibile individuare diverse categorizzazioni delle comunità on line in relazione ad aspetti specifici come obiettivi, finalità, ambito tematico e strumento informatico utilizzato. È possibile individuare quattro tipi di comunità, che talvolta si trovano accomunati nella stessa, oppure distinti in diverse realtà: comunità di transazione, si tratta ad esempio di siti in cui è possibile fare acquisti in Rete e all’interno dei quali si possono anche creare vere e proprie comunità, in alcuni casi nascono mailing list di acquisto in cui gli iscritti si scambiano opinioni e consigli mirati per gli acquisti; comunità di interessi, luoghi in cui persone accomunate dagli stessi interessi si riuniscono per discutere, condividere ed acquisire informazioni, senza finalità di acquisto; comunità di fantasia, nelle quali vengono creati ambienti di fantasia in cui per gli utenti è possibile assumere identità immaginarie e partecipare alla narrazione di storie fantastiche; comunità di relazione, in cui le persone si incontrano e condividono le loro esperienze di vita e le loro emozioni, senza finalità transazionali o ludiche.
Le varie comunità virtuali appartenenti alle categorie citate si presentano nella pratica in modi diversi fra loro (ma possono anche comprendere più di una modalità): Mailing list: comunità che trattano di argomenti molto specifici, cui si accede tramite una iscrizione ad un indirizzo preciso, entrando così a far parte di un gruppo di persone che ricevono, con cadenze e in forme diverse, e-mail contenenti gli interventi di altri partecipanti e dei moderatori. Si stima che attualmente esistano in Rete più di 70.000 mailing list; le loro dimensioni medie sono di circa 250 iscritti in Italia, di ben 5.000 in Usa. Usenet, newsgroup e forum di discussione: Usenet è una sottosezione della Rete in cui si raggruppano tutti i newsgroup, ossia i forum di discussione in cui i partecipanti possono leggere ed eventualmente rispondere agli interventi degli altri. Chat: ambienti virtuali che permettono ai partecipanti di dialogare inviandosi testo in tempo reale. BBS (Bullettin Board System): computer “privati” raggiunti via telefono e alternativi alla Rete, in cui si scambiano informazioni ed opinioni su vari argomenti, prevalentemente tecnici. MUD (Multi User Dungeon): ambienti di realtà virtuale nei quali gli utenti possono partecipare a giochi di ruolo.
La chiacchiera virtuale. Le chat, che negli ultimi anni sono divenute una vera e propria abitudine per un numero sempre maggiore di persone in Italia e nel mondo, e che rappresentano probabilmente il canale più comune di socializzazione on line, sono state oggetto di una ricerca italiana svolta dalla società Internet Monitoring e presentata nel gennaio del 2005. La media giornaliera dei chattatori italiani è compresa, secondo i risultati ottenuti, tra 88.000 e 275.000, molti dei quali si connettono addirittura dal posto di lavoro. I chattatori – che nel 57% dei casi avrebbero meno di 30 anni e sarebbero soprattutto celibi se uomini e soprattutto sposate se donne – affermano di chattare soprattutto per solitudine o insoddisfazione (73%), per fare amicizia o essere ascoltati (57%), per avere relazioni più “vere e libere” di quelle reali.
Il fenomeno dei Blog. Si stima che ad oggi i Blog nel mondo siano 50 milioni. Blog sta per “Weblog”, ovvero sito (web) che conserva traccia (log), o anche, nella denominazione più comune, “diario in Rete”. I Blog sono spazi gratuiti on line aperti a tutti, forniti da portali o siti appositi. Rappresentano una via di mezzo tra il sito personale ed i classici forum, in quanto è possibile sviluppare threads di discussione tra i partecipanti. I bloggers possono essere anonimi e firmarsi con un nickname. Un Rapporto pubblicato nel gennaio del 2005 dal Pew Internet & American Life Project sullo stato dei Blog rileva che il 7% degli americani, ovvero circa 8 milioni di persone, afferma di aver creato un Blog; in 18 mesi gli autori ed i lettori dei Blog sono più che raddoppiati. Il 27% degli utenti di Internet afferma di leggere almeno un Blog, mentre il 12% dice di aver scritto almeno un commento su un Blog. Solo il 38% dei navigatori sa cosa sia un Blog, mentre il 62% non conosce il significato della parola; questi ultimi sono utenti di Internet più recenti e meno assidui rispetto a coloro che conoscono i Blog. Ciò evidenzia che, nonostante la rapidissima diffusione del fenomeno, la maggioranza degli utenti della Rete ancora non è entrata a contatto con i Blog.
I ragazzi e la socialità in Internet: pro e contro. Sono sempre più numerosi gli utenti Internet che allacciano rapporti sociali virtuali ed in particolare quelli che entrano a far parte di una comunità virtuale. Fra questi, è particolarmente consistente il numero dei giovani e dei giovanissimi, che sono in generale molto attratti dalla Rete e, nello specifico, fortemente stimolati dall’opportunità di socializzare e bisognosi di sentirsi parte di un gruppo, di fare nuove conoscenze, di sperimentare forme di socialità nuove e spesso molto appaganti. L’ambiente virtuale favorisce le confidenze e le confessioni su questioni estremamente personali, persino con persone praticamente sconosciute, ma soprattutto con persone con cui si è instaurato un rapporto di fiducia ed un’abitudine all’ascolto reciproco come possono essere i membri di un gruppo virtuale. La propensione ad aprirsi agli altri, anche su argomenti intimi, è favorita da un rapporto basato sul dialogo come quello virtuale, ma anche dalla distanza fisica, dalla conoscenza parziale, elementi che riducono pudori, timidezze, esitazioni. Tutti freni che invece limitano i rapporti interpersonali nella vita quotidiana. Può essere più semplice svelarsi senza guardare l’altro negli occhi, raggiungendo intimità che di solito richiedono tempi molto più lunghi nel mondo reale. La facilità con cui molti si aprono e si fidano di persone che non hanno mai incontrato di persona dipende anche dal fatto che non si sentono in pericolo: sanno di poter interrompere la comunicazione ed il rapporto in qualunque momento con estrema semplicità, avvertono meno imbarazzo. Una comunità virtuale soddisfa quindi l’esigenza comune di scrivere e di farsi leggere, ascoltare, capire, di aprirsi e di dare e ricevere manifestazioni di affetto. Anche nei casi in cui alla conoscenza segue l’incontro di persona, il modo in cui si percepisce l’altro è diverso, è legato al fatto di conoscere già l’interiorità dell’altra persona (se si era instaurato un rapporto profondo, ovviamente). In un mondo in cui l’apparenza troppo spesso finisce per giocare un ruolo cruciale nelle relazioni umane, i rapporti nati in Rete hanno spesso il vantaggio di ristabilire il primato dell’interiorità. In Rete mente e corpo vengono separati, ci si libera dai “vincoli” imposti dalla propria identità fisica. È come se in Rete le persone fossero tutte uguali, partissero alla pari. Trattandosi di una comunicazione basata sul testo, c’è la possibilità di comunicare scambiandosi messaggi più ragionati ed approfonditi di quelli scambiati normalmente di persona, a voce. Non si tratta quindi, come molti temono, di un modo sempre ingannevole e freddo di conoscersi: al contrario, in molti casi Internet è lo strumento per una conoscenza profonda capace di far nascere forti legami emotivi. Da questo primato dell’interiorità e del dialogo che caratterizza la comunicazione in Rete deriva un altro aspetto in grado di attrarre un gran numero di persone. Si tratta del fatto che ai membri delle comunità on line generalmente sembra non importare degli eventuali limiti fisici o addirittura degli handicap di un altro utente, dei suoi fallimenti personali e del suo status socio-economico. Ciò fa sentire gli individui accettati in ogni caso ed apprezzati dagli altri partecipanti per quello che dicono e pensano, non per come appaiono o per quello che possiedono. Al tempo stesso non va dimenticato che in un gruppo virtuale si può scegliere di rivelare di se stessi solo quello che si vuole. In un certo senso ci si sente “liberi da tutto quello che si è”, in grado di sperimentare nuove situazioni, nuove forme di relazione sociale e talvolta persino nuove esistenze. Anche questa opportunità unica e questo senso di “libertà” costituiscono una delle attrattive delle relazioni virtuali.
La rete tra potenzialità e pericoli. I ragazzi utilizzano sempre più spesso Internet come strumento di comunicazione che consente di entrare in contatto con gli altri e di instaurare rapporti che possono poi rivelarsi duraturi o meno, profondi o meno. Le comunità virtuali, in particolare, si sono affermate come nuovo fenomeno di aggregazione sociale, occasioni per il consolidamento di veri e propri gruppi virtuali, spesso uniti da significativi vincoli amicali che superano gli stessi confini della Rete.
Se il fenomeno presenta senza alcun dubbio caratteristiche e potenzialità estremamente positive, occorre però ricordare che in alcune circostanze non viene vissuto nel modo più corretto. È necessario porre attenzione, ad esempio, sui casi di vera e propria dipendenza generati dalla Rete: Cyber relationship addiction e Muds addiction. Con Cyber relationship addiction si intende la tendenza a prediligere i rapporti affettivi e di amicizia instaurati tramite Internet piuttosto che le relazioni familiari e sociali “non virtuali”. Tale forma di dipendenza si sviluppa solitamente con le chat, ma non solo. La ragione di questa preferenza per le relazioni virtuali consiste spesso nella possibilità di assumere identità in parte o del tutto fittizie, ma anche nella maggiore facilità e velocità con cui per via telematica si giunge all’intimità ed alle manifestazioni di affetto (molto più difficili da ottenere nei rapporti di persona e che comunque richiedono tempi decisamente più lunghi). La Muds addiction, che riguarda soprattutto gli adolescenti, è la dipendenza dai giochi di ruolo on line. Poiché ogni partecipante al gioco interpreta un personaggio e si immedesima con esso nell’azione e nel pensiero, esiste il rischio della depersonalizzazione e della difficoltà a distinguere fra contesto ludico e realtà. I più giovani, specie se poco integrati, soli e trascurati dal contesto famigliare appaiono fra le categorie più a rischio in relazione a queste forme di dipendenza. Internet, tuttavia, è soprattutto uno strumento capace di aprire molte opportunità: offre agli utenti la possibilità di ampliare le loro conoscenze – mettendo a contatto persone che difficilmente si potrebbero incontrare per distanza geografica e non solo – e di approfondirle col dialogo. L’insieme delle tecnologie può favorire, facilitare ed arricchire i rapporti interpersonali, purché esse vengano utilizzate in modo corretto. Sarebbe proficuo se, anziché preferire i rapporti telematici a quelli reali, si imparasse ad arricchire il reale delle consapevolezze acquisite in Rete. Internet, dunque, dovrebbe creare occasioni di incontro che si affiancano a quelle tradizionali senza sostituirle né soffocarle.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione
Rubrica di scienze economiche e sociali
a cura di Rosario Palese
(ISSN 1722-3148 )