Lo rende noto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità Francesco Mollica. “La concertazione avviata lo scorso luglio a Roma tra il responsabile del Dicastero e la Regione Basilicata – sottolinea Mollica – ha portato a 23 il numero di interventi per la difesa del suolo finanziati per il 2006. Il Ministero ha così recepito le nostre richieste, raddoppiando tra l’altro, per questa annualità, i fondi assegnati per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Infatti, alla Regione Basilicata sono stati assegnati 8 milioni di euro e non quattro così come avrebbe dovuto essere ai sensi del DPCM del 1999 che dà alla Regione Basilicata un coefficiente di riparto pari al 2,45% dell’importo complessivo da dividere fra le regioni”.
“Gli interventi programmati – sostiene Mollica – riguarderanno sia il consolidamento di versanti instabili che sistemazioni idraulico-forestali rivolti, in molti casi, a mitigare il dissesto idrogeologico e, in altri, ad avviare lotti funzionali per la riduzione del rischio. Questi interventi seguono una stagione invernale che è stata particolarmente avversa e che ha attivato diverse frane nelle immediate vicinanze di molti centri abitati. La Regione Basilicata – continua l’assessore – con i fondi assegnati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio mira ad un razionale utilizzo delle risorse. Sicuramente non si risolverà il problema del dissesto in Basilicata, ma si potranno mettere in sicurezza porzioni di abitati per ridurre il rischio di avere conseguenze ben più onerose in termini sociali, storico-culturale ed economici. Siamo consapevoli della fragilità idrogeologica del nostro territorio, ed è per questo che continueremo a sostenere con forza la politica della prevenzione attuando una corretta gestione del territorio ed un uso razionale delle risorse naturali.
Inoltre va ricordato – conclude Mollica – che, sempre nella interlocuzione tra Regione Basilicata e Ministero, abbiamo chiesto la modifica del DPCM n. 152 del 1999 che allo stato attuale ripartisce i fondi in base alla estensione ed alla popolazione, mentre sarebbe opportuno privilegiare i territori in base alla percentuale di dissesto, alle zone perimetrate ed in base al rischio idrogeologico”.