Nel considerare che il Monte Raparo è Zona 1 (Protezione Integrale) del Parco nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, ci preme sottolineare ancora una volta che l’impegno dell’Associazione segue la linea della salvaguardia dei luoghi così come annunciato lo scorso mese di luglio quando il Ministero dell’Ambiente tra le priorità di agenda istituiva il nuovo Parco nazionale, successivamente rinviato dopo la pronuncia della Corte dei Conti.
Infatti, Accademia Kronos su segnalazioni di escursionisti amanti e tutori della natura ha da subito scritto alla Regione Basilicata e al Ministero dell’Ambiente per chiedere informazioni in merito alle autorizzazioni concesse sulla base dei pareri della consueta procedura di Valutazione d’Incidenza, così come previsto dalla normativa nazionale e comunitaria. A tutt’oggi e per nostro grande rammarico, la Regione Basilicata non ha ancora risposto alle richieste avanzate, mentre buone notizie sono giunte dal Ministero che ha inviato una nota informativa agli uffici preposti della regione per chiedere chiarimenti sulla congruenza delle autorizzazioni concesse in un’area tutelata dall’Unione Europea. Difatti il Ministero, sulla base dell’art.3 della direttiva “Habitat”, ha chiesto alla Regione Basilicata di impegnarsi per favorire il ripristino dei luoghi nel caso in cui lo studio di Valutazione d’Incidenza abbia avuto esito negativo.
Tutto ciò a conferma di una disattenzione da parte della Regione Basilicata nei confronti di luoghi ove la conservazione della natura dovrebbe avere priorità assoluta ma che ben lungi da “aforismi leopardiani” è invece contropartita di compromessi di vario genere.
Nel garantire con tenacia l’opera di monitoraggio dei territori protetti da opere e/o situazioni impattanti sulle specie presenti di flora e fauna nonché sugli habitat naturali lucani, Accademia Kronos continuerà la sua azioni di segnalazione e denuncia agli organi preposti, affinché il principio della legalità venga rispettato in ogni sua forma e grado a garanzia della salvaguardia delle aree protette che non debbono ridursi a “colabrodo” così come dimostra il caso del Monte Raparo.
Il Presidente di Accademia Kronos Basilicata, Vito L’Erario