Risulta particolarmente difficile stimare con una certa precisione la presenza delle popolazioni zingare nei diversi paesi europei. Secondo l’Opera Nomadi, in Europa vivrebbero nel complesso 9 milioni di Zingari, circa 2 milioni nell’Europa occidentale e circa 6-7 milioni nell’Europa dell’Est.
Si tratta di una popolazione molto giovane: il 45-50% degli individui ha meno di 16 anni e il 70% meno di 30, mentre solo il 2-3% supera i 60 anni. Queste caratteristiche derivano da un’alta natalità, un’elevata mortalità infantile, un’alta morbilità e una bassa aspettativa media di vita, che, a loro volta, determinano un incremento demografico del 3-5%, molto superiore a quello europeo.
In Italia la loro presenza è ritenuta pari a circa 150.000 unità, oltre i 2/3 dei quali di cittadinanza italiana e 1/3 cittadini della Comunità europea (Rom Lovara ispano-francesi) o cittadini della ex Yugoslavia (Xoraxané, Kanjarja, Rudari, Arlija, ecc.). Lo stato estero da cui proviene il numero più elevatidi Zingari e la Romania. I gruppi presenti in Europa vengono comunemente classificati in base all’aggregazione etnico-linguistica: Rom (Vlach e non Vlach), Sinti o Manus, Gitani o Kalè, Gypsies o Romanichals.
Invece secondo le stime pubblicate dal Centro Studi Zingari di Roma (Lacio Drom, Rivista bimestrale, Centro Studi Zingari, Roma, dal 1965) che si fondano sulle presenze censite dalla polizia dei vari paesi e sulle richieste di permessi e autorizzazioni inoltrate da Zingari, nell’Europa Occidentale essi sarebbero distribuiti tra Spagna, Francia, Grecia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Portogallo, Svizzera, Irlanda, Austria, Belgio e, in misura minore, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia e Cipro. La presenza più consistente viene stimata in Spagna (700.000).
Gli Zingari che vivono nell’Europa dell’Est sarebbero presenti in Romania (ben 1.800.000), Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, ex-Jugoslavia, Russia, Albania e Polonia. I paesi in cui ne risiedono meno di 10.000 unità sono Bielorussia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Slovenia. Il Rapporto dell’Undp del 2003 sui Rom nell’Europa centrale e dell’Est riferisce che ben il 15% dichiara di soffrire costantemente la fame e solo il 59% ha accesso all’acqua corrente. Per quanto riguarda la scolarizzazione, i dati indicano che solo un terzo (33%) dei Rom ha completato la scuola elementare e solo l’1% ha terminato il liceo. Gli Zingari sono presenti in tutti i continenti: se in America Latina se ne contano oggi circa un milione e cinquecentomila e in Australia rappresentano solo un gruppo sociale privo di statuto specifico, in Africa i primi Zingari arrivarono nel XVI secolo con le deportazioni punitive dal Portogallo, mentre alcuni Gitanos furono espulsi dalla Spagna attraverso il commercio degli schiavi.
Sul territorio italiano e, più in generale, nei paesi occidentali, gli Zingari hanno dovuto ridefinire il proprio stile di vita e le proprie abitudini, soprattutto in seguito all’avvento della società industriale.
L’accattonaggio. Uno degli aspetti più evidenti e discussi dello stile di vita di molte comunità Rom e Sinti in Italia è l’impiego dei minori in attività di accattonaggio. L’accattonaggio è un fenomeno che riguarda tutta l’Europa e che è esploso in Italia verso la seconda metà degli anni Ottanta, quando a praticarlo erano principalmente i nomadi di etnia Rom. Oggi lo scenario è molto più vasto sia dal punto di vista quantitativo, sia per quanto riguarda la nazionalità dei bambini mendicanti, tuttavia esso coinvolge quasi sempre bambini stranieri appartenenti nella maggior parte dei casi alle comunità di nomadi Rom di origine slava.
L’Osservatorio sul Lavoro Minorile è nato dalla necessità di dar vita ad uno strumento capace di misurare il fenomeno del lavoro minorile, di analizzarne le cause e di aiutare le Istituzioni nel tentativo di risolvere il problema. Nel corso del suo impegno contro lo sfruttamento del lavoro minorile, l’Osservatorio ha attivato un numero verde al quale segnalare casi di sfruttamento ai danni dei minori. L’alta percentuale (circa il 63%) di segnalazioni di sfruttamento di bambini in attività di accattonaggio ha reso necessari interventi specifici da parte degli Enti territoriali che si sono concretizzati nella creazione di una Rete di Comuni. Si tratta di un progetto con il quale 116 Comuni italiani si sono impegnati a verificare costantemente che nel proprio territorio non si verifichino casi di sfruttamento dei minori e ad analizzarne e rimuoverne le cause laddove questi si verificano. Essi, inoltre, hanno assunto l’impegno di aggiornare l’Osservatorio sulle iniziative promosse nel tentativo di monitorare e arginare il fenomeno, creando così una rete di scambio delle esperienze e dei dati. L’Osservatorio, a sua volta, si preoccupa di riferire tempestivamente, agli Enti operanti nel territorio interessato, i casi segnalati dai cittadini al suo numero verde. Il maggior numero di segnalazioni giunge da Napoli, Roma e Torino.
Le iniziative per favorire la scolarizzazione di Rom e Sinti. Dopo che persino la Commissione Europea ha affermato la necessità di un impegno significativo da parte degli Stati membri per favorire la scolarizzazione dei Rom, il Ministero dell’Istruzione ha firmato unitamente all’Opera Nomadi un Protocollo d’Intesa per la tutela dei minori zingari, nomadi e viaggianti. In base a quanto stabilito dal Protocollo, datato 22 giugno 2005, il Ministero si impegna a promuovere iniziative per contrastare la dispersione scolastica e per favorire la scolarizzazione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti. Sull’altro versante l’Opera Nomadi si impegna a sensibilizzare le suddette comunità sulla scolarizzazione e a stipulare accordi e convenzioni con gli Uffici Scolastici Regionali, oltre che a richiedere a questi ultimi ulteriori interventi per assicurare ai Rom, ai Sinti e ai Camminanti il diritto allo studio e l’assolvimento dell’obbligo scolastico. A livello locale, si muove in questa direzione da diversi anni il Comune di Roma che dal 1993 realizza una serie di interventi volti a favorire la scolarizzazione dei bambini Rom e Sinti. Nel 1999 è nato il “Progetto di scolarizzazione dei bambini e degli adolescenti Rom”. Gli Enti che realizzano concretamente il Progetto sono l’Arci Solidarietà Lazio e la Comunità di Capodarco di Roma, al cui interno svolgono la loro attività 103 operatori. Di questi, 31 sono Rom. Nel Progetto sono, inoltre, impegnate 82 scuole dell’infanzia, 117 scuole elementari, 67 scuole medie statali, 16 istituti di scuola superiore e di formazione professionale, per un totale di 282 istituti.
L’iniziativa ha raggiunto risultati soddisfacenti poiché nel corso degli anni è aumentato il numero dei bambini e degli adolescenti Rom che hanno scelto di andare scuola. Come si può osservare nella tabella, gli iscritti negli istituti di Roma che erano 1.161 nell’a.s. 1999/2000, sono ben 2.175 nell’a.s. 2003/2004, facendo così registrare un incremento delle presenze dei giovani zingari nel sistema scolastico pari all’85,8%.
Questi dati devono essere considerati positivamente perché l’aumento della scolarizzazione favorisce i processi di socializzazione e di apprendimento e sottolinea una maggiore propensione dei Rom a mandare i propri figli a scuola riducendo il loro impegno nelle attività di accattonggio.

“OUTLOOK” Uno sguardo fuori regione – Rubrica di scienze economiche e sociali a cura di Rosario Palese (ISSN 1722-3148 )

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