A livello nazionale la presentazione della Legge Finanziaria ha scatenato un dibattito molto acceso e polemiche velenose. Nel frattempo si registra, ma era nell’aria, il distacco di Follini dall’UDC con la creazione dell’ennesimo partito, l’Italia di Mezzo. Ancora un elemento di frazionamento nel già vasto scenario dei partiti. A livello periferico, in Basilicata, la ripresa dell’attività politica dopo la pausa estiva è stata caratterizzata da tanti avvenimenti conditi da inevitabili polemiche. Al centro dell’attività politica ci sono state le problematiche ambientali, il varo del Parco della Valdagri, poi stoppato dalla Corte dei conti, la proposta della moratoria per regolamentare le pale-selvagge, i problemi della messa in sicurezza nell’ENEA del deposito abusivo di scorie nucleari, la firma del protocollo d’intesa con la TOTAL per lo sfruttamento dei nuovi giacimenti di petrolio nella valle del Sauro e le polemiche che ha già generato.
Non sono mancati gli assestamenti in alcune giunte municipali, ha cominciato il capoluogo di Regione con due “licenziamenti” di assessori, uno dei quali ha suscitato molto clamore. E’ stata mandata a casa, udite, udite, la portavoce regionale dei Verdi! Ma il riequilibrio della giunta potentina continua, ad oltre un mese dai cambiamenti, a provocare scossoni, che però non scalfiscono il Sindaco più votato d’Italia. In pratica nel comune di Potenza sono prevalsi i giochi per sistemare affari interni di UDEUR, DS e Margherita. Sempre in questo periodo si è consumato lo strappo definitivo dell’ex deputato forzista Gianfranco Blasi con il suo partito. L’onorevole Blasi sentendosi trascurato ed in aperta polemica con Viceconte, ha strappato la tessera di Forza Italia rilasciando dichiarazioni di fuoco nei confronti dell’attuale dirigenza del partito. Ma la “madre di tutte le polemiche” è rappresentata dalla nomina negli enti cosiddetti subregionali.
Qualche mese fa le nomine vennero rinviate in quanto s’era deciso di attuare un opera di razionalizzazione sopprimendone qualcuno. Oggi, in pieno autunno, si è arrivati al momento di formalizzarle queste benedette nomine. Un paio di settimane fa è toccato alla Giunta regionale designare i primi rappresentanti, poi è toccato ad Acqua spa eleggere i nuovi amministratori ed è cominciata la bagarre. Come ampiamente pronosticato è stato un trombato alle ultime politiche, l’onorevole Antonio Potenza dell’UDEUR, a sostituire Antonio Papaleo, anche lui risarcito per la mancata elezione alla Regione. In Acqua Spa, che si occupa della gestione degli invasi lucani, non sono presenti esponenti riconducibili alla minoranza, questa circostanza è stata rimarcata da tutti i leader dell’opposizione con una asprezza non indifferente. Si attendeva la parte più corposa delle nomine, quelle di competenza del Consiglio regionale, ma quando si è trattato di varare il sostanzioso elenco non c’è stato l’accordo all’interno della maggioranza e si è preferito far venir meno il numero legale. Il cerino acceso è rimasto nelle mani della Presidente del Consiglio, la diessina Antezza, che in zona Cesararini, nella notte fra martedì e mercoledì, ha firmato i relativi decreti.
A dare una scorsa alla lunga lista dei “nominati” appare evidente, è la prima volta, una massiccia presenza femminile. 39 su 104 sono le rappresentati del gentil sesso, mai successo nulla di simile in Basilicata.
Non saranno contenti quelli dell’Italia dei Valori che hanno rifiutato il piatto di lenticchie loro offerto, si prevedono sfuriate a non finire. Ma era tutto prevedibile, cosa si aspettavano i dirigenti del partito caro a Di Pietro dopo che hanno accolto nelle loro file un trasfuga ingombrante come Radice già segretario provinciale della Margherita potentina? Le prime dichiarazioni a caldo sono tutte di cauta soddisfazione per le nomine operate dalla Presidente del Consiglio, anche il capo dell’opposizione, Cosimo Latronico riconosce ad Antezza una sorta di correttezza istituzionale avendo nominato anche rappresentati della minoranza.
Si tratta ora di dare un giudizio su come la Antezza è giunta a formulare questi nomi, moltissimi sono esponenti, anche se di secondo piano, riconducibili ai partiti. Anche i Verdi hanno ottenuto un corposo “risarcimento”, la loro portavoce regionale appena licenziata dal Sindaco Santarsiero è stata premiata alla presidenza dell’ARDSU. Più di qualcuno all’interno del partito pseudo-ecologista ha cominciato a far sentire un forte dissenso nei confronti dei vertici, vedremo come si concretizza la protesta. Tutti i partiti minori sono stati accontentati, loro rappresentati sono presenti in organismi più o meno noti.
La gente è stata frastornata dal turbinio di dichiarazioni sull’affare delle nomine, per settimane sulla stampa locale l’argomento era sulle prime pagine, ora che la vicenda s’è conclusa è giusto che qualcuno soddisfi la grande curiosità del popolo: quanto guadagnano questi “nostri “ rappresentanti? A giudicare dal fatto 1.755 persone hanno presentato 6.759 candidature vuol dire che non si tratta di spiccioli. Che qualcuno soddisfi questa curiosità. Curiosità per curiosità vorremmo sapere a che servono e cosa fanno Enti come il Comitato Misto paritetico sulla regolamentazione delle servitù militari, la Commissione Regionale dei lavoratori extracomunitari in Basilicata, il Comitato Scientifico regionale per l’Ambiente, la Commissione regionale per la tutela del paesaggio, i Consigli di aiuto sociale presso i capoluoghi di ciascun circondario dei Tribunali regionali, la Carta dei Servizi Pubblici Sanitari – Commissione Mista Conciliativa presso le ASL, il Comitato Consultivo per la programmazione culturale, il CRIA (Comitato Regionale contro l’Inquinamento Atmosferico di Basilicata).
La chicca è però rappresentata dalle Commissioni Provinciali per la determinazione delle indennità definitive, come dire nominiamo delle persone pagate per stabile il compenso di altre persone negli Enti sub regionali. Incredibile! Personalmente non mai avuto notizie di iniziative intraprese da alcuno di questi Enti. Meglio sarebbe stato sopprimerli. La Basilicata, i suoi disoccupati, tutti quelli che sono stati costretti ad emigrare, ne possono fare tranquillamente a meno.