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Attività sociali e ricreative: i Ds di Tito scrivono al sindaco

Le attività culturali e le pratiche sportive richiamano, infatti, una attenzione crescente non solo da parte delle giovani generazioni ma anche di cittadini appartenenti ad altre fasce di età, imponendo una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione comunale nel definire la programmazione del settore.

La pratica sportiva, associata ad una crescente consapevolezza dell’importanza del benessere fisico, richiede agli amministratori pubblici e agli operatori privati di definire una migliore e maggiore offerta che, partendo dalla professionalità degli istruttori, arrivi alla dotazione di strutture idonee, sicure, ma soprattutto in grado di garantire la pratica di più discipline sportive. A questo riguardo l’impegno profuso in direzione della dotazione strutturale, molto spesso carente e spesso qualitativamente non soddisfacente, non deve e non può ritenersi sufficiente.

Occorre diversificare l’offerta in considerazione anche del fatto che molti nostri concittadini utilizzano strutture sapientemente e molto diligentemente pensate e costruite nei paesi vicini. Le attività culturali sono state prevalentemente messe in campo dalle associazioni che, in alcuni casi superando impedimenti burocratici e in completa solitudine, hanno raggiunto traguardi importanti. Giovani, spesso giovanissimi, qualche volta non più giovani si sono industriati nel tentativo, in alcuni casi lodevolmente riuscito, di avvicinare alla cultura letteraria, artistica e musicale i nostri concittadini. Partendo da questa veloce e sicuramente incompleta analisi riteniamo utile offrire qualche spunto di riflessione e sollecitare gli attori in campo.

La cultura è un bene prezioso ed investire nella cultura, pur alla luce delle difficoltà economiche che attanagliano amministrazioni pubbliche e famiglie, deve diventare una priorità per chi è chiamato a responsabilità pubbliche ma anche per i cosiddetti attori sociali. Riteniamo che le difficoltà economiche non possano giustificare l’assenza di investimenti immateriali ma che sia necessario cercare e trovare nuove soluzioni e strumenti opportuni. Molte esperienze a noi vicine ci dicono addirittura che investire sulla valorizzazione della propria storia e del proprio passato rappresenta, non solo occasione di crescita culturale della comunità e strumento per riappropriarsi della dignità dei luoghi, ma anche vero e proprio investimento economicamente remunerativo, mettendo in moto una serie di abilità ed attività.

Che fare allora? Potrebbe essere utile, ad esempio, far fronte alle difficoltà delle associazioni semplificando e snellendo l’iter burocratico. Si potrebbe procedere ad un uso concertato ed organico delle strutture comunali, spesso inutilizzate, riducendo o addirittura azzerando i costi di gestione delle associazioni. Si potrebbe favorire l’accesso delle associazioni comunali, che vogliano promuovere ad esempio la musica jazz o rock oppure far scuola di teatro o praticare una disciplina sportiva, alle strutture concesse a terzi chiedendo, per via contrattuale, la “garanzia del privilegio”. Importante ed opportuno sarebbe riformulare il regolamento di concessione di contributi privilegiando le iniziative proposte, ad esempio, da più associazioni che insieme organizzano eventi culturalmente rilevanti, o che non riducano la loro attività in pochi e noti giorni dell’anno.

Il regolamento dovrebbe altresì garantire, attraverso criteri selettivi oggettivi, trasparenza e certezza nel finanziamento. Uno dei criteri, a nostro giudizio, fondamentali dovrebbe essere quello della diversificazione e della qualità dell’offerta, criterio che deve intendersi applicabile sia alle associazioni culturali che a quelle sportive. Il calcio è lo sport più amato e forse praticato, ci ha fatto sognare e commuovere, ma anche le altre discipline hanno suscitato orgoglio ed emozione in quest’ultimo anno e richiedono altrettanta attenzione e sostegno da parte dell’amministrazione civica che deve anche investire e promuovere le molte professionalità acquisite in campo sportivo studiando, magari, forme di valorizzazione e facendo sì che le stesse possano inserirsi nel sistema produttivo ed imprenditoriale del nostro Comune.