Quanto accaduto giovedì scorso ad una giovane donna marocchina di nome Karim, che si è vista notificare l’ordinanza di sgombero firmata dal funzionario competente del Comune di Potenza, con la quale le si è intimato di lasciare libero il prefabbricato occupato nel rione Bucaletto, impone una netta presa di posizione da parte di Rifondazione Comunista. Le obiettive condizioni di estremo disagio vissute da parte di alcuni disperati, privi di un’abitazione per sé e per i propri più stretti congiunti, non possono semplicemente essere affrontati sul piano della mera legalità, ma necessitano di una riflessione politica che impegni le istituzioni ad una ragionevole soluzione dell’emergenza. Il problema, infatti, non riguarda soltanto Karim e le sue due figlie, bensì coinvolge la situazione di tante cittadine e tanti cittadini della città capoluogo.
La questione Bucaletto, infatti, rappresenta, da anni, il tasto dolente di una politica che non è stata in grado di rispondere alla necessaria domanda di tutelare i bisogni e le aspettative di coloro che vivono drammaticamente il problema del diritto alla casa, oltre a rappresentare una vera e propria anomalia in Italia. È, infatti, inaccettabile che a un quarto di secolo dal terremoto del 1980 donne e uomini vivano ancora in condizioni di estremo disagio e precarietà, in case di legno e di amianto, ancora in attesa di una sistemazione definitiva.
La drammatica storia di Karim e le altre che sono state dimenticate, devono esortarci a continuare e rafforzare l’azione che in questi anni abbiamo praticato e continuiamo a praticare nel quartiere e nelle istituzioni. A livello nazionale sono state avanzate iniziative legislative tese proprio ad impostare una nuova politica sulla casa, fondata sui diritti e sulla dignità di chi abita e non sulla logica del profitto, della rendita e della speculazione. Il PRC si impegna, quindi, attraverso l’assessore Roberto Mancino ed il consigliere comunale Marcello Travaglini, a far approvare un provvedimento da parte dell’amministrazione della città di Potenza con cui si possa regolarizzare la situazione di chi versa in reali condizioni di marginalità, di povertà e di esclusione sociale.
Alla luce di ciò auspichiamo che ragionevolezza e buon senso inducano a sospendere tutte le esecuzioni di sgombero previste per coloro che vivono concretamente il disagio, e, allo stesso modo, a distinguere con forza il bisogno, la necessità dalla comodità o dall’interesse particolare, casi che, anche se in minima parte, ancora caratterizzano la realtà di Bucaletto, in attesa di una soluzione politica più che mai imminente del problema, che riguardi non soltanto la “Cittadella”, ma l’intero impianto delle politiche abitative a Potenza.