Mille copie che significano Mille euro in beneficenza per sostenere la nobile opera missionaria dei Padri Comboniani in Africa. In particolare finanzierà un progetto per costruire nelle baraccopoli di Korogocho a Nairobi in Kenya una casa per il recupero dei ragazzi che a causa della povertà, delle malattie e della fame, si drogano con la colla. I vapori delle colle inspirati da sacchetti di plastica provocano danni enormi al cervello e allo sviluppo degli stessi ragazzi.
Anche la scelta del fumetto come strumento di comunicazione e la scelta dei contenuti si è dimostrata un’arma vincente. “Abbiamo scelto lo strumento del fumetto – ribadisce Francesco Perone – per investire sulle giovani generazioni che sono il futuro ma il cui coivolgimento deve partire dal presente. Perché su Scanzano? Per il significato simbolico in termini di solidarietà, di coesione morale, territoriale, di partecipazione che ha rappresentato la mobilitazione antinuclearista”.
Faccia a faccia con Felice Santarcangelo, uno dei tanti attivisti nell’esperienza di Scanzano.
Felice, puoi parlarci brevemente de “La Lezione di Scanzano”?
Innanzi tutto vorrei ringraziare LucaniaNet.it per aver reso possibile questo progetto e Valerio Calabrese per aver realizzato materialmente l’opera. “La Lezione di Scanzano” è un fumetto per ricordare e non dimenticare i giorni della protesta di Scanzano Jonico e del popolo lucano contro la costruzione del deposito di scorie nucleari in località Terzo Cavone. Una storia di straordinaria democrazia e libertà che nasce con questi presupposti, quelli della memoria delle fatidiche ultime due settimane del novembre 2003, perché di quei giorni dobbiamo conservare vivo il ricordo; il ricordo della più grande mobilitazione pacifica di un popolo, troppe volte “martoriato”, contro una legge ingiusta che avrebbe pregiudicato l’esistenza della Basilicata.
Qual è il messaggio che si è voluto trasmettere con il fumetto e con l’idea di devolvere il ricavato delle vendite alle opere missionarie dei Padri Comboniani?
Le due cose sono legate e camminano di pari passo. Con il fumetto e con la beneficenza si è voluto lanciare un messaggio di pace e di solidarietà verso il prossimo, di democrazia e di civiltà per il mondo dei governanti e dei potenti. E’ un esempio di come si può trasformare un’esperienza sociale in una lezione di educazione civica.
Concludendo, qual è nello specifico la storia della missione a Korogocho?
La missione dei comboniani a Korogocho comincia nel 1983, quando la parrocchia di Kariobangi apre la cappella di St. John. Nel 1990 Padre Alex Zanotelli (che è stato vostro ospite alla Mostra dei Comuni per un convegno sull’acqua) sceglie di viverci condividendo lo stato di disagio dei baraccati. Successivamente altri missionari, religiosi e laici, hanno condiviso la stessa missione. Per unire il Vangelo incarnato nelle lotte, vita e storia della gente e dei poveri con la promozione umana sono sorti nel tempo numerosi progetti. Oggi la comunità di St. John conta 26 piccole comunità cristiane sparse su tutto il territorio dello slum.