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La dislessia: dalla malattia alla disabilità

[Articolo di Lucia Pia Caggiano]

Il confronto è stato organizzato dall’Associazione italiana dislessia (AID) di Potenza e si inserisce tra le attività del Settembrepedagogico 2006, manifestazione realizzata dal Centro di iniziativa democratica degli insegnanti (CIDI), dal Comune di Potenza e dal Distretto scolastico di regione.

M. Santoro, presidente dell’AID, esordisce affermando che la dislessia non è una malattia, ma una diversa modalità di apprendimento, il ruolo della scuola è pertanto fondamentale, dato che deve consentire agli allevi dislessici di apprendere per inserirsi a pieno nella società. Il neo Magnifico rettore dell’ateneo lucano A.M. Tamburro prosegue affermando che tali iniziative sono utili affinché ognuno contribuisca alla risoluzione dei problemi dell’altro, pertanto si impegna a garantire il libero accesso presso l’università per tali manifestazioni. Analogo discorso per l’assessore alla Pubblica istruzione, del Comune di Potenza, G. Messina, il quale mostra disponibilità municipale per le iniziative dell’associazione.

A. Moscato, referente della Direzione scolastica regionale, in qualità di psicologa e di insegnante, asserisce che i dislessici hanno dei bisogni specifici, pertanto la scuola e le istituzioni scolastiche non possono trascurarli, ma devono affrontarlie con nuove metodologie didattiche e una nuova organizzazione scolastica. Il dislessico non è un disabile, ma una persona con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) in ambito neurobiologico, i quali possono essere ridotti, ma non risolti del tutto. G. Scelsi prende inoltre la parola, in qualità di coordinatore dei gruppi di formatori dei docenti.

Egli afferma che il problema della dislessia viene affrontato in Italia dagli anni ’90, quando sorge l’AID, in netto ritardo rispetto al resto dei paesi sviluppati. L’associazione punta a fornire degli strumenti di didattica differenziata non per contenuti, ma per metodi educativi, in modo da formare una classe docente attenta e colta nell’ambito della dislessia.

Per concludere prendono la parola le formatrici dell’AID, M. Poresi e A. Amodio(psicologa), A. Viola e A. Ciancia (insegnanti), R. Greci e C. De Canio (logopediste), le quali sottolineano quanto sia importante l’attenzione verso le persone dislessiche, dato che piccoli gesti possono influire positivamente sull’apprendimento e migliorare la qualità della vita degli individui. Di particolare rilievo è l’intervento di A. Amodio, la quale non nasconde di essere dislessica. Non di rado ella è stata considerata disordinata e svogliata. Spesso è stata sgridata perché leggeva o scriveva male, invertendo lettere e numeri. Di frequente sbagliava le tabelline e di conseguenza era derisa o rimproverata. Questi sono dei fenomeni molto frequenti nella vita di un dislessico, dato che è difficile riconoscere e poi accettare tale disabilità.

L’iniziativa dell’AID è utile per comprendere la dislessia e per contribuire alla riduzione delle difficoltà descritte, da parte delle collettività: ognuno nel proprio piccolo può essere un tassello per partecipare a risolvere il problema. Il ruolo della scuola è pertanto quello di fornire a ognuno le cose di cui ha bisogno e non a tutti la stessa cosa (K. Marx) e l’AID è impegnata a organizzare corsi di formazione per realizzare tali principi teorici, in modo che essi non restino soltanto delle belle idee astratte.

Per info: http://www.dislessia.it/ oppure info@dislessia.it e chiedere informazioni relative alla sede di Potenza.