[Comunicato Stampa di Accademia Kronos Basilicata]

…sul territorio lucano che, secondo una recente variazione del Piano Energetico Regionale possono utilizzare il CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti), due ricercatori del Centro Nanodiagnostics di Modena, la Dott.ssa Gatti e il Dott. Montanari sono ormai da tempo impegnati nel dimostrare, oltre alla pericolosità del famigerato PM10, anche gli effetti devastanti sulla salute dell’uomo delle ancora non conosciute ma devastanti “micro e nanoparticelle (PM2.5 e PM0.1)” emesse soprattutto dai processi di combustione di inceneritori, termodistruttori e termovalorizzatori.

Accademia Kronos Basilicata ribadisce la necessità di una capillare informazione sui rischi sulla salute derivanti dalla presenza di questi impianti che più sono “evoluti” più producono in modo esponenziale “nanopatologie”. I moderni sistemi di combustione infatti generano particelle inorganiche finissime, facilmente assimilabili dall’organismo, aumentando il rischio di scatenare malattie gravi e incurabili come il cancro. Lo dimostrano recenti studi condotti dall’Istituto Superiore della Sanità dai quali si evince che proprio nelle zone attigue agli inceneritori aumentano gli effetti cancerogeni e vi è un significativo incremento di mortalità. Non da meno sono gli effetti sulle colture orticole presenti in prossimità degli impianti: l’Unione Europea starebbe difatti legiferando il divieto di commercializzazione con inevitabile danno alle produzioni agricole di qualità.

Da rilevare la posizione dell’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE d’Italia) che si è dichiarata fortemente preoccupata per l’aumento di incenerimento dei rifiuti (RSU e CDR) che in Italia si sta proponendo anche nelle cosiddette centrale a biomasse. Solo attraverso una legge di moratoria è possibile ristabilire le regole oggi deregolamentate dagli interessi economici privati. L’associazione dei medici parla a chiare lettere di priorità della salvaguardia della salute delle popolazioni esposte, che riguardano non solo le persone deboli ma anche quelle sane e non affette da alcuna patologia.

Accademia Kronos Basilicata auspica pertanto una decisa inversione di tendenza per le politiche di smaltimento dei rifiuti da attuare attraverso la politica delle “5R” (Riduzione della produzione, Raccolta differenziata, Riciclaggio, Riuso, Riparazione, Recupero). Accademia Kronos invita quindi, le istituzioni, i medici e la società civile lucana ad opporsi a eventuali ampliamenti e/o nuovi progetti di realizzazione di impianti anche mascherati dall’etichetta di “centrali a biomasse”, considerato che in Basilicata sono già operanti il termodistruttore la Fenice di San Nicola di Melfi e il termovalorizzatore di Potenza. Inoltre Accademia Kronos chiede la modifica del Piano Energetico Regionale che inopinatamente è stato variato per permettere la combustione dei rifiuti negli inceneritori-termovalorizzatori ma anche nelle centrali a biomasse di cui se ne prevede la proliferazione.

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