Un evento inaspettato che lasciava sbigottiti numerosi esponenti della società civile e dell’associazionismo lucano di fronte alla gravità dell’accaduto. Infatti il prof. Edoardo Borzatti De Löwenstern è uno studioso assai apprezzato dell’Università di Firenze di cui è stato Direttore dell’istituto di Paleontologia dal 1985 al 1988, Presidente del Centro Studi per l’Ecologia del Quaternario (di cui è uno dei fondatori) dal
1979 al 1990, organizzatore e coordinatore dei Laboratori di “Ecologia
del Quaternario” e di “Antropologia umana” presso l’istituto di
Antropologia dell’Università di Firenze; direttore Scientifico del Museo di “Storia Naturale e Geopaleontologia” della Valdinievole (Pescia); fondatore e responsabile del periodico Studi per l’Ecologia del Quaternario pubblicato ininterrottamente dal 1979. Oramai da diversi anni il prof. Löwenstern sta conducendo con l’università di Firenze una serie di ricerche nel bacino di Atella (Potenza) dove ha individuato i resti di un lago risalente a 740 – 500 mila anni fa intorno a cui vivevano vari gruppi umani di cacciatori. Le sue ricerche hanno permesso di strappare alla terra e al fango armi preistoriche e i resti ossei di numerosi antichi animali estinti. Tanto che il sito di Atella sta diventando, grazie aalle ricerche del dott. Löwenstern, uno dei siti preistorici più interessanti e ricchi d’Italia che può davvero diventare un volano turistico importante per quella zona della Basilicata.
Proprio per questo in questi anni il dott. Löwenstern, lottando con
vandali e carenze di risorse ha voluto creare nel sito dello scavo una
serie di itinerari didattici di visita per far si che questa ricchezza possa essere vista e scoperta anche dai non addetti ai lavori e usata
come occasione di sviluppo turistico per la Basilicata. Ecco perché i recenti accadimenti, che sembra siano stati opera di un gruppo di giovani balordi, non solo sono giunti inaspettati ma hanno riportato l’attenzione sul “perché in Basilicata il patrimonio culturale abbia tanta difficoltà ad essere visto come una ricchezza da far valorizzare ed utilizzare per lo sviluppo regionale”.
Intanto, grazie all’impegno dei volontari della Delegazione finisterre
di Firenze, alcune associazioni culturali e ambientaliste lucane (tra
queste segnaliamo l’Associazione Finisterre di Basilicata, il Gruppo
Archeologico Lucano, la Legambiente Basilicata, il Centro “Ernesto De
Martino” di Ferrandina, le sedi locali del WWF e di Italia Nostra,
l’associazione lucana “Magna Grecia lucana” di Torino) hanno chiesto
al prof. Löwenstern un incontro, che avrà luogo giovedì 28 settembre
presso il laboratorio della Facoltà di Scienze naturali di Firenze,
nel quale gli esprimeranno la loro solidarietà umana e l’invito a non
abbandonare il suo impegno per la valorizzazione del patrimonio
artistico lucano, unica vera fonte di ricchezza per questa regione
troppe volte dimenticata.
A cura del responsabile stampa dell’associazione finisterre
http://www.associazionefinisterre.it/