Il monitoraggio costante del rapporto tra opinione pubblica e fiducia nelle Istituzioni, condotto dall’Eurispes, ha riservato qualche sorpresa. La novità è rappresentata dal calo di consensi riscossi dal Presidente della Repubblica al quale riservano la propria fiducia il 65,6% dei cittadini, un valore distante da quello del 2005 (80%) e del 2004 (79%). A che cosa attribuire questo calo? Probabilmente è fallito il tentativo romanticamente razionale incarnato da Ciampi, per tutta la durata del suo mandato, di restituire coesione, unità e fiducia ad un Paese profondamente lacerato. Troppi gli interessi in conflitto, troppe le fazioni, troppi gli inquinamenti prodotti dalla compenetrazione politica-affari, troppe le divisioni tra aree territoriali e livelli di governo. “Ciampi-San Sebastiano” si è ovunque speso, impegnando la propria credibilità e la propria autorevolezza, in una missione praticamente impossibile: quella di salvaguardare l’immagine della nazione e delle Istituzioni, devastata quotidianamente dalle scorrerie e dai danni prodotti dalla politica e dalla finanza italiana.
Dal monitoraggio è inoltre emerso che la maggior parte degli italiani (49,2%) è meno fiduciosa verso le Istituzioni rispetto allo scorso anno. È rimasta invece invariata la fiducia del 44,1% degli italiani che hanno risposto alle domande di questo sondaggio, mentre solo il 4,1% ha incrementato, durante l’ultimo anno, la propria fiducia nelle Istituzioni. Si evidenzia una progressiva perdita di fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni nel corso del 2005. Nel 2004 era maggiore di oltre 3 punti la percentuale di coloro i quali avevano incrementato il proprio livello di fiducia (7,4%) rispetto ai 12 mesi precedenti, mentre la maggior parte degli intervistati (53,9%) lo aveva mantenuto inalterato. Il 36,5% (-7,6% rispetto al dato del 2006), rispondendo a questa stessa domanda, aveva dichiarato di coltivare minori speranze, rispetto all’ultimo anno, nelle Istituzioni. In particolare, sono le donne ad aver perso maggiormente la fiducia nelle Istituzioni (51,6% vs il 46,5% degli uomini); al contrario è più alta, rispetto alle donne, la percentuale degli uomini che nutrono la stessa fiducia dell’anno precedente (46,1% vs 42,3% delle donne) e di quelli che la hanno addirittura accresciuta (6% vs 2,3%). Nel 2005 erano più alte le percentuali di chi aveva incrementato le proprie speranze nelle Istituzioni (il 9,5% dei maschi ed il 5,5% delle femmine) e più basse quelle di coloro i quali avevano mantenuto invariata (il 54,4% dei maschi e il 49,8% delle femmine) o che avevano perso parte della propria fiducia (30,5% dei maschi e 42% delle femmine). Hanno ancora la stessa fiducia nelle Istituzioni, in misura maggiore rispetto agli altri, gli intervistati con un’età compresa tra i 35 ed i 44 anni (53,8%). È diminuita, invece, la fiducia del 56% dei più giovani (18-24 anni) e del 52% degli adulti la cui età varia tra i 45 ed i 65 anni. Si dividono più o meno equamente tra le due alternative di risposta i cittadini tra i 25 ed i 34 anni (46,6% fiducia invariata e 50% diminuita) e quelli di 65 anni e oltre (40,5% fiducia invariata e 45,6% diminuita). Questi ultimi nel 5,5% dei casi hanno dichiarato di essere più fiduciosi rispetto all’ultimo anno, come il 5,2% degli intervistati con un’età compresa tra i 45 ed 64 anni e il 4,6% dei giovani dai 18 ai 24 anni. Molto più basse sono le percentuali di quelli che hanno optato per questa stessa risposta nelle altre fasce di età considerate (2,9% e 1,5%). Più sfiduciati gli elettori del centro-sinistra, la cui fiducia nelle Istituzioni è diminuita nel 65,9% dei casi e quelli della sinistra (63,3%). Sono più fiduciosi i sostenitori della destra, che hanno perso la fiducia nel 25,3% dei casi, e quelli del centro-destra delusi nel 27,8% dei casi. Il grado di fiducia di costoro è rimasto invariato rispettivamente nel 69,2% e nel 58,3% dei casi ed è aumentato nel 3,3% e nel’11,1% dei casi. I sostenitori delle forze politiche del centro si dividono tra quelli che hanno mantenuto inalterata la propria fiducia (56,3%) e quelli che sono diventati meno fiduciosi (43,8%). Molto alte sono anche le percentuali riguardanti queste due alternative di risposta, che si riferiscono a quanti non sanno identificarsi con nessuna delle aree politiche considerate (fiducia diminuita per il 54,1%, rimasta invariata per il 33,5%) o che hanno preferito non dichiararla (fiducia diminuita per il 43,1%, rimasta invariata per il 50,7%). Significativo il dato riferito ai sostenitori del centro: nessuno degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato la propria fiducia nelle Istituzioni (nel 2005 lo aveva fatto il 20,9% di loro).
Prendendo in considerazione le singole Istituzioni, è emersa una maggiore fiducia, da parte degli italiani intervistati, nei confronti della Magistratura (38,6%), mentre hanno fiducia nel Parlamento e nel Governo solo il 24,6% e il 23% di essi. Confrontando questi dati con quelli del 2005, si evince una riduzione del livello di fiducia in relazione a tutte e quattro le Istituzioni considerate. Lo scorso anno gli intervistati che avevano fiducia nella Magistratura, nel Parlamento e nel Governo erano rispettivamente il 44%, il 34% e il 32,9%. In particolare la maggioranza degli intervistati ha poca (39,9%) o nessuna fiducia (33,6%) nei confronti dell’attuale Governo; solo il 2,7% si è dichiarato molto fiducioso e il 20,3% abbastanza fiducioso. Nel 2005 erano molto e abbastanza fiduciosi rispettivamente l’8,6% e il 24,3% degli intervistati. È rimasta pressoché invariata la percentuale degli italiani che hanno poca fiducia nei confronti dell’esecutivo (nel 2005 era pari al 39,5%), mentre è aumentata quella di coloro i quali non sono per nulla fiduciosi (nel 2005 era pari al 24,2%). Il dato relativo al 2005 evidenzia, a sua volta, una perdita di fiducia nei confronti del Governo rispetto al 2004, quando confidava in esso il 33,6% degli intervistati. Sono i più giovani a fidarsi maggiormente del Governo (tra i 18 e i 24 anni è fiducioso il 26,6%), mentre i più diffidenti sono gli intervistati appartenenti alla fascia d’età 25-34 anni (tra questi si fida solo il 20,1%). Questo dato segna una forte inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, quando i più giovani erano i meno fiduciosi. Allo stesso tempo, si registra un netto calo di fiducia dei più anziani, che lo scorso hanno si erano dimostrati ottimisti nel 47,1% dei casi (oltre i 65 anni nel 2006 è fiducioso solo il 21,9%). In un anno si è ridotta drasticamente anche la fiducia degli intervistati con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (20,1% nel 2006 vs 36,5% nel 2005) e quella della classe d’età 35-44 anni (23,1% nel 2006 vs 30,6% nel 2005). È rimasto quasi invariato il livello di fiducia degli adulti con un’età compresa tra i 45 e i 64 anni (24,3% nel 2006 vs 25% nel 2005). Ha molta o abbastanza fiducia nel Parlamento il 24,6% degli interpellati, mentre il 39,2% afferma di nutrire poca fiducia e il 31,9% non ne ha affatto. Nel 2005 era fiducioso nei confronti dell’organismo parlamentare il 34% degli intervistati, mentre nel 2004 il 36,5%. Anche nei confronti del Parlamento i più giovani risultano essere i più fiduciosi (dai 18 ai 24 anni si fida il 31,2%). Seguono i più anziani che hanno un giudizio positivo nel 25,3% dei casi e i cittadini tra i 45 ed i 64 anni (24%). I meno fiduciosi sono, come per il Governo, gli intervistati di età compresa tra i 25 ed i 34 anni (22,5%). I più fiduciosi sono i sostenitori delle forze politiche che hanno la maggioranza in Parlamento (a destra è fiducioso il 57,1%, nel centro-destra il 45,1%). Molto meno ottimisti sono le persone che si sentono maggiormente rappresentate dalla sinistra, che esprimono un giudizio positivo solo nel 13,3% dei casi. Per quanto riguarda la Magistratura, il 38,6% degli italiani ha più fiducia in essa di quanto non ne dimostrino verso il Governo (è fiducioso il 23%) e il Parlamento (è fiducioso il 24,6%). La fiducia nei confronti della Magistratura risulta essere in calo, non solo rispetto al 2005 (dodici mesi fa aveva dichiarato di essere fiducioso il 44% del campione), ma soprattutto rispetto al 2004 quando confidava in questa Istituzione la maggior parte degli intervistati (52,4%). Altre istituzioni. Anche nel 2006 sono le associazioni di volontariato a godere della fiducia della percentuale più elevata degli intervistati (84,3% vs 86,8% del 2005). Per quanto riguarda la fiducia riposta nelle associazioni di volontariato, i dati mostrano che i cattolici sono più fiduciosi (85,9%) nei confronti di essa rispetto agli intervistati che non si ritengono tali (72,1%). Al secondo posto, anche quest’anno, le Forze dell’ordine di cui si fida il 68,6% degli interpellati (nel 2005 era fiducioso il 73,7%). Le Forze dell’ordine ispirano in misura maggiore la fiducia dei più anziani (oltre i 65 anni è fiducioso l’86,5% degli interpellati), mentre maggiormente diffidenti sono i più giovani (dai 18 ai 24 anni si fida il 52,3% di essi). Solo leggermente più fiduciosi sono gli intervistati la cui età varia dai 25 ai 34 anni (54,9%). Il grado di fiducia non aumenta regolarmente in corrispondenza con l’età e infatti la quota dei fiduciosi dopo essere cresciuta fino ai 44 anni (74,9%), subisce un calo nella fascia d’età compresa tra i 45 e i 64 anni di età (65,8%). Questi ultimi erano i più fiduciosi anche nel 2005, così come i più giovani erano quelli maggiormente scettici nei confronti delle Forze dell’ordine. In particolare lo scorso anno si è dichiarato fiducioso il 64% dei giovani dai 18 ai 24 anni e dai 25 ai 34 anni, il 72,6% dei soggetti dai 35 ai 44 anni, il 79,6% degli interpellati dai 45 ai 64 anni, il 78,8% di quelli dai 65 in avanti. Hanno poca fiducia nelle Forze dell’ordine il 39,8% dei sostenitori della sinistra, il 34,1% di quelli del centro-sinistra, il 25,7% degli apparteneti centro-destra, il 25,3% degli elettori della destra. Più fiduciosi sono coloro i quali si sentono rappresentati dalle forze politiche di centro, che hanno espresso un giudizio positivo nell’81,3% dei casi. Ripongono maggiori speranze in esse i cittadini che sono privi di titolo di studio o che possiedono la licenza elementare (81,7%), seguiti da coloro che possiedono la licenza media (71,6%) e un diploma (68,3%), mentre appaiono molto più scettici i laureati (50,3%). Anche la Chiesa e le altre Istituzioni religiose godono di molta fiducia (il 66,1% dei cittadini esprime questo sentimento). In particolare il 29,7% del campione nutre la massima fiducia, il 36,4% è abbastanza fiducioso, il 21,2% è poco fiducioso e il 10,1% non lo è affatto. Prendendo in considerazione la fiducia degli intervistati nella Chiesa e nelle altre Istituzioni religiose ed incrociando i dati con l’area politica di appartenenza, emerge che i sostenitori della destra sono i più fiduciosi. In particolare, esprime un giudizio positivo nei confronti della Chiesa e delle altre Istituzioni religiose, l’85,8% degli elettori della destra, il 69,4% di quelli del centro-destra, il 70,9% degli intervistati del centro, il 65,5% degli interpellati del centro-sinistra, il 37,5% di quelli della sinistra. Non sorprende la minor fiducia riposta in questa Istituzioni da chi si riconosce nell’ideologia della sinistra, poiché essa pone la laicità come valore primario. Prendendo in considerazione il credo religioso, appare evidente la fiducia che i cattolici ripongono nella Chiesa e nelle altre Istituzioni religiose (73,6% di essi vs il 13,2% di chi non si ritiene cattolico). Nonostante la percentuali dei cattolici fiduciosi sia nettamente superiore, non è da sottovalutare il fatto che il 24,1% dei credenti non ha fiducia nella Chiesa e nelle altre Istituzioni religiose. Meno netto è lo scarto percentuale tra coloro i quali hanno un giudizio positivo della scuola e quelli che sono, invece, più scettici (rispettivamente 48,9% e 46,9%). Nei confronti della Scuola nutrono poca o nessuna fiducia i più giovani (dai 18 ai 24 non si fida il 55%), mentre i più ottimisti sono quelli che rientrano nella classe d’età 25-34 anni (56,3%) e gli over 65 (55,3%). Molto fiduciosi sono anche i soggetti di età compresa tra i 35 e i 44 anni (50,8%). Emerge un maggior grado di sfiducia nei diplomati, che hanno risposto di avere poca o nessuna fiducia nella scuola rispettivamente nel 41,2% dei casi e nel 13,8% dei casi. I più fiduciosi sono i laureati (53,7%) e quelli senza alcun titolo di studio o che non hanno proseguito gli studi dopo la licenza elementare (54,9%). Il dato relativo ai primi è particolarmente significativo in quanto lo scorso anno erano quelli che nutrivano meno fiducia nella scuola (24,8%). Hanno incrementato la loro fiducia anche i secondi che pure nel 2005 erano i più fiduciosi ma con un valore percentuale inferiore (43,7%). Gli italiani intervistati hanno dimostrato di avere meno fiducia nei Partiti, nei Sindacati e nella Pubblica amministrazione, verso i quali hanno espresso un giudizio negativo rispettivamente nell’87,9%, nel 69,1% e nel 73,9% dei casi. Seppur di pochi punti percentuali il grado di sfiducia verso queste Istituzioni diminuisce rispetto allo scorso anno (rispettivamente 91,2%, 72,7% e 80,2% nel 2005). Per quanto riguarda la fiducia nei Sindacati, i più ottimisti sono i più giovani (29,3%), mentre i più pessimisti sono gli intervistati che hanno un’età compresa tra i 45 e i 64 anni (ha espresso un giudizio positivo solo il 18,2% di essi). Pur essendo superiore rispetto alle altre classi d’età la percentuale di quelli che hanno poca fiducia (42,2%), i giovani appaiono più fiduciosi degli altri individui perché tra loro è inferiore la percentuale di coloro i quali non hanno nessuna fiducia nei Sindacati. In particolare solo il 23,9% dei ragazzi tra i 18 ed i 24 anni dichiara di non essere per nulla fiducioso, contro il 31,9% degli interpellati tra i 25 ed i 34 anni, il 39,5% di quelli tra i 35 ed i 44 anni, il 45,8% degli intervistati tra i 45 ed i 64 anni, il 33,3% dei soggetti dai 65 anni in su. I giovani erano i più fiduciosi anche nel 2005, ma rispetto allo scorso anno la percentuale degli intervistati abbastanza fiduciosi si è quasi dimezzata (nel 2005 era abbastanza fiducioso il 43%). Al contrario è aumentata del 4,4% la quota dei ragazzi che hanno molta fiducia nei Sindacati. Il grado di fiducia nei Sindacati è condizionato dall’area politica di appartenenza degli intervistati. Si registra un consistente divario tra gli elettori della sinistra e quelli della destra. È abbastanza fiducioso il 35,9% dei sostenitori della sinistra, a fronte del 21% di quelli del centro-sinistra, del 12,5% degli elettori del centro, del 15,3% di quelli del centro-destra e del 16,5% degli appartenenti alla destra. Rispetto al 2005, però, gli elettori della destra e del centro-destra hanno acquistato maggior fiducia verso questa Istituzione, mentre risulta diminuita quella dei soggetti del centro-sinistra (nel 2006 i fiduciosi sono il 28%, nel 2005 erano il 36,6%) e del centro (nel 2006 i fiduciosi sono il 16,7%, nel 2005 erano il 26,8%). Quelli che non si identificano in nessuna delle aree politiche indicate e quelli che non hanno voluto dichiarala appaiano, nella maggior parte dei casi, per nulla fiduciosi nei confronti dei Sindacati (rispettivamente il 38% ed il 40,9%). Gli elettori di centro sono quelli che meno si fidano dei partiti (ha espresso un giudizio negativo il 93,8%), a differenza di quelli della destra e del centro destra che sono abbastanza fiduciosi. Anche i partiti non suscitano molta fiducia nei sostenitori delle varie posizioni politiche. Sono sfiduciati l’89,1% del campione della sinistra, il 92,5% degli intervistati di centro-sinistra, l’86,8% degli interpellati di centro-destra, l’80,2% di quelli di destra. Non sono meno fiduciosi gli intervistati che non si identificano in nessuna delle aree politiche indicate e quelli che non hanno voluto dichiarare la loro appartenenza. Relativamente alla fiducia riposta nella Pubblica amministrazione, si registra un netto divario tra coloro i quali si sentono più rappresentati dalla sinistra e quelli che, invece, si identificano maggiormente con la destra. L’85,2% dei primi, ha espresso un giudizio negativo nei confronti della Pubblica amministrazione, contro l’80,4% di quelli di centro-sinistra, il 70,8% degli appartenenti al centro, l’82,6% dei sostenitori del centro-destra, il 57,1% degli elettori della destra. Il comportamento elettorale. L’81,5% degli intervistati esercita sempre il diritto di voto, l’11,8% lo fa qualche volta, il 2,4% quasi mai, il 3,1% non si reca mai alle urne. Rispetto ai dati del 2005, è aumentata la percentuale di coloro i quali vanno sempre a votare (nel 2005 votava sempre il 66,9%), ma anche quella di quanti non lo fanno mai o quasi mai (nel 2005 era pari rispettivamente allo 0,9% e all’1,8%). È diminuita, invece, la percentuale di chi ci va solo qualche volta (nel 2005 votava qualche volta il 28,7%). L’abitudine di votare regolarmente aumenta in corrispondenza del titolo di studio: la quota più bassa di elettori che votano sempre si registra fra chi non ha un titolo di studio o possiede solo la licenza elementare (69,7%), mentre il tasso più alto si riscontra tra i laureati (86,4%). I diplomati votano sempre nell’87% dei casi, mentre coloro i quali hanno terminato solo la scuola dell’obbligo lo fanno nel 76,1% dei casi. In relazione all’area politica di appartenenza, gli elettori che si recano alle urne con maggiore regolarità sono quelli della sinistra (vota sempre il 93,8% di essi). In particolare, votano abitualmente l’86,4% dei sostenitori del centro-sinistra, l’87,5% di quelli del centro, l’84,7% degli elettori del centro-destra e l’86,8% di quelli della destra. Molto alta, tra quelli che hanno dichiarato di votare sempre, è anche la percentuale degli elettori che non sanno indicare quale area politica li rappresenta meglio (74%) e degli intervistati che non hanno voluto dichiararla.

0 Comments

Leave a reply

©2024 Associazione Promozione Sociale Lucanianet.it - Discesa San Gerardo 23/25 85100 Potenza CF 96037550769 info@lucanianet.it