E’ questo un brutto episodio che parla ancor una volta della fragilità produttiva di questa regione e particolarmente del sud della Basilicata. Una fragilità che racconta non solo di crisi, ma anche di continue arroganze nei confronti dei lavoratori. Da mesi i lavoratori della Flomar non ricevono salario e la reazione di qualunque imprenditore non può assolutamente essere quella di chiedere a chi faticosamente arriva a fine mese se percepisce il proprio stipendio, di lavorare e di attendere pazientemente che arrivino tempi migliori quelli in cui finalmente il lavoro sarà retribuito.
Da mesi si ragiona attorno alla crisi della azienda vivaistica di Maratea ma si continuano a registrare difficoltà nell’individuare una soluzione che possa rilanciare l’azienda.
Forse è il momento di affrontare il tema delle crisi produttive con un atteggiamento diverso. Sono convinta che bisogna aprire una discussione tra noi e insieme allo stato nazionale perché si abbia un idea sul destino della Basilicata e programmare dunque azioni di politiche industriali e uscire da questa attitudine che vede sfogliare il carciofo, di ragionare in modo staccato senza orizzonti.
Tuttavia credo che questa sarà la discussione dei prossimi mesi.
Certo il licenziamento di Antonio Argenziano sembra piuttosto una rappresaglia nei confronti di un lavoratore che ha rivendicato il proprio diritto al salario. Ancora più grave sarebbe se qualcuno nel licenziarlo abbia potuto pensare di intimorire chi ha raccontato a me e al sindaco di Maratea Franco Ambrosio di presunte buche scavate nell’azienda per smaltire rifiuti di olii esausti e pesticidi che andrebbero invece in apposite discariche di rifiuti speciali. Ovviamente io e il sindaco di Maratea abbiamo informato le autorità competenti per accertare se le informazioni fossero confermate. Abbiamo mantenuto una riservatezza opportuna per consentire a tutti di svolgere il proprio lavoro. Devo però sottolineare che le autorità competenti, in barba alla necessità di tutelare la salute dei lavoratori e dell’intero territorio, si muovono con molta lentezza. Noi attendiamo verifiche da parte di Carabinieri e Arpab, Antonio viene licenziato. Non vorrei che le due cose fossero collegate.
Esprimo la più fraterna solidarietà al lavoratore e mi batterò perché la Flomar ritiri il licenziamento e perché il rapporto con i lavoratori e l natura delle relazioni sindacali in quella azienda siano un elemento nel ragionamento del rilancio produttivo della Flomar.

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