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Paese che vai, antenna che trovi

L’intervento della collega Erika Nemmo scaturisce come conseguenza alle numerose proteste pervenute da parte dei cittadini e dei tanti Comitati spontanei. L’oggetto delle lamentele sono da ricercarsi nella mancata regolamentazione nella posa in atto dei ripetitori telefonici.

Ma andiamo con ordine. L’assessore Fulgione parla di “valutazione bioenergetica” che dovrebbe stimare il carico elettromagnetico. Questo argomento è un suo cavallo di battaglia che, mi dovrebbe essere consentito, non trova alcun fondamento nelle normative e nella legislazione in materia. Proprio alla luce di questa, per così dire “stravagante” teoria l’assessore rivendica alla propria competenza la formalizzazione delle regole per la posa delle Stazioni Radio Base. La quasi totalità dei Piani di Localizzazione adottati dai Comuni italiani ha ottemperato a ciò adottando una variante al Piano Regolatore Generale e cambiando il Regolamento Edilizio. Stessa cosa si ritiene debba avvenire a Potenza e negli altri comuni lucani, dove la situazione non è certo delle più limpide e semplici. Purtroppo, però, così come si asserisce nell’articolo la selva di normative in materia è complessa e molto contraddittoria e si rischia di incappare in riferimenti poco congrui come quelli al Decreto Gasparri che prevedeva una ampia facoltà da parte dei gestori a posizionare gli impianti. La fortuna, come capita spesso in circostanze che necessitano di opzioni miracolose, la parte incriminata del Decreto è stata cancellata da una sentenza della Corte Costituzionale del 2003. Solo che nello stesso anno, con l’adozione del Decreto Legislativo n° 259 (Codice delle Comunicazioni), le norme cancellate dall’alta corte sono state recepite con qualche piccolo cambiamento. Da ciò il caos normativo lamentato.

La stessa sentenza della Corte Costituzionale ha però chiaramente affermato che la competenza localizzativa viene demandata a Regioni e Comuni lasciando allo Stato il potere di fissare i limiti (in Italia 6 volt/metro, da più parti si richiede di riformare questo limite portandolo a 0,6 v/m così come suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità). A questo punto vorrei confrontarmi con l’assessore Fulgione su una Sua dimenticanza e ricordarLe che proprio la Regione Basilicata ha promulgato una Legge Regionale, la n° 30 del 2000, che all’articolo 5 obbliga in maniera perentoria tutti i Comuni lucani a dotarsi di un Piano di Localizzazione entro un anno dall’entrata in vigore della Legge. Siamo in tanti a domandarci perché questo preciso obbligo è stato per tanto tempo disatteso ed ha costretto la popolazione potentina a convivere con un numero davvero impressionante di impianti che sparano elettromagnetismo (le SRB nel territorio comunale di Potenza, concentrate per lo più nel centro abitato, sono una settantina, un numero sconcertante per una città di soli 60.000 abitanti).

Secondo un mio modesto parere siamo di fronte, invece, ad un gravissimo ritardo nell’adempiere ad un preciso dovere amministrativo. Già dal 2004, consultando la rassegna stampa in materia ambientale, il Sindaco e la stessa Dott.ssa Anna Fulgione hanno ripetutamente dichiarato che entro quell’anno la città di Potenza si sarebbe dotata dell’importante strumento urbanistico che avrebbe disciplinato e regolamentato la posa delle SRB (Stazioni Radio Base). Si spera che sia giunto il momento di tirare le somme e la città di Potenza, come tutti i comuni lucani, si doti del Piano di Localizzazione delle fonti elettromagnetiche (non solo ripetitori telefonici, anche ripetitori radio televisivi), ci si augura che vengano chiamati intorno al tavolo concertativo le associazioni ambientaliste, i Comitati di Quartiere e le stesse compagnie telefoniche.

Si tenga ben presente, nello scrivere le regole, che nel frattempo le innovazioni tecnologiche sono venute in soccorso per i casi più spinosi di posizionamento delle Stazioni Radio Base. Da alcuni anni sono in esercizio (anche a Potenza ed altri comuni lucani) microcelle (per il sistema GSM) e nanocelle (per l’UMTS), ripetitori a bassissimo impatto ambientale per la modesta potenza erogata. Tale tecnologia può essere impiegata nei centri abitati in sostituzione dei tralicci e funzionano con l’ausilio della telefonia fissa, quindi disponibile dappertutto. Sicuramente l’adozione di queste soluzioni, insieme all’allontanamento dei grandi impianti, potranno rendere applicabile il principio di precauzione richiamato dalla nostra Costituzione e raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.