Si sono sprecati tanti concetti di come intendere questo sistema. Anche in questa occasione si approfitta per rammentare ancora una volta che la Protezione Civile che vogliamo è quella della concertazione. Alla luce di quanto sopra espresso è sbagliato definire il “volontariato” come assoluto protagonista. Egli dovrebbe far parte di un sistema complesso e diversificato, per procedure e competenze. Esistono vari esempi di efficienza di gestione del sistema, in primis l’essenziale “professionalizzazione” degli operatori che sono chiamati nella difficile opera di programmazione, pianificazione e gestione dell’emergenza.
Nessuna normativa da enunciare in materia poiché è chiaro che a questo punto le grandi emergenze di Protezione Civile spesso per i volontari della Basilicata si “trasmutano in tappabuchi”.
Non sono accettabili le modeste improvvisazioni degli uffici comunali di Protezione Civile, piani di protezione assegnati come normali incarichi, intendere il settore come un normale adempimento burocratico, non coinvolgere le popolazioni nelle esercitazioni di vario livello che dovrebbero essere la costante per una buona organizzazione comunale del settore, scarsa informazione dei rischi reali a cui le comunità sono esposte.
Non è ad esempio accettabile che i volontari debbano essere chiamati a sostituire il ruolo della Polizia municipale o ad improvvisarsi guide per i gitanti di Monticchio ove non si vuole capire che il vero problema deriva dal fatto che gli enti non vogliano adottare soluzione vere, come il by pass viario da e per Monticchio Sgarroni e parcheggio fuori dalla caldera dei laghi per decongestionare l’area divenuta “piccola città”, così come recita il depliant del PIT (Programma Integrato Territoriale). Per non parlare degli effetti diretti e indiretti dell’inquinamento atmosferico derivato dai gas di scarico dei veicoli a combustione.
Quello di Monticchio viene classificato come un “grande evento” in un area ZPS (Zona di Protezione Speciale), nella sacralità della Badia di S. Michele trasformata in sala convegni, tra l’istinto dei rapaci a guinzaglio, in mezzo a templari e fuochi di artificio, e infine loro, le tute gialle o arancioni della Protezione Civile come contorno a una area che si appresta a divenire Parco regionale.
Tutto questo non appare come una mera contraddizione di significati empirici nell’intendere il sistema di Protezione Civile?
Gia in diversi articoli si sono affrontate le questioni del caso: Monticchio è solo un esempio di come gli enti interpretano la prontezza di intervento dei volontari, con il rischio di creare false aspettative occupazionali e senza fornire loro quei supporti logistici quali attrezzature e vestiario che invece spesso sono a carico delle associazioni o peggio dei singoli volontari. Serve un innesco di cultura del fare e “del pensare” anche per i nostri amministratori che, come dice il buon Beppe Grillo, sono dei nostri dipendenti!
Il Presidente di Accademia Kronos Basilicata
Vito L’Erario