Con la proiezione del documentario creativo La casa de mi abuela di Adàn Aliaga si aprirà martedì 25 luglio, alle ore 20.30, l’edizione 2006 di Io, Isabella International Film Week. Nella tradizionale cornice di piazza del Gesù a Fiumicello di Maratea, da anni sede di grandi appuntamenti culturali, “la parte femminile” del cinema proietta finalmente su di sé le luci della ribalta attraverso un festival che mira a celebrarne il talento e l’energia creativa.
La presenza in qualità di film di apertura de La casa de mi abuela, vincitore Joris Ivens Competition IDFA (International Documentary Festival Amsterdam) 2006, il più importante festival del documentario al mondo, sottolinea la volontà, tenace, di questa giovane manifestazione di rapportarsi con realtà culturali di grande vitalità e tradizione.
Analogamente, l’attenzione ai fermenti più innovativi e interessanti che attraversano “l’universo Cinema” trova espressione nella seconda parte del programma della serata di apertura, dedicata a Sexy! The art of Pornocool: ad inaugurare tale sezione sarà “Sex for Life”, compilation di cortometraggi in cui è la dimensione erotica di donne comuni, ritratte nelle diverse fasi della vita, ad essere raccontata in modo intimo e sincero, lontano dagli stereotipi che vogliono solo donne giovani e avvenenti vivere con soddisfazione la propria femminilità e sessualità.
Tale impronta intimista caratterizza i primo due documentari della selezione, entrambi in Prima Italiana, Titties and French Kissing, di Anneke de Lind van Wijngaarden, che esplorano l’incontro di giovani ragazze con la sperimentazione sessuale e le personali reazioni di fronte alle trasformazioni del loro corpo.
A seguire trilogia di video proiezioni di Nicola Deane e Aryan Kaganof (Primal Scene, Diabelli Variation XXXIII, Nicola’s First Orgasm): rappresentano con una delicata e allo stesso tempo avvincente combinazione di musica e di immagini l’ingresso nell’età adulta e l’appropriazione della propria femminilità da parte di una teenager.
Tale analisi della sessualità nel mondo adolescenziale si conclude con Boys di Menna Laura Meijer, in cui tre amiche si confrontano su ragazzi, sesso e convenzioni sociali.
Con Separation di Erwin Olaf, in Prima Mondiale Festival, lo sguardo si sposta sulla famiglia e sulla maternità, attraverso una meditazione che si fa a tratti difficile e crea disagio, mentre in Sullivan’s Last Call di Francesca Rizzo il tono si alleggerisce e lo sguardo sul desiderio femminile diviene sexy e divertente.
Questo viaggio ideale attraverso gli stadi della vita si conclude con il ritratto poetico di una donna in età matura che in Undressing My Mother di Ken Wardrop dedica un’ode commovente al suo corpo, al marito e all’amore fisico che hanno condiviso.
Curata dalla regista ed esperta Jennifer Lyon Bell, la sezione Sexy! The art of pornocool propone un modo più consapevole e meno stereotipato di guardare al nuovo cinema erotico, capace di indagare senza retorica e ipocrisia la sincera esplorazione del desiderio da parte di una donna, non più solo oggetto, ma finalmente soggetto responsabile della propria dimensione sessuale.