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Formazione. “Piano di indirizzo da rivedere”

Il piano di indirizzo in materia di formazione professionale e politiche attive del lavoro (Pigi), varato nei giorni scorsi dalla giunta regionale, non piace del tutto a Cgil-Cisl-Uil. Ribadendo le osservazioni già espresse nel merito del provvedimento, i segretari confederali Pepe (Cgil), Gambardella (Cisl) e Guglielmi (Uil), a seguito dell’incontro con l’assessore Chiurazzi, hanno detto che “il documento presenta una serie di aspetti negativi che vanno adeguatamente ponderati”.

In particolare, sotto la lente del sindacato è finito il nuovo sistema di accreditamento degli enti formativi che, secondo i tre sindacalisti, “è eccessivamente oneroso per via dei costi legati alle necessarie professionalità da inquadrare come lavoratori dipendenti. Un meccanismo che non premia chi ha già effettuato investimenti, anche molto onerosi, e allo stesso tempo non incentiva la costituzione di nuove realtà formative interessate ad approcciare il mercato lucano”.

Cgil-Cisl-Uil chiedono anche di accelerare il trasferimento delle competenze in materia di formazione professionale alle Province, a partire dai flussi finanziari, come previsto dalla legge regionale 33 del 2001 che, a parere dei vertici sindacali lucani, andrebbe in ogni caso profondamente rivista.

Pepe, Gambardella e Guglielmi sono critici anche per la ingiustificata proliferazione dei master universitari, che “non trovano riscontro nei fabbisogni di professionalità a sostegno del sistema produttivo locale”, e per la mancanza di misure di apprendimento linguistico destinate cittadini lucani, pur apprezzando la presenza di analoghe misure rivolte a favorire l’inserimento sociale degli extracomunitari. Infine, Cgil-Cisl-Uil mettono in guardia dal sistema dei voucher per la formazione continua che, nella sua attuale articolazione, potrebbe consentire il loro utilizzo al di fuori dell’orario di lavoro contrariamente alla maggioranza degli indirizzi contrattuali pubblici e privati.