Sono queste – a parere dell’assessore Gaetano Fierro – le direttrici fondamentali delle politiche regionali per lo sviluppo del comparto vitivinicolo che dovranno essere attuate nei prossimi anni. In occasione un workshop sul vino doc Aglianico organizzato oggi a Venosa dall’Alsia l’assessore all’agricoltura ed allo sviluppo rurale traccia il quadro complessivo delle politiche di sviluppo regionali per il comparto vitivinicolo.
Fierro annuncia che “saranno rafforzate misure per incentivare l’innovazione tecnologica delle aziende, azioni di promozione e valorizzazione della qualità, programmi di comunicazione per esaltare il legame tra prodotto e territorio”.
”Il comparto vitivinicolo lucano – a parere dell’assessore Fierro – ha vissuto negli ultimi venti anni un periodo di grande sviluppo: la crescita della domanda e di conseguenza l’aumento dei prezzi hanno rappresentato un elemento di forte richiamo per nuove aziende, determinando una corsa agli investimenti sia in vigneto che in cantina. L’evoluzione dei gusti del consumatore, i problemi di eccedenza della produzione e l’agguerrita concorrenza sui mercati internazionali rappresentata dai paesi del nuovo mondo viticolo (Cile, Argentina, Australia, Sud Africa e Nova Zelanda) impongono al settore di ripensare le strategie di sviluppo e di dotarsi di strumenti innovativi per reggere il confronto delle nuove sfide. La qualità delle produzioni vitivinicole è l’elemento nuovo su cui poggia la riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato-OCM Vino introdotta dal Regolamento Comunitario 1493/99 che sancisce la progressiva diminuzione dell’importanza dei problemi quantitativi della produzione di vino a vantaggio degli aspetti di carattere qualitativo. In quest’ottica – aggiunge l’assessore – la nuova normativa rafforza l’idea che la redditività delle imprese potrà essere assicurata solo dalla capacità delle singole aziende di realizzare prodotti di qualità. Oggi ci troviamo di fronte ad un consumatore sempre più attento a questi aspetti a cui bisogna offrire prodotti che oltre ad essere buoni devono fornire garanzie di rintracciabilità comunicando nel contempo esperienze e sensazioni tipiche di un territorio. E’ per questo che la nostra regione, non potendo contare sui grossi numeri, deve fare della qualità l’elemento caratterizzante dei suoi vini. Altra innovazioni introdotte dal Reg. Ce 1493/99 mirano al contenimento della produzione attraverso il controllo delle superfici vitate e al sostegno del processo di adeguamento dell’offerta alla domanda attraverso un regime di aiuti alla ristrutturazione e alla riconversione dei vigneti. La Regione Basilicata – osserva Fierro – recependo le normative comunitarie si è dotata di un Piano Regionale per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti con l’obiettivo di favorire la viticoltura di qualità attraverso l’estirpazione di vigneti tecnicamente inadeguati e l’impianto di nuovi vigneti per l’introduzione delle più moderne tecniche colturali e l’incremento delle superfici iscritte all’albo dei vigneti a DOC. In questi primi cinque anni di attuazione del Piano – conclude l’assessore all’agricoltura ed allo sviluppo rurale – sono stati ristrutturati circa 900 ettari di vigneti per un importo che sfiora i 7 milioni di Euro”.