Con questo atto si conclude un cammino che ha visto impegnati con passione l’Assessore alla pace e all’immigrazione della scorsa consiliatura Pinuccio Messina, l’attuale Assessore Roberto Mancino e la IV commissione consiliare, tutti convinti della necessità di superare la cultura del “noi e loro” e consapevoli che la valorizzazione dei migranti è un fattore positivo di crescita e sviluppo della società che va a beneficio di tutti. E’ bene ricordare che, ormai, più  della metà dei migranti presenti in Italia, vive nel nostro paese da più di cinque anni e buona parte di essi ha la prospettiva di trascorrervi l’intera vita: chi viene in Italia lo fa per restare. I migranti si sentono cittadini del paese di accoglienza, anche se non vi sono nati, per il fatto che vi vivono ogni giorno, vi lavorano, vi vivono i loro figli: sentono di appartenervi anche quando non possono acquisirne la cittadinanza. Un’organica politica di integrazione comporta che nei cittadini italiani si rafforzi una cultura della partecipazione effettiva che implica diritti e doveri sulla base di regole comuni. Molti Enti Locali si sono adoperati sia per estendere gli organi di rappresentanza che per attribuire il diritto di voto. Dare la possibilità agli stranieri di sentirsi protagonisti attivi della cosa pubblica e avere accesso ai “luoghi della
democrazia”  è quanto di più importante si possa fare in tema di condivisione e di accoglienza e per contrastare pericolose tendenze alla separazione e alla ghettizzazione. Dal momento che non si possono fermare i processi sociali “naturali” è bene attrezzarsi per ricavarne un beneficio comune per tutti coloro che in un caso (migranti) o nell’altro (nativi) sono comunque ospiti. Come gruppo di Rifondazione siamo contenti che la scelta del Comune di Potenza vada ad aumentare il numero delle esperienze maturate nei vari comuni italiani che hanno istituito la Consulta degli Stranieri. E’ auspicabile che quanto prima, mediante una opportuna modifica dello Statuto Comunale, la città di Potenza si possa aggiungere a quelle realtà come Roma dove si è introdotto il cosiddetto Consigliere Aggiunto che partecipa ai lavori del Consiglio con diritto di parola ma non di voto. Il percorso intrapreso è sicuramente virtuoso ma risulterà monco se non si arriverà in tempi rapidi al diritto di voto per i migranti. Intendiamo, pertanto, insistere sul diritto di voto: questione che deve essere inclusa nell’agenda del Governo centrale. A tal fine sosteniamo il progetto di legge presentato dall’ANCI a dicembre 2005 che sostiene tra l’altro: “. La partecipazione alla vita politica ed alle attività di pubblica amministrazione, comprensiva del diritto di accesso e della partecipazione al procedimento amministrativo, è assicurata a tutti, senza discriminazioni in base a cittadinanza o nazionalità… Il diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali, provinciali e regionali. è garantito a chi non sia cittadino italiano quando abbia maturato due anni di regolare soggiorno in Italia. Gli statuti ed i regolamenti comunali, provinciali disciplinano altre forme di partecipazione degli stranieri alla vita politica ed amministrativa”. Il progetto di legge dovrà essere sottoposto all’attenzione del Parlamento, per regolamentare il diritto di voto attivo e passivo, nelle elezioni amministrative, agli stranieri residenti in Italia, allineando, sul tema, la posizione del nostro paese a quelle più avanzate in Europa. Ricordiamo che il voto agli stranieri viene esplicitamente previsto in diversi testi normativi, anche internazionali. La Convenzione di Strasburgo del 1992, ad esempio, prevede sia l’attribuzione del diritto di voto, sia la costituzione di organi consultivi o l’attuazione di altre disposizioni a livello istituzionale al fine di dare una adeguata rappresentanza dei residenti stranieri nelle collettività locali.Non possiamo, infine, non dire che da oggi andranno attivati tutti i canali affinché la partecipazione dei cittadini migranti del nostro territorio sia reale e adeguata all’obiettivo primario di una convivenza civile sempre più protesa alla solidarietà e alla pace. E su questo l’impegno di Rifondazione Comunista non mancherà.

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