La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Melfi, dott.ssa Giuliana Giuliano, ha notificato, a diciotto protagonisti della protesta di quei giorni, l’avviso di conclusione delle indagini. L’ipotesi accusatoria è quella della violenza privata.
Tutto parte dagli esposti-denuncia di alcuni dirigenti aziendali.
Martedì, 11 luglio 2006, verranno interrogate due delle persone sottoposte ad indagini (il Segretario Regionale ed uno dei delegati della FIOM-C.G.I.L.).
Dei diciotto indagati, infatti, ben tredici appartengono alla FIOM e gran parte di essi sono tesserati ed esponenti del Partito della Rifondazione Comunista.
Stupisce e preoccupa che, dopo due anni, si ripropone una versione criminalizzatrice dei “ventuno giorni” di Lotta degli operai FIAT, che, non solo i Lavoratori, ma le popolazioni regionali e nazionali hanno interpretato e valorizzato come un momento alto del progresso civile e sociale.
Le “notti dinanzi ai cancelli” sono appartenute a tutti coloro che hanno idealmente lottato con gli operai. Manifestazione giusta e premiata dall’accordo raggiunto.
Chi è uscito vittorioso da quella magnifica esperienza sindacale, politica e di vita non può in nessun modo, oggi, essere sottoposto ad un procedimento giudiziale in cui si potrebbero riscontrare elementi di rivalsa padronale che comunque ci auguriamo possano essere scongiurati per iniziativa della stessa azienda.
Rifondazione Comunista rivolge un appello a tutte le forze politiche, sociali e democratiche e alla stessa FIAT affinché si sviluppi una iniziativa volta a portare al centro del processo la verità dei fatti. I Lavoratori, in quei giorni, misero in atto forme di lotta e modalità di resistenza del tutto legittime, perché assolutamente in linea con il dettato costituzionale e proprio per questo concordate con le forze di polizia.
Auspichiamo che venga risolto il paradosso prodotto dal fatto che soltanto i diciotto indagati rischiano di essere ritenuti responsabili per fatti scaturenti da una protesta che ha visto l’adesione della totalità degli operai e dell’intera comunità sociale.
Rifondazione Comunista oltre a fornire la propria concreta solidarietà, tra l’altro mettendo a disposizione due dei componenti il collegio difensivo, chiede a tutti di stringersi in comunanza con il Lavoratori che sono i protagonisti, loro malgrado, di questa assurda vicenda.