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[ ANNO II – LUGLIO 2006 – NUMERO 33 ] E-GENERATION

E-generation è il nome che le Istituzioni europee hanno scelto per denominare la gioventù degli Stati membri. È la generazione che vive da protagonista l’era delle Information Communication Technology, caratterizzata da nuovi e numerosi strumenti di mediazione ad alto contenuto tecnologico. Internet e la telefonia mobile sono i principali protagonisti in questo mondo: ai tradizionali telefoni cellulari si sostituiscono progressivamente tecnologie sempre più all in one, capaci di trasmettere ad alta velocità e basso costo informazioni di ogni tipo. La crescente pervasività dell’interconnessione è destinata a modificare ulteriormente i paradigmi non solo comunicativi della società dell’informazione prossima a venire, ma l’intero impianto dei rapporti sociali, lavorativi e ludici, attraverso una progressiva sovrapposizione della dimensione virtuale a quella reale. I giovani sono il naturale target di questi processi per due ordini di motivi: costituiscono il cluster sociale più sensibile al mondo tecnologico e contemporaneamente sono, oggi come ieri, la frazione sociale più delicata e indifesa.
Il contesto: la diffusione delle tecnologie nelle famiglie italiane. Il nostro Paese è in posizione di leadership nella capacità di assorbimento delle tecnologie connesse alla telefonia mobile: al 2004, ben l’87% delle famiglie possiede uno o più telefoni cellulari, in rapporto di 2,2 apparecchi per ogni famiglia. Il tasso di penetrazione dei pc è pari al 52%. Internet è presente nel 46% delle famiglie e il 42% ne fa un effettivo utilizzo. La diffusione delle tecnologie innovative in ambito domestico ha assunto, per quasi un decennio e fino al 2003, ritmi assolutamente sostenuti; solo nel periodo 2003-2004, a causa dell’acuirsi della congiuntura economica sfavorevole, si è registrato una flessione dei tassi di crescita nei consumi tecnologici domestici. Le piattaforme tecnologiche più dinamiche sono i decoder Tv del digitale terrestre, in fase di introduzione sul mercato, il cui acquisto è sollecitato dai recenti contributi statali: nel periodo compreso fra luglio 2004 e febbraio 2005 hanno raggiunto oltre un milione e trecento mila famiglie, pari ad un incremento del 204,4%. I collegamenti a banda larga, anch’essi favoriti dai bonus statali, crescono nel periodo considerato del 76,3%, seguiti dall’acquisto di fotocamere digitali (42%) e di lettori Dvd Video (35,3%). Penalizzato il mercato delle console dei videogiochi che hanno registrato una flessione del 2,5% fra il 2003 e il 2004. Tra gennaio e marzo del 2005 la spesa italiana per l’Ict ha iniziato nuovamente a crescere, raggiungendo quota 14,8 miliardi, con un progresso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 3,7%. A fare da traino a questo incremento è il settore delle telecomunicazioni, con una crescita attestatasi nel periodo considerato del 5,1%. Le famiglie italiane, rispetto ai paesi più sviluppati, si collocano al top nella penetrazione di cellulari personali tradizionali, attestandosi in buona posizione anche per quanto concerne cellulari multimediali e pc. Tuttavia il divario con le famiglie degli altri paesi più sviluppati si fa forte per quanto riguarda la penetrazione dei collegamenti ad Internet tradizionali e a banda larga, fotografia digitale e lettori Dvd, sebbene i recentissimi trend di ripresa facciano ben sperare in un progressivo recupero. Per quanto riguarda la Pay-tv le famiglie italiane sono, invece, in coda alla classifica. Nel 2005 è aumentato di 5 punti percentuali il numero delle famiglie in possesso di uno o più pc: la percentuale infatti è pari al 57% contro il 53% del 2004. Rimane stabile al 42% la percentuale degli utilizzatori di Internet. In particolare il 10% naviga tramite banda larga a consumo, il 7% utilizza la banda larga flat e il 25% si connette in modalità narrow band.
I giovani italiani: diffusione e percezione delle tecnologie. Solo il 18% degli studenti italiani ha la possibilità di utilizzare un pc a scuola, che il 39% di ragazzi non usa ancora il pc e il 70% non accede ancora ad Internet. Una quota crescente di navigatori all’8%, ha meno di 14 anni. I bambini fra i 10 e i 13 anni hanno sviluppato un rapporto particolarmente intenso con la rete: ben il 62% degli utenti in giovanissima età infatti possiede una connessione Internet domestica. Seguono i bambini fra i 7 e i 9 anni, il 39% dei quali possono godere di un accesso alla rete direttamente a casa contro il 20% dei bambini dai 2 ai 6 anni. Solo il 45% delle bambine può accedere ad una connessione domestica, contro il 55% dei coetanei maschi. Il fine settimana è sempre più il tempo in cui i bambini si dedicano alla navigazione in Internet piuttosto che alla fruizione televisiva pomeridiana. Nel periodo delle scuole medie il rapporto con la rete si struttura e diviene finalizzato. Internet diventa sempre più una fonte di ricerca di informazioni funzionali agli argomenti trattati a scuola, una sorta di tutor virtuale che consente un semplice accesso ad un mondo di conoscenze, ma che può essere, e viene impiegato, anche nella ricerca di immagini, file audio e video, di accessori software per il sempre più presente cellulare, e il centro della socialità virtuale delle chat, dei blog e delle loro nascenti varianti.
Scorci di comunicazione futura nell’età dell’e-generation: il podcasting. Il 2005 sarà ricordato nella storia degli strumenti Ict per l’ampia diffusione del così detto “podcasting”. Podcasting (Personal Option Digital Casting) è frutto della crasi di due termini: iPod (in riferimento al celebre mp3-player) e broadcasting. Esso consiste nella possibilità di diffondere con la complicità della rete piccole trasmissioni radiofoniche autoprodotte con tematiche di vario genere. Tali files possono essere ascoltati attraverso il pc o trasferiti sui sempre più diffusi mp3player. La vera novità introdotta dal podcasting non è tanto nella modalità di fruizione, quanto nella semplicità con cui l’utente può diventare, senza possedere conoscenze tecniche eccezionali, egli stesso autore dei palinsesti digitali. Si stima che più di 22 milioni di americani possiedono un iPod o un qualsiasi lettore mp3, e il 29% di essi ha almeno una volta scaricato dalla rete un podcast. In Italia se pur timidamente in crescita e difficilmente censibili, gli utenti sono ancora pochi; sono soprattutto i cosiddetti blogger ad offrire ed usufruire dei podcast, una moda destinata probabilmente a rivoluzionare il sistema di comunicazione mediatica.
Luci e ombre del rapporto fra giovani e tecnologie. Secondo uno recente studio realizzato nel 2005, i bambini americani sono esposti quotidianamente per una media di otto ore e mezzo alle sollecitazioni provenienti da nuovi e tradizionali media, fruiti in un numero crescente di casi contemporaneamente o durante i momenti dedicati allo studio. Il bombardamento multimediale prodotto sui piccoli fruitori è al centro di un dibattito intenso che vede confrontarsi opinioni spesso opposte circa la capacità delle tecnologie di influire sulle vite dei bambini. I detrattori sono concentrati nel sostenere la correlazione fra la fruizione smisurata di sollecitazioni mediatiche e disturbi dell’attenzione (ADD) e del comportamento, capaci di indurre nei bambini “hi tech” un adattamento progressivo, detto multitasking, tale da incidere pesantemente sulla strutturazione del loro pensiero critico. D’altra parte, trovandosi innanzi ad un processo di socializzazione non sperimentato nel passato, non è oggi possibile prevedere con precisione quale tipo di influenza possa esercitare la fruizione continuata dei media sul futuro esistenziale dei giovani. In questo senso sarebbe in atto una progressiva metamorfosi che ha reso le nuove generazioni più intelligenti delle precedenti. Questa ipotesi prevede il progressivo adattamento sia psicologico – nelle capacità intellettuali – sia fisiologico – nella struttura neurologica dei bambini sottoposti alle sollecitazioni – tali da rendere i bambini più efficienti degli adulti nel compiere attività multitasking.
Dall’uso all’abuso delle tecnologie: le e-dipendenze. Ai vantaggi offerti dalla diffusione delle tecnologie si sono contrapposte problematiche nuove, inerenti, come si è già detto, il loro impatto sulla società. A tal proposito, il tema che sembra dominare attualmente, è la capacità della tecnologia di coartare su di sé l’attenzione dei fruitori in maniera smisurata, tale addirittura da creare dipendenze alla stregua di alcol, sostanze stupefacenti, farmaci, eccetera. Cliniche che si occupano di questo tipo di affezioni stanno sorgendo in diversi paesi nel mondo. Uno studio realizzato dal Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica e del Dipartimento di Psicologia della prima Università evidenzia come negli ultimi anni siano in ascesa nuove forme di dipendenza. Il campione osservato durante l’analisi è costituito da 253 soggetti, studenti di un Istituto Tecnico di una provincia umbra. I risultati si riferiscono essenzialmente a tre aree: Internet e patologia psicosomatica: il 49,5% dei soggetti sostiene di soffrire di “bruciore agli occhi” da quando ha iniziato ad utilizzare Internet, il 14,2% riferisce di disturbi della lacrimazione, il 15% di affaticamento oculare. Inoltre, il 16,6% sostiene di soffrire di cefalea proprio da quando ha iniziato a navigare sul web. Il 9% riferisce di un affaticamento cronico. Dipendenza da telefono cellulare: gli adolescenti dichiarano di tenere mediamente con sé il telefono cellulare almeno per dodici ore e il 10,3% per più di dodici ore. Il 91,3% di essi lo utilizza anche durante l’orario scolastico; di questi, il 44,3% solo qualche volta e il 47% spesso. I maschi dichiarano di scaricare frequentemente nuovi giochi per il proprio telefono da Internet (18,6%), in misura superiore rispetto alle femmine. Le ragazze sono invece più attente alle promozioni per l’invio gratuito degli sms (43%) rispetto ai loro coetanei maschi (29,7%). Ben il 32,4% di loro non lo spegne mai durante la notte e il 32% solo occasionalmente. Alla domanda “Quante volte ti svegli durante la notte per leggere gli sms nel tuo telefono?”, il 23,3% dei ragazzi risponde di svegliarsi da una a tre volte al mese; all’8,7% del campione capita almeno una volta a settimana, mentre il 13,4% si sveglia nel cuore della notte diverse volte a settimana. Un residuale 2,8% riferisce di svegliarsi tutte le notti per via dei messaggi sul cellulare. Dipendenza da videogiochi: il 38% dei maschi preferisce i giochi di avventura, rispetto al 20% delle femmine, il 44,1% i giochi di simulazione sportiva, contro il 10% delle ragazze. Ai giochi di ruolo giocano il 20% dei ragazzi e il 5,6% delle ragazze. L’età media a cui i ragazzi del campione hanno iniziato a giocare con i videogiochi è di 8 anni; il 25% di loro gioca 2-3 volte alla settimana, il 19% ogni giorno, il 7,5% più di una volta al giorno. Per una durata di 1 ora il 19%, di 2-3 ore il 14,2% e per 4-5 ore il 5%. Sia i ragazzi che le ragazze dichiarano di ritrovare nel videogiochi uno strumento prettamente ludico. I maschi dichiarano di scaricare in tal modo la tensione nell’11,2% dei casi rispetto al 4,2% delle ragazze. Il 30,4% del campione gioca per noia, il 10,3% per calmarsi quando si sente nervoso e l’8%, dichiara di riuscire a sfogare la propria aggressività attraverso i videogiochi.