Le strategie e le azioni della Rgione Basilicata a sostegno del comparto automobilistico sono state illustrate oggi dall’assessore Donato Salvatore nel corso del convegno “Basilicata e automotive: binomio di sviluppo”.
Secondo Salvatore “è possibile imparare dagli errori altrui attraverso lo scambio di esperienze, fino a costruire proposte comuni da presentare ai diversi livelli nazionali e comunitari. In un settore a carattere così intensivo per investimento economico – ha detto ancora Salvatore – i fattori che determinano i cambiamenti dipendono spesso dai mercati o da condizioni esterne più che da azioni e decisioni interne ai distretti produttivi e al loro territorio. Questo è ancor più vero in casi come quello lucano, dove la maggior parte delle società del settore sono solo un ramo operativo di società madri del Nord Italia o dell’estero. I centri decisionali e di potere, in altri termini, rimangono esterni al territorio in cui avviene la produzione. Il risultato è che distretti come quello lucano, nati per congiunture favorevoli legate soprattutto al basso costo del lavoro, una volta in difficoltà si trovano a subire le conseguenze di avvenimenti e decisioni esterne, il più delle volte vivendo pesanti ristrutturazioni e ridimensionamenti dei livelli occupazionali”.
“Tra gli obiettivi del ciclo di programmazione che sta per concludersi – ha detto l’assessore Salvatore – vi era la formazione di un sistema di aree autosostenibili ad alta specializzazione. Pur nella sostanziale correttezza dell’idea, poco si è fatto fino ad oggi. Eppure la capacità di creare piattaforme di dialogo e collaborazione tra distretti esistenti è un’altra delle vie da percorrere verso l’innovazione dell’economia lucana verso le sfide dei mercati. Sarebbe opportuno che distretti come quello dell’automobile e quello del mobile imbottito riuscissero a “fare sistema”, sviluppando la capacità di creare sinergie a livello di subforniture, promozione, ecc. Una regione che sconta un passato di marginalità non può permettersi di riprodurre e mantenere situazioni di marginalità al suo interno. La conquista dei mercati passa anche attraverso il dialogo e i legami tra i vari attori della realtà produttiva e istituzionale regionale. La Regione deve giocare un ruolo di “facilitatore” e catalizzatore di iniziative e sinergie tra Fiat e territorio, al fine di favorire un radicamento sociale dell’industria, con il mondo della ricerca, per creare, accanto alle strutture che producono prodotti, strutture che producano innovazione e tra le imprese e il mondo creditizio. Un incentivo – ha concluso Salvatore – può essere offerto alle aziende la cui presenza in regione è legata solo ad attività di produzione, perché spostino ragionevolmente il baricentro delle strutture di ricerca all’interno del perimetro regionale, a tal fine l’accordo realizzato per il Centro Ricerche FIAT, può costituire un modello da riproporre”.