Il patto con i giovani presentato stamane alla stampa dalla giunta regionale non piace alle confederazioni sindacali lucane. In un documento unitario Cgil-Cisl-Uil, pur apprezzando la filosofia di “sistema” alla base del patto, esprimono il loro disappunto per le modalità ed i contenuti di un provvedimento che non esitano a bollare come “una operazione di lifting per dare un nuovo volto a strumenti di ordinaria programmazione regionale”.
A destare forte perplessità, secondo Cgil-Cisl-Uil, è il metodo adottato dal governo regionale che ha messo le forze sociali davanti al fatto compiuto a dimostrazione “della scarsa propensione al confronto radicata negli interlocutori istituzionali”. Altro che concertazione, lamentano i sindacati, “in questo caso appare più appropriato parlare di informazione tardiva e incompleta e di consultazione assembleare e sbrigativa. Un’operazione politica di tale rilevanza e ambizione, al contrario, non può prescindere dal pieno coinvolgimento dei grandi soggetti sociali rappresentativi”.
In ordine all’impianto del documento proposto Cgil-Cisl-Uil ravvisano l’insufficiente definizione delle direttrici di fondo sulle quali deve muoversi il patto con i giovani. “Con un tasso di disoccupazione giovanile al 40 per cento la Basilicata si conferma un territorio dalle scarse opportunità d’impiego per la fascia di popolazione dai 20 ai 40 anni, ovvero quella dalle percentuali di produttività maggiori che in altri paesi europei rappresentano il principale propellente dello sviluppo. L’impostazione del programma, invece, appare diluita in un arco esteso ed eccessivamente frammentato di azioni ed interventi piuttosto che essere incardinato principalmente sui pilastri delle politiche del lavoro, dell’occupabilità, dell’occupazione e della formazione finalizzate al sostegno della stabilizzazione dei rapporti di lavoro, alla qualificazione ed all’innalzamento della domanda di lavoro nei settori privati della produzione e dei servizi, alla promozione ed al sostegno di nuove immissioni di figure professionali medio-alte e di competenze innovative nei comparti delle pubbliche amministrazioni e del sistema dei servizi pubblici locali, al sostegno dei percorsi formativi e di arricchimento delle competenze culturali e professionali post obbligo, post diploma, post università ed alla promozione ed al rafforzamento della domanda pubblica e privata di ricerca ed innovazione tecnologica e organizzativa”.
In conclusione Cgil-Cisl-Uil si augurano “che in Consiglio regionale possa essere recuperato uno spazio di vero confronto programmatico e di approfondimento di merito delle azioni e degli interventi da realizzare affinché il tentativo messo in campo dall’esecutivo regionale di ricondurre a sistema le politiche giovanili non finisca per esaurirsi in una mera operazione di cosmesi politica che alimenterebbe solo speranze destinate presto ad essere tradite”.