Questioni legate non solo al detrimento della qualità della vita, ma alla sistematica violazione dei più fondamentali diritti e delle più elementari libertà individuali. Più specificatamente le mie rimostranze e, augurandomi di non essere sconfessato, di tutti gli abitanti della suddetta piazza, sono legate all’intollerabile mancanza di regole che non favoriscono più lo svolgimento di un normale vivere quotidiano. E’ noto a Lei e a tutti i potentini, che Piazza Don Bosco è divenuta, nel tempo, uno dei luoghi pubblici più frequentati, più affollati e, per questo, più intasati, invivibili e con il più alto tasso di inquinamento ambientale e acustico di Potenza.

Coloro che inizialmente e in buona fede intendevano farne il cuore del quartiere e il secondo dei “fulcri culturali” della città, promuovendo iniziative che aggregassero un numero sempre più nutrito di persone, non hanno valutato l’entità delle ripercussioni negative sulla qualità della vita degli “ignorati” e “sacrificati” abitanti. Con il passare del tempo posso affermare, senza il rischio di essere smentito, che oggi Piazza Don Bosco, nel suo piccolo, è lo specchio di ogni attività umana. Per restare solo ai riti legati alla presenza dell’omonima chiesa (non me ne vogliano sacerdoti e fedeli): le innumerevoli messe della domenica, i battesimi, le prime comunioni, le cresime, gli “strombazzanti” matrimoni, purtroppo, anche i giornalieri funerali, oltre alle cerimonie religiose legate a particolari periodi dell’anno quali: il Natale, la Pasqua, la festa di San Giovanni Bosco (tre giorni di manifestazioni senza limiti di orario. Per correttezza di informazione, domenica 11 giugno, fuochi di artificio alle ore 7,00, esibizione della banda musicale alle ore 8,15. Meno male che la domenica è il giorno dedicato al riposo, sic!).

Dulcis in fundo, la famosissima “torrida Savio Estate”, tale solo per via del “calore umano” sprigionato dalle centinaia di bambine e bambini partecipanti dalla mattina (10,00/13,00) al tardi pomeriggio (16,00/19,00). Riti e manifestazioni che, come facilmente intuibile, richiamano moltissime persone e, conseguentemente, tantissimo traffico. Altrettanto, dicasi per le programmazioni del cine teatro Don Bosco. Ad aggravare la situazione, si aggiunge il notevole afflusso del mercoledì e del venerdì di ogni settimana di habitués e di “neofiti” dell’attiguo mercato. Nel dolermi, non posso sottacere quanto avviene in occasione delle gite scolastiche con il confluire, nelle prime ore della giornata (6,00/7,00), di frotte di giovani entusiasti accompagnati da genitori ancor più eccitati e, nelle ore serali, il ritrovarsi di questi ultimi nella intensa e spasmodica attesa del ritorno.

Per rimanere, invece, alle numerose attività patrocinate dal Comune e dalle molteplici associazioni di volontariato e non, ritengo necessario segnalare i tanti concerti di piazza e le più disparate iniziative che mente umana possa concepire. Per fare un quadro ancor più preciso dell’allucinante situazione vissuta dagli sfortunati abitanti, non si posso ignorare, escludendo quelle attività commerciali “con minor appeal”, i disagi derivanti dalla presenza nella piazza di due bar, una gelateria, una farmacia, una rivendita di tabacchi e, ultima arrivata, una friggitoria.

Mi pare pleonastico descriverLe gli ulteriori risvolti negativi causati dalla presenza di questi esercizi commerciali ma, volendo essere pignoli, glieli riassumo sommariamente:

• traffico spaventoso con conseguente selvaggio ingorgo;
• concentrazione nella piazza di scarichi di autovetture che penetrano nelle abitazioni, obbligando i residenti, molti dei quali bambini ed anziani, a respirare, quotidianamente, una notevole dose di benzene e di famigerate polveri sottili, che certamente non giovano alla loro salute;
• impossibilità di reperire parcheggi per i residenti;
• rumori assordanti dovuti, soprattutto, allo scorrazzare “acrobatico” di decine e decine di ragazzi in motorette dotate di fragorose marmitte;
• schiamazzi diurni e notturni;
• episodi notturni di ubriachezza molesta;
• nel periodo natalizio, un susseguirsi quotidiano di rintronanti esplosioni di mortaretti.

Inoltre, principalmente nel periodo estivo, segnalo il radunarsi alle spalle della piazza, di un consistente gruppo di adolescenti, che per intrattenersi, si dedicano per ore intere e a squarciagola al classico “Karaoke”, seduti o appoggiati tranquillamente sui cofani delle macchine.
Per ultimo, ma forse il più preoccupante dei fenomeni, avvalorato da voci di piazza, il rinvenimento, nelle vicinanze del cine teatro Don Bosco, di siringhe abbandonate.

Signor Sindaco, le amare ricadute sulla vita degli abitanti della piazza, di questa mia lunga elencazione sono, oltre a quelle già sopra enunciate:

• impossibilità per gli abitanti di riposare a qualsiasi ora del giorno e della notte e di svolgere le normali attività della vita quotidiana, compreso lo studio;
• case invase dagli scarichi delle auto ferme con i motori accesi, da poco anche di quello maleodorante di frittura proveniente dalla friggitoria di nuova apertura;
• disturbo della quiete pubblica dovuto al berciare e allo schiamazzare delle numerose persone che si soffermano nelle vicinanze dei succitati esercizi commerciali a qualsiasi ora del giorno e della notte (ma vigono ancora gli orari di apertura e di chiusura?) e, d’estate, mettiamoci anche il fumo di sigaretta di coloro che siedono beatamente su di una panchina posta, senza alcuna logica, sotto le finestre di alcuni residenti e che danno la sensazione di averli ospiti non graditi, innanzitutto nelle ore notturne;

In poche parole, Sig. Sindaco, assenza totale di intimità e  tranquillità, nella più assoluta  indifferenza delle istituzioni, soprattutto di quelle preposte ai controlli, condizione questa, che permette a ciascuno di sentirsi padrone della piazza, disporne a proprio piacimento, dettando i ritmi di vita a tutti gli altri. Sindaco, sono certo non lo farà, però so benissimo che Lei tranquillamente potrà liquidarmi citando leggi, regolamenti e delibere ricorrendo, se necessario, anche a spiegazioni storiche e socio-politiche a sostegno della funzione dell’agorà,  argomentazioni che io stesso condivido, ahimè oggi, solo in linea teorica.
Prima che ciò avvenga, mi permetta di averLa gradito ospite a casa mia per una giornata, per farLe vivere di persona i nostri disagi.

Se per impegni istituzionali sarà costretto a declinare il mio invito, lasci almeno che io mi appelli al vecchio principio, fondamento di ogni democrazia: “la libertà di ognuno finisce dove inizia quella degli altri”, per chiederLe di intervenire urgentemente per riportare un poco di ordine e di serenità nella vita dei residenti di Piazza Don Bosco, altresì di avviare un dialogo con gli stessi, al fine di concertare soluzioni mirate ad una riqualificazione della Piazza, che se concepita diversamente, potrebbe diventare una tranquilla zona riservata alle famiglie, se non proprio, un piccolo salotto per la città.

Certo di un Suo tempestivo interessamento ed in attesa di essere ascoltato personalmente, scusandomi per aver sottratto, alle Sue tantissime incombenze, del preziosissimo tempo, Le porgo distinti saluti.
Armando Bronzi
Piazza Don Bosco

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