Aspettative e percezioni dei giovani nei confronti del cinema. Il grande schermo, la compagnia degli amici, il buio in sala, la novità della storia, l’assenza d’interruzioni: queste le caratteristiche che fanno del cinema un’esperienza speciale per i bambini. E nonostante essi siano i principali fruitori di dvd e videocassette, il loro amore per il grande schermo emerge in modo inequivocabile da numerose indagini.
In particolare, secondo un Rapporto di ricerca condotto nel 2003 da Media Salles sulla base di un questionario distribuito ai ragazzi (di età compresa tra gli 8 e i 14 anni) in alcune sale cinematografiche dei paesi dell’Unione europea, ben il 63,5% dei rispondenti preferisce il cinema rispetto alle altre modalità di narrazione. La visione del film in sala, infatti, li fa sentire più emozionati, eccitati, divertiti e coinvolti nella storia. Ai ragazzi, inoltre, piace molto la socialità legata all’andare al cinema (incontrare gli amici, consumare insieme bibite e pop corn). È sempre l’indagine di Media Salles a documentare il diffuso desiderio fra gli “spettatori in erba” di andare di più al cinema. Interrogati sulle occasioni durante le quali i ragazzi si recano al cinema, essi rispondono di frequentare le sale cinematografiche “solo con la scuola” con percentuali che salgono al crescere dell’età: 22,6% per i bambini minori di 9 anni, 25% e 34,8% rispettivamente per i ragazzi di 9-10 anni e per i maggiori di 11 anni. Ma la maggior parte dei bambini va al cinema solo qualche volta durante l’anno, presentando una frequenza molto limitata anche nei periodi di Natale e/o di Pasqua (quando si reca al cinema solo il 4% dei rispondenti) e in estate (3%). Nonostante l’indiscusso fascino esercitato dal cinema, insomma, la frequenza delle sale è spesso molto diradata nel tempo. Ciò è probabilmente legato all’affermazione, in costante aumento, dei prodotti del mercato home video. Dal 2001, in particolare, anno in cui il dvd è stato significativamente presente in tutti i canali, dal noleggio all’edicola, la spesa delle famiglie per i prodotti home video è cresciuta significativamente. E i bambini, come abbiamo visto, ne sono i principali fruitori. Per quanto riguarda il tipo di film visti in prevalenza dai bambini, la scelta è spesso influenzata dalla pubblicità, ma anche dal “passaparola”, i consigli di genitori e amici. In generale, poi, i ragazzi preferiscono i film comici e/o divertenti, i cartoni animati, oppure i film d’avventura e/o d’azione; comprano, specialmente nella fascia di età fra gli 8 e i 9 anni, prodotti (soprattutto giocattoli) ispirati ai propri film preferiti.
Giovani, cinema e web. Il cinema arriva ai più giovani anche attraverso il web. I ragazzi, infatti, grazie ad Internet, sono sempre più informati sui film in uscita, su quello che avviene in sala, sui set e nel mondo della celluloide. E grandi navigatori di siti legati a film: soprattutto Il Signore degli anelli e The Matrix. Questa la realtà emersa da un’indagine condotta da Media Salles e partita dall’edizione 2003 del “Giffoni Film Festival”. L’incremento verificatosi negli ultimi anni nell’utilizzo di Internet e delle nuove tecnologie dell’informazione e, parallelamente, l’impiego crescente da parte dei complessi cinematografici delle tecniche del one-to-one marketing (attuate mediante l’uso delle e-mail e degli sms) hanno creato un nuovo segmento di pubblico: i navigatori di Internet. E questo, dai dati emersi dall’indagine, risulta coincidere molto spesso con il pubblico più giovane. In particolare, sono emersi i seguenti aspetti fondamentali:
il 36% degli intervistati non accede mai a Internet dal computer di casa, il 41% si collega da 1 a 6 volte alla settimana e il 23% si collega una o più volte al giorno;
i siti legati al cinema maggiormente visitati risultano essere i siti ufficiali dei film, i siti di attori e/o registi e i siti di interesse generale; quelli meno visitati appaiono, invece, i siti dei cinema e dei cineclub e i siti dei produttori;
i siti ufficiali dei film ricordati sono molto pochi, confermando l’accesso dei ragazzi più che direttamente al sito ufficiale del film a portali sui film o sul cinema in generale;
i ragazzi visitano questi siti principalmente per leggere la trama del film (nel 67% dei casi), per vedere i trailer/videoclip (52%), e per leggere le recensioni, interviste o news (42%). Internet, infatti, viene considerato un mezzo che permette di ampliare la conoscenza sui film, consentendo di conoscere anche quelli poco pubblicizzati sui mezzi classici;
è elevato l’interesse per la visione di un maggior numero di film europei; piuttosto ridotto, invece, quello per la visione di film d’autore.
Socializzazione e consumo di cinema. Ai bambini piace la socialità legata all’andare al cinema. La compagnia degli amici, durante la visione del film, rende il cinema in sala un’esperienza speciale, preferibile di gran lunga a tutte le altre modalità di fruizione del film. Questa domanda di socialità ha avuto una risposta nell’inserimento della sala in contesti che consentono altri modi di utilizzo del tempo libero. L’ottica è quella di trasformare la visione del film in un’occasione speciale da più punti di vista, portare lo spettatore a scegliere non solo il film, ma anche la sala, per la molteplicità di “bisogni” che riesce a soddisfare. Da qui è nata una formula originale per le sale di nuova generazione, il multiplex: una struttura concepita per ospitare una pluralità di schermi inserita in contesti che possono offrire una varietà di servizi agli spettatori (sport, divertimenti, shopping). L’aver puntato su quelle caratteristiche che i bambini hanno individuato come essenziali del cinema sembra essere stata una scelta commerciale vincente. Nel corso degli ultimi anni, infatti, in Europa si è assistito ad una crescita considerevole del numero di cinema multiplex, come testimoniano i dati dell’European Cinema Yearbook 2004, l’Annuario statistico di Media Salles.
La questione del doppiaggio. Se il cinema e la televisione possono esercitare un ruolo educativo, è indubbio che la qualità dei contenuti espressi attraverso questi due mezzi possono influenzare il piccolo fruitore. Troppo spesso, però, la proposta che viene dai prodotti audiovisivi è di un livello linguistico e culturale discutibile. Dai dati forniti dall’Ufficio Documentazione e Studi dell’Anica, sappiamo che la maggior parte dei film trasmessi in Tv e nelle sale viene acquistata dall’estero, in particolare dagli Stati Uniti. Il controllo sulla qualità della traduzione e dell’adattamento in italiano ai fini del doppiaggio è a volte lasciato al buon senso e alle capacità soggettive degli addetti ai lavori. Con risultati, purtroppo, non sempre soddisfacenti. I ritmi industriali imposti dal mercato impediscono di fatto al traduttore di approfondire, di ricercare soluzioni e proposte originali, che stimolino la curiosità, la fantasia e lo spirito analitico. Si assiste così, ad un progressivo appiattimento ed impoverimento del linguaggio; ed è normale che ciò avvenga se si considera che il tempo medio a disposizione di un dialogista per adattare un cartone animato è di soli tre giorni. Il cinema, invece, potrebbe essere una vera e propria scuola di lingua, e le eventuali difficoltà di comprensione dovrebbero semmai sollecitare ad andare oltre l’apparenza delle cose, a domandarsi e a domandare. All’estero, in particolare nei paesi scandinavi, i film americani non vengono doppiati, ma sono trasmessi in versione originale con i sottotitoli. Una possibile alternativa al doppiaggio che forse anche l’Italia potrebbe iniziare a prendere in considerazione.

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