“In questo momento così delicato noi tutti siamo chiamati a fare le sentinelle della nostra Costituzione”. È uno dei passaggi più intensi della prolusione del segretario generale della Cisl
Basilicata, Nino Falotico, che ha aperto stamani a Potenza la manifestazione promossa dal sindacato di via del Gallitello a sostegno della campagna referendaria per il No alla riforma
costituzionale. Un appuntamento che, ha esordito il leader della Cisl, “non vuole essere né un convegno, né un meeting elettorale”, ma un modo per sancire il grande impegno della Cisl
nella battaglia referendaria del 25-26 giugno contro una riforma costituzionale che, secondo Falotico, “nega i principi fondativi della Repubblica forgiata nella Resistenza e fondata sul
lavoro, minaccia l’unità nazionale, fa passare un presidenzialismo strisciante come garanzia di governabilità e sostituisce il ruolo rappresentativo dei grandi soggetti sociali intermedi, come il sindacato, con una specie di consorteria delle corporazioni e dei poteri forti”. Il massimo dirigente della Cisl lucana ha detto anche che “solo con più partecipazione e con più politica è
possibile affrontare i complessi problemi della crescita economica e sociale del paese, riaffermando la centralità del lavoro come valore fondante della società”.
Così come fece l’assemblea costituente che tra il 1946 ed il 1947 scrisse la carta fondamentale della Repubblica. Il senatore a vita Emilio Colombo, che a soli 26 anni è stato uno dei
deputati più giovani della Costituente, così ha ricordato la sua personale esperienza: “Allora eravamo un paese sconfitto e circondato dalle ideologie totalitarie. Avevamo bisogno di libertà
e la Costituzione è stata la nostra garanzia di libertà e partecipazione. Con quella costituzione abbiamo affrontato sessant’anni di storia e siamo diventati una potenza industriale. Se leggiamo in filigrana la riforma varata nella passata legislatura – ha continuato – appare evidente che essa sia il frutto di un compromesso tra partiti: la devolution alla Lega, il premeriato assoluto a Forza Italia, l’interesse nazionale ad Alleanza nazionale e la legge elettorale proporzionale all’Udc”. Colombo ha quindi lanciato un monito: “Stiamo attenti a dare
la vittoria per scontata perché, tanto, non c’è il quorum. La politica – ha concluso il senatore a vita – non è solo una questione di numeri”.
A tirare le somme di una intensa mattinata – che ha visto gli interventi, tra gli altri, di Giannino Romaniello, portavoce del comitato locale Salviamo la Costituzione, dei segretari generali di Cgil e Uil, Vaccaro e Dilicio, del governatore De Filippo e del sottosegretario Lettieri – è stato il segretario confederale della Cisl nazionale, Giorgio Santini, impegnato in queste settimane in un vero e proprio tour de force referendario per convincere i lavoratori che il 25-26 giugno bisogna votare No per azzerare un riforma che “non rispetta il valore storico e fondante della Costituzione, mina il principio di uguaglianza tra i cittadini per effetto della devolution e affida al premier in modo subdolo finanche il potere di sciogliere le camere. Se il potere è tutto nelle mani del primo ministro, dove sta il ruolo delle grandi forze sociali che portano nelle istituzioni le esigenze reali della gente? Questa riforma – ha concluso Santini – rischia di produrre una società chiusa alla partecipazione”.