Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo al convegno “Il dialogo sostenibile tra le diverse culture” organizzato dalla Regione Basilicata e dal 210° distretto Inner Wheel con il patrocinio dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale. “Si ha la consapevolezza – ha aggiunto De Filippo – che il Mediterraneo si sta ritagliando un ruolo straordinario in termini di relazioni e opportunità commerciali. In questi anni le regioni del Mezzogiorno, fra cui la Basilicata, si sono allenate in questa cooperazione grazie anche alla programmazione comunitaria. Siamo stati abili e agili a costruire relazioni tecniche e amministrative e commerciali. E non è un caso che tutte le regioni italiane del Mezzogiorno abbiano deciso di dedicare uno specifico assessorato al Mediterraneo. L’Europa, nella nuova programmazione, ha deciso di sostenere le regioni più deboli, quelle più competitive e quelle sia deboli che competitive che costruiscono relazioni con il Mediterraneo. Ora dobbiamo sconfiggere quella lobby delle cartine geografiche che assegna alle regioni più deboli i progetti meno strategici. C’è la necessità di investire sul ruolo delle regioni del Sud nel loro interesse, ma anche e soprattutto nell’interesse del Paese e dell’Europa. Da Matera, pertanto, arriva un appello al dialogo fra culture importante perché apre nuove prospettive. In Basilicata l’apertura al dialogo rappresenta una realtà grazie anche a uomini e donne come Emilio Colombo e Rita Levi Montalcini”.
“Sono diversi i programmi che le regioni hanno messo in campo in termini di relazioni internazionali. Dopo la conferenza di Barcellona l’Unione Europea ci dice che le regioni devono convertire questi rapporti con i Paesi del Mediterraneo per dare al Mezzogiorno nuove prospettive”. Lo ha detto Carlo Chiurazzi, assessore regionale alla Cultura, Formazione Lavoro e Sport con delega al Mediterraneo e presidente del Coordinamento nazionale delle Regioni per la cultura. ““In questi ultimi anni si è proceduto a innalzare le competenze interne all’Amministrazione regionale in materia di cooperazione internazionale attraverso percorsi formativi mirati nonché la costituzione di specifiche unità operative dedicate. Inoltre, abbiamo partecipato con esiti più che positivi, a diversi bandi su programmi nazionali e comunitari di scambio e cooperazione istituzionale, che hanno consentito la costruzione ed il rafforzamento di reti partenariali con Paesi dell’Est Europa e dei Balcani e progressivamente anche con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo nonché la proiezione della Basilicata a livello internazionale per il suo know-how nella gestione di programmi complessi. Nell’ambito di Interregg III, Programma di Iniziativa Comunitaria (P.I.C.) del Fondo europeo di sviluppo regionale per la cooperazione tra regioni dell’Unione europea per il periodo 2000-2006 si è lavorato per la cooperazione transnazionale finalizzandola a stimolare l’integrazione territoriale armoniosa nell’ambito dell’Unione Europea. La Basilicata, infatti, è associata all’area di cooperazione del Mediterraneo occidentale (MedOcc) e all’area dello Jonio orientale (ArchiMed), mentre è in corso di definizione l’adesione all’area di cooperazione adriatica-danubiano-balcanica (Cadses). Le prime valutazioni sull’esperienza fatta in questo periodo di programmazione fanno emergere una serie di risultati positivi non solo in termini di risorse comunitarie aggiuntive affluite in Basilicata con l’approvazione dei progetti, ma soprattutto in termini di crescita della capacità di avviare e gestire progetti di cooperazione e di apertura alle relazioni con le altre regioni europee che costituiscono aspetti strategici per la Basilicata in vista dell’allargamento ad Est dell’Unione europea e della necessità di bilanciare il grande peso economico del Nord Europa con lo sviluppo della cooperazione nell’area del Mediterraneo. In questo nuovo scenario programmatorio, in virtù anche delle più favorevoli condizioni poste dai nuovi regolamenti comunitari e da una maggiore attenzione e consapevolezza da parte delle regioni italiane, particolare impulso cercheremo di dare ad iniziative di cooperazione con regioni e territori nazionali, europei e mediterranei al fine di acquisire, condividere e trasferire conoscenze e buone pratiche nonché di costruire reti paternariali in settori strategici”.